OMOLOGIA (dal gr. ὅμος "simile" e λόγος "dottrina")
Anatomia comparata. - L'espressione si usa per significare somiglianza, conformità anatomica fra parti del corpo di animali diversi. Ogni specie animale ha una sua forma propria, cui corrispondono parti simili e similmente disposte rispetto al corpo; epperò un qualunque individuo della specie può servire di modello per l'anatomia descrittiva e topografica della medesima. La somiglianza si estende al genere e alla famiglia; sicché, p. es., non si esita ad affermare che tutti i cani e tutti gli animali della famiglia dei Canidi hanno le quattro gambe proprio simili: salvo differenze molto secondarie; vi si trovano infatti le stesse ossa, disposte allo stesso modo. Paragonando un cane a un cavallo, si ritrovano le due paia di arti; ma, sebbene le ossa siano le stesse e similmente disposte, pure le loro dimensioni relative, la loro forma, il modo come sono articolate fra di loro, presentano differenze notevoli; è diverso soprattutto lo scheletro della mano e del piede da quello d'un Canide, tuttavia si può ammettere, senza grande difficoltà, che si tratta di variazioni di un medesimo schema di architettura e lo stesso si può dire della maggior parte degli altri Mammiferi. Ecco un esempio di evidente omologia. Ma se si prende in esame l'arto anteriore d'una balena, sembra ch'esso poco abbia di comune con quello degli altri Mammiferi. Tuttavia anche qui ritroviamo l'omero, il radio e l'ulna, il carpo, il metacarpo e le dita; con la medesima disposizione, ma molto diversi nella forma e nelle proporzioni relative. La differenza diventa anche maggiore se paragoniamo l'ala dell'uccello all'ala d'un pipistrello o all'arto anteriore d'un altro mammifero; ma pure le ossa che ne formano lo scheletro sono sempre quelle per numero e disposizione.
Continuando la comparazione con altri Vertebrati, si è arrivati alla conclusione che le due paia di arti, i quali si trovano nella grandissima maggioranza degli animali che appartengono a questo grande tipo zoologico, sono tutti riferibili a un'unica architettura fondamentale e si possono ritenere fra loro omologhi. Questa interpretazione viene avvalorata dal fatto che, nello sviluppo embrionale, gli arti si abbozzano presso a poco allo stesso modo in tutti i Vertebrati, e , anzi, si somigliano tanto più fra di loro quanto meno sono progrediti nel loro sviluppo. Le differenze si vanno accentuando a misura che gli arti cresciuti, sicché questi si palesano come modificazioni più o meno profonde d'uno stesso modello originario.
Se poi si ammette, con le dottrine evoluzionistiche, che tutti i Vertebrati derivino da un capostipite comune e ne rappresentino tante varianti quante sono le varie classi, queste somiglianze degli arti sono da considerare come espressione di medesimezza di organizzazione dovuta a una più o meno prossima parentela. L'omologia acquista così un significato più preciso e più profondo nella sistematica zoologica. Esempî simili si possono addurre da qualsiasi altro tipo zoologico.
Al concetto di omologia, che è puramente morfologico, è correlativo quello di "analogia" (v.), fisiologico, che esprime somiglianza di funzione. La medesima funzione può essere compiuta da organi non omologhi: la coda d'un cetaceo e quella d'un pesce servono l'una e l'altra da propulsori, ma non sono omologhe; le branchie d'un pesce e i polmoni d'un vertebrato a respirazione aerea sono organi analoghi, ma non omologhi. Omologia e analogia insieme s'incontrano, p. es., nell'occhio, nell'orecchio e nell'organo olfattivo di tutti i Vertebrati, limitatamente alla loro parte sensoria. Al principio del sec. XIX si usava la parola analogia presso a poco anche nel senso di omologia; le speculazioni sulla unità d'organizzazione degli animali condussero a comparazioni e omologazioni fantastiche fra organi di animali appartenenti a tipi di organizzazione affatto diversi. Oggi il concetto di omologia si è ben precisato, ma è applicabile soltanto entro l'ambito d'un medesimo tipo zoologico. Organi omologhi possono avere funzioni simili o funzioni diverse; le quattro gambe d'un cane e quelle d'un cavallo servono a camminare sul suolo presso a poco allo stesso modo; non così l'ala dell'uccello e gli arti anteriori d'un cetaceo. In questi e in tanti altri casi, gli stessi organi sono variamente modificati per compiere uffici diversi (v. morfologia).
Botanica. - Nelle piante sono omologhe fra di loro le foglie verdi ordinarie e le foglie fiorali (sepali, petali, stami, carpelli), i viticci fogliari (del pisello, della veccia, della salsapariglia), le spine fogliari (delle acacie, delle agavi, dei cardi ecc.). Invece sono omologhe al fusto quelle apparenti foglie del comune pugnitopo (Ruscus aculeatus ed altre specie) che provengono da appiattimento di fusti (fillocladi o cladofilli) per sostituirsi nella funzione alle vere foglie abortite o comunque insufficientemente sviluppate in tali piante. Possono dunque essere omologhi organi di struttura diversa non solo, ma anche di funzione diversissima.
Geometria. - Vedi geometria, nn. 26, 29.