omoplasia
Condivisione da parte di due organismi di un carattere comune non ereditato da un antenato comune alle due specie. Tale condivisione può essere dovuta a fenomeni di convergenza, di parallelismo o di reversione. Si ha convergenza quando una stessa condizione è stata raggiunta in modo indipendente da due distinte linee evolutive. Se queste sono molto lontane tra loro, la convergenza è spesso grossolana e facile da individuare: è il caso, per es., dell’evoluzione di un corpo idrodinamico, con appendici adatte al nuoto, in animali diversi come i pesci ossei, gli ittiosauri e i cetacei. L’effettiva storia evolutiva può tuttavia essere difficile da ricostruire quando caratteri simili si sono evoluti all’interno di linee evolutive meno distanti tra loro. È il caso, per es., delle tipiche caratteristiche (becco, artigli ecc.) dei rapaci diurni, che con ogni probabilità si sono evolute separatamente in almeno due occasioni: una volta nella linea che ha portato alle aquile e ai falchi, e un’altra volta nel gruppo (imparentato più strettamente con le cicogne che con gli altri rapaci) che comprende invece i condor e gli altri avvoltoi americani. Queste situazioni scivolano insensibilmente nella categoria del parallelismo, alla quale si attribuiscono i casi in cui lo sviluppo di caratteri simili è avvenuto in maniera indipendente, ma a partire da antenati già dotati di piani organizzativi simili. Oltre che per convergenza o parallelismo, caratteri omoplastici possono derivare da un fenomeno di reversione, cioè dal riapparire, in alcuni rappresentanti di una linea evolutiva, di un carattere che si era perduto nei loro diretti antenati, ma si era conservato in altre specie del medesimo gruppo. Dal momento che la ricostruzione dei rapporti filogenetici tra le specie può basarsi solo sulla condivisione di caratteri derivati, l’omoplasia rappresenta un ostacolo alla ricostruzione dei rapporti di parentela. Essa ha tuttavia un suo preciso interesse nell’ambito della biologia evoluzionistica, poiché conferma l’efficacia della selezione naturale che, in contesti ambientali simili, favorisce la sopravvivenza di forme che (compatibilmente con i vincoli posti dai rispettivi piani organizzativi) finiscono spesso in misura più o meno evidente per rassomigliarsi.