Vedi OLYMPOS dell'anno: 1963 - 1963 - 1996
OLYMPOS (῎Ολυμπος)
Toponimo di origine pregreca, comune particolarmente a varî monti delle isole e del continente greco (Lesbo; Skyros; Eubea; Attica; Arcadia; Laconia; Elide; Macedonia) ma assai più spesso riferito, per antonomasia, all'importante massiccio montuoso a cavaliere tra la Macedonia e la Tessaglia.
Questo, sin dalla letteratura omerica e da Esiodo, è estensivamente concepito come sede di Zeus e degli dèi nella sua cima nascosta tra le nubi, confine fra terra ed etere, in obbedienza a una configurazione mitica determinatasi probabilmente già in età protostorica e riecheggiata, sia pure sporadicamente, fino alla letteratura ellenistica. Dall'età classica in poi, tuttavia, come O. si designano le sedi degli dèi in senso sempre più generico o addirittura lo stesso consesso divino, mentre - contemporaneamente - il culto di Zeus e di altre divinità nella loro ipostasi olimpia si espande quasi tipizzando in tutto il mondo greco.
Forse per la genericità di questa concezione predominante, manca nell'arte greca qualsiasi rappresentazione personificata o sufficientemente caratterizzata dell'O., talora convenzionalmente riconosciuto nelle vaghe e generiche notazioni paesistiche di varie rappresentazioni di consessi divini (ad esempio nella pittura ceramica, si vedano rappresentazioni del tipo della celebre hydrìa da Ruvo in Karlsruhe con figurazione del giudizio di Paride - officina di Meidias: C. V. A., Deutschland: Karlsruhe, Badisches Landesmuseum, vol. 1 [G. Hafner], Monaco 1951, pp. 28-29, tav. 22, 4), ma tuttavia mai individuabile per una consistente convenzione iconografica.
Assai più tardi, in età di Commodo, un tipo monetale di Prousa ad Olympum (Misia) presenta un vecchio barbato reclinante su una roccia (Cook, i, fig. 85) nel quale taluno ha voluto riconoscere una personificazione dell'O. di Misia; essa, tuttavia, non presenta sufficienti caratteri distintivi rispetto alle correnti, generiche figurazioni di un genius loci e, anche nello stesso ambiente nel quale ci è nota, ha una portata del tutto episodica.
Bibl.: Drexler-Mackrodt, in Roscher, III, i, 1897, c. 847-858; A. B. Cook, Zeus. A Study in Ancient Religion, I, Cambridge 1914, pp. 100-103, 116-117, fig. 85; III, Cambridge 1940, p. 1068; Schmidt, in Pauly-Wissowa, XVIII, 1939, c. 258-310, con la raccolta sistematica delle fonti letterarie; U. v. Wilamovitz Moellendorf, Der Glaube der Hellenen, 3 ed., Basilea-Stoccarda 1959, pp. 220-221, 246; A. Philippson, Die griechischen Landschaften, I, i: Der Nordosten der griechischen Halbinsel, Francoforte s. Meno 1950, pp. 91-116.