Vedi OLYMPOS dell'anno: 1963 - 1963 - 1996
OLYMPOS (῎Ολυμπος)
Mitico, celeberrimo suonatore di flauto, originario di Frigia. Su questo nome convergono varie fonti relative all'invenzione del flauto (Plat., Symp., 215 B-C; Plut., De musica, 14) e all'introduzione della musica auletica nel mondo ellenico (Plat., Minos, 318 B; Philostr., Imag., 1, 20; Plut., De mus., 5, 11). Nella loro complessità, talora assai contraddittoria (Plut., De mus., 7), esse suggerirebbero, ma rendono al tempo stesso sterile, una discriminazione dei motivi puramente fantastici dagli altri più propriamente storici o, comunque, attribuibili a un qualsiasi personaggio reale, sia pure trasfigurato dalla tradizione.
Il filone mitografico maggiore e più diffuso, però, è certamente quello nel quale O. viene associato a Marsia come lui originario di Frigia. Nell'ambito di questa tradizione, O. viene quasi sempre nominato come allievo preferito di Marsia e ne segue le vicende, ambientate in Frigia (Strab., xii, 8, 15, precisa presso Apamea), fin quando l'uccisione di quello segue alla mitica gara con Apollo.
Nato probabilmente insieme a quello di Marsia, il mito di O. si diffonde con sempre crescente favore in tutto il mondo ellenico dove, secondo un interessante giudizio di Strabone (x, 3, 13 ss.; specialmente x, 3, 14) i poeti già al tempo di Euripide tendevano ad assimilare e confondere la tradizione ellenica facente capo ai riti dionisiaci con quella frigia imperniata sul culto di Cibele; quelli e questo intesi come mediatori della magica trasmissione dell'arte musicale dagli dèi agli uomini.
I monumenti figurati, a loro volta, sembrano efficacemente sottolineare i varî aspetti della tradizione letteraria e, al pari di questa, danno il massimo rilievo alle connessioni tra il mito di O. e quello di Marsia, costituendo una serie pressocché ininterrotta dall'età classica greca alla tarda antichità. Due nuovi e notevoli documenti sembrano, sia pure in via ipotetica, pertinenti alle origini del mito di O.; un'anfora attica a figure nere di Atene (n. 1) lo rappresenta, forse, in un giovane intento a suonare il doppio flauto dinanzi a tre spettatori ed un'altra (n. 2) - di poco più tarda - lo mostra, in identico schema ed atteggiamento, di fronte a Dioniso. Se si accetterà la identificazione, verrebbe da questo monumento una singolare conferma del passo di Strabone sulla contaminazione dei due cicli mitografici ellenico e frigio; d'altra parte, in ambedue i casi la composizione è in ogni dettaglio troppo aulica per potersi confondere con una scena di genere.
La più antica associazione di O. al mito di Marsia che ci sia nota è quella della Nàkyia di Polignoto nella Lesche degli Cnidi a Delfi. La descrizione che Pausania (x, 30, 9) dà del celeberrimo dipinto perduto precisa che O. vi era rappresentato in atteggiamento didascalico presso il maestro. A questo archetipo, sia pure indirettamente, si ispirano i temi di un nutrito gruppo di rappresentazioni (nn. 3-10) nelle quali O. comincia a venire caratterizzato con qualche attributo particolare; la tunica manicata (n. 4) ed il berretto frigio (nn. 4, 9, 10) sono i più frequenti richiami, quasi letterarî, alla sua mitica origine. La contesa di Marsia ed Apollo lo vede testimone sia della sua origine (n. 11), sia del suo svolgimento (nn. 12-18) ed egli, inoltre, assiste alla punizione divina che le sue preghiere non riescono ad evitare (nn, 19-22). L'epilogo del mito, infine, è nel pianto di O. (n. 23) che raccoglierà e seppellirà le spoglie di Marsia (Hyg., Fab., 165, 5).
Da un punto di vista strettamente iconografico un fatto, da questa rassegna di monumenti, può essere desunto con sufficiente chiarezza. Con l'arricchirsi ed il precisarsi delle rappresentazioni figurate del mito si accresce progressivamente l'esigenza di caratterizzare nei dettagli iconografici i personaggi di esso; da qui, dunque, l'abito frigio, più o meno completo, di Olympos. In età romana, la precedente tradizione iconografica, largamente rimaneggiata ed interpretata, viene spesso fraintesa, come sembrerebbe da una chiara tendenza a confondere la figura di O. con quella dello scita punitore, essendo ambedue rappresentati in abito frigio e, spesso non distinti dai loro attributi particolari (il coltello per lo scita, il flauto o la syrinx per O.); in questi casi, tuttavia, può forse valere l'osservazione che in nessuna rappresentazione di sicura esegesi il giustiziere appare prima che Marsia sia già appeso all'albero.
Monumenti considerati. - A) O. rappresentato come auleta: 1. Anfora attica a figure nere; Atene, Museo Naz. 570 a. C. circa: S. Papaspyridi-Karouzou, in Am. Journ. Arch., xlii, 1938, pp. 495-505 (contra, Schauenburg, p. 46 nota 30, ma senza argomenti). 2. Grosso frammento di anfora attica a figure nere; Collezione Tessin, 560 a. C. circa, attribuita al Pittore di Heidelberg: K. Schefold, Meisterwerhe griechischer Kunst, Basilea-Stoccarda 1960, pp. 20, 150, 152, fig. 132. B) O. e Marsia in atteggiamento didascalico: 3. Anfora attica a figure nere; Napoli, Museo Naz. n. 3235, da Ruvo, maniera del Pittore di Meidias: J. D. Beazley, Red-fig., p. 835, n. 1o (O. è rappresentato come citaredo; cfr. Schol. Plat., Rep., 399 E). 4. Specchio bronzeo greco; New York, Metropolitan Museum of Art, n. 14.130.4, fine del IV sec. a. C.: G. M. A. Richter, Handbook of the Greek Collection, Cambridge Mass. 1953, pp. 111, 249, tav. 89 B (O. in abito frigio; l'identificazione con O. è da considerare certa, adattandosi la composizione ad essa assai meglio che non a quella con lo scita punitore). 5. Oinochòe italiota (?), prima nella collezione del museo di Berlino, medita: K. Schauenburg, op. cit. in bibl., p. 47 e nota 35. 6. Gemma, in collez. privata ignota: A. Furtwängler, Gemmen, i, p. 149, n. 36, tav. xxx, 36. 7. Pittura parietale nella Casa della Regina Margherita, Pompei: K. Schefold, Die Wände Pompejis, Berlino 1957, p. 69. 8. Pittura parietale dalla Casa del Poeta Tragico, Pompei: K. Schefold, op. cit., p. 106. 9. Pittura parietale dalle Casa del Duca d'Aumale, Pompei: id., op. cit., p. 113 (O. è caratterizzato dal berretto frigio). 10. Mosaico da Baccano; Roma, Museo Nazionale Romano: S. Aurigemma, Mosaico di Baccano con scena del mito di Marsia, in Studi Calderini-Paribeni, iii, Milano 1956, pp. 519-526 (O. in pieno abito frigio). C) O. testimone della contesa di Marsia ed Apollo: 11. Cratere a campana àpulo; Boston, Museum of Fine Arts: K. Schauenburg, op. cit., tav. 30, p. 43 (O. è rappresentato in un giovanetto che regge uno specchio in cui si riflette Atena intenta a suonare il doppio flauto; Marsia assiste. È il momento iniziale del mito): 12. Pelike da Kerč Leningrado, Ermitage; 335 a. C. circa: K. Schefold, Kertscher Vasen, Berlino 1930, pp. 18-19, tav. 18 B (O. ignudo con berretto frigio, con Marsia, dinanzi ad Apollo che suona). 13. Cratere della ex-Collezione Hope: J. D. Beazley, Etr. Vase-Paint., p. 76. 14. Sköphos attico a figure nere; Salonicco, Museo, 330-320 a. C. circa: Schauenburg, op. cit. p. 49, tav. 38, 1. (O.? rappresentato come un giovane, non caratterizzato, presso Marsia; derivato da composizione maggiore nella quale reggeva uno strumento a corda?). 15. Patera argentea da Biserta; Tunisi, Museo del Bardo: P. Gaukler, La patère de Bizerte, in Mon. Piot, vol. ii, 1895, pp. 77-94, tavv. viii-x (Marsia suona dinanzi ad O. e ad un consesso divino). 16. Monumento funerario di Bierbach, rilievo del basamento II sec. d. C.: F. Sprater, Ein römisches Grabdenkmal von Bierbach (Saar), Speyer 1947, pp. 12-13, tav. 1. 17. Mosaico da El Djem; Tunisi, Museo del Bardo, fine del II sec. d C.: G. Picard, Une mosaïque pythagoricienne à El Djem, in Hommage W. Deonna, in Latomus, xxviii, Bruxelles 1957, pp. 385-393, tavv. liv-lvi (O. in abito frigio; l'iconografia non è differenziata da quella dello scita punitore, ma l'identificazione con O. è la più probabile). 18. Fiaschetta fittile decorata a stampo; St. Germain-en-Laye, museo n. 9684, III sec. d. C.: F. Fremersdorf, Bine Feldflasche aus südgallischer Sigillata, in Mainzer Zeitschrift, xlvi-xlvii, 1951-52, pp. 16-17, fig. 12. D) O. prega per la salvezza di Marsia, già appeso all'albero: 19. Gemma (diaspro rosso); Berlino Est, Musei, n. 8524: A. Furtwängler, Gemmen, vol. i, p. 222, 16, tav. xliv, 16 (O. in abito frigio inginocchiato dinanzi ad Apollo; Marsia appeso all'albero). 20. Stele funeraria da Arabona, Raab, Museo: A. Schober, Die römischen Grabsteine von Noricum und Pannonien, Vienna 1923, pp. 62-63, fig. 64 (O. prega Apollo; Marsia appeso, presso di lui i giustizieri in abito frigio). 21. Stucco decorativo nella Basilica sotterranea di Porta Maggiore, Roma: S. Aurigemma, La Basilica sotterranea neopitagorica di Porta Maggiore in Roma, Roma s. d. [1954], p. 47, fig. 33. 22. Mosaico da Baccano; Roma; Museo Naz. Romano: E. Brizio, in Bull. Inst., 1873, pp. 128-129, non illustrato (O. inginocchiato dinanzi ad Apollo mentre lo scita, in abito frigio, lega Marsia all'albero). E) O. dinanzi alle spoglie di Marsia: 23. Candelabro marmoreo da Otricoli; Roma, Musei Vaticani: G. Lippold, Die Skulpturen des Vatikanischen Museums, vol. iii, 2, Berlino 1956, pp. 132-134, tav. 61, n. 39 (O. seminudo, con berretto frigio, piange dinanzi al corpo di Marsia che pende dall'albero e si copre il volto col lembo di un corto mantello). 24. Sarcofago marmoreo; Copenaghen, Gliptoteca Ny Carlsberg: C. Robert, Sarkophagrel., iii, 2, Berlino 1904, pp. 261-263, n. 208, tav. lxviii (O. presso Marsia appeso all'albero; ai piedi di questo lo scita giustiziere. Quest'ultimo e O. sono entrambi in abito frigio, ma lo scita è caratterizzato dal coltello).
Bibl.: Oltre agli studî particolari ed alle fonti già ricordati nel testo si veda: Weizsäcker, in Roscher, III, i, 1897-1909, 860-866; S. Papaspyridi-Karouzou, A Proto-Panathenaic Amphora in the National Museum at Athens, in Am. Journ. Arch., XLII, 1938, pp. 495-505; K. Schauenburg, Marsyas, in Röm. Mitt., LXV, 1958, pp. 42-66, tavv. 30-40; E. Paribeni, in E. A. A., vol. IV, 1962, pp. 876-880, s. v. Marsia.