MARINELLI, Olinto
– Nacque a Udine l’11 febbr. 1874 da Carolina D’Orlandi e da Giovanni, allora docente di storia e geografia nell’istituto tecnico cittadino ma già avviato a divenire un caposcuola della nascente geografia italiana. Il M. dimostrò, fin dall’infanzia, notevole inclinazione per gli studi in genere e per l’osservazione geografica in particolare, che vedeva quasi quotidianamente praticata dal padre nel corso di frequentissime escursioni. Nel 1878 la famiglia si trasferì a Padova, dove il padre aveva vinto per concorso la cattedra universitaria di geografia e dove il M. seguì con grande profitto gli studi primari e secondari. Il padre, che lo sosteneva nei suoi interessi per la geografia, lo indirizzò verso la facoltà di scienze naturali: scelta insolita in un’epoca in cui i non molti geografi operanti in Italia provenivano da facoltà umanistiche.
Il padre del M., infatti, aveva maturato l’idea che la geografia avesse bisogno di basi naturalistiche e ritenne che le doti del figlio (come anche dei suoi allievi), unitamente a quel genere di studi, avrebbero assicurato la preparazione, come qualcuno aveva detto, del «perfetto geografo». Un’idea ch’era in buona parte ascrivibile all’influenza della geografia germanofona, dove era stata fatta propria da alcuni tra i maggiori geografi europei, e che si fece sentire a lungo in Italia. Non è dato sapere se nel suo intimo il M. approvasse senza riserve la scelta paterna, ma è certo che l’interesse per gli studi di scienze naturali non venne mai meno e che nella sua produzione scientifica, pur tanto varia – Dainelli (1926, p. 863) lo definì «geografo veramente completo, unico per lo meno in Italia, raro esempio anche fuori d’Italia» –, i lavori di geografia fisica prevalgono.
Gli studi intrapresi a Padova, dove il M. si giovò dell’insegnamento di illustri maestri (fra cui R. Panebianco e T. Taramelli), o seguendone direttamente i corsi o perché frequentavano casa Marinelli in quanto colleghi e amici del padre, proseguirono, dal 1892, presso la facoltà di scienze del prestigioso Istituto di studi superiori di Firenze, successiva tappa della carriera paterna. Qui il M. fu affidato soprattutto alle cure del geologo C. De Stefani, relatore della sua tesi di laurea (un accurato e innovativo studio pubblicato a Firenze nel 1902 con il titolo Descrizione geologica dei dintorni di Tarcento in Friuli).
Fin dalle prime ricerche il M. rivelò notevoli doti di studioso: il suo primo lavoro, Il lago di Cavazzo, apparve a Udine nel 1892 (il M. era appena diciottenne). Tra il 1892 e il 1900 il M. diede alle stampe un centinaio di lavori, un quinto dei quali afferenti alla limnologia, studi invero in gran parte brevissimi (tra essi, tuttavia, ci sono anche le prime due puntate, del 1898 e 1900, dei corposi Studi orografici sulle Alpi orientali edite a Roma), ma sempre ricchi di informazioni e di annotazioni preziose, anche da un punto di vista metodologico.
Questa sarebbe rimasta una delle caratteristiche della vasta produzione del M., che ammonta a più di 470 titoli, composta in buona parte da scritti di piccole dimensioni.
Conseguita la laurea nel 1895, l’anno dopo il M. entrò nell’insegnamento medio, ricoprendo, dapprima come reggente e poi di ruolo, la cattedra di geografia dell’istituto tecnico di Catania e successivamente di quello di Ancona.
Nel 1901, dopo la prematura morte del padre l’anno precedente, il M. fu chiamato dalla facoltà fiorentina a coprire per incarico la cattedra che era stata del padre, cattedra di cui divenne titolare nel 1905, vincendo il concorso bandito dalla facoltà.
Il M. continuò a occuparsi delle terre veneto-friulane (fra l’altro completando gli Studi orografici, Roma 1902, 1903, 1904), impegnandosi, nello stesso tempo, alla diffusione delle idee di geografi stranieri, come i tedeschi F. Ratzel ed E. Brückner, l’austriaco E. Richter e, più tardi, lo statunitense W.M. Davis e il francese J. Brunhes.
Nel 1905 accolse l’invito del collega e amico G. Dainelli, geografo, geologo ed esploratore, a raggiungerlo ad Asmara, in Eritrea, per partecipare ai lavori del primo congresso coloniale italiano, e per intraprendere poi, insieme con lui, un viaggio di ricerca nel territorio della colonia, soprattutto in Dancalia. Questo fu, per alcuni aspetti, un vero e proprio viaggio di esplorazione (G. Dainelli - O. Marinelli, Risultati scientifici di un viaggio nella Colonia Eritrea, Firenze 1912), cui ne seguirono diversi altri: per esempio partecipò ancora con Dainelli alla spedizione italiana guidata da F. De Filippi nel Karakorum e in altre regioni dell’Asia centrale nel 1913-14. Nel 1912 aveva compiuto un lungo viaggio di studio negli Stati Uniti.
Il M., comunque, non abbandonò le ricerche sull’Italia: in quegli anni apparvero quattro opere rimaste di importanza fondamentale dal punto di vista metodologico e per la conoscenza della Penisola: I limiti altimetrici in Comelico, in Memorie geografiche, I (1907), 1, pp. 9-97; I ghiacciai delle Alpi Venete, ibid., IV (1910), 11, pp. 5-289; Fenomeni carsici nelle regioni gessose d’Italia, ibid., XI (1917), 34, pp. 223-416; La regione del monte Amiata, ibid., XIII (1919), 39, pp. 177-241.
Negli ultimi anni di vita il M. si impegnò nella stesura di un’opera di grande mole, l’Atlante dei tipi geografici… (Firenze 1922) raccolta di stralci di carte topografiche scelti e adeguatamente commentati per illustrare fatti e fenomeni geografici, strumento validissimo per lo studio della geografia generale. L’opera ebbe grande fortuna e nel 1948 ne uscì una seconda edizione.
Il M. morì a Firenze il 14 giugno 1926.
Fu membro della Società di studi geografici di Firenze e del Comitato geografico nazionale, di cui fu il principale animatore. Nel 1924 fu nominato socio nazionale dell’Accademia del Lincei.
Opere: Un elenco completo degli scritti è in A. Sestini, Bibl. degli scritti di O. M., in Riv. geografica italiana, LXXXI (1974), pp. 617-683. Fra i contributi principali – oltre a quelli citati – Studi orografici sulle Alpi orientali, in Memorie della Soc. geografica italiana, VIII (1898), parte 2ª, pp. 338-445; in Boll. della Soc. geografica italiana, s. 4, I (1900), pp. 776-813, 873-928, 984-1000; III (1902), pp. 682-716, 757-779, 833-861; V (1904), pp. 13-34, 92-112, 193-223; Alcune questioni relative al moderno indirizzo della geografia, in Riv. geografica italiana, IX (1902), pp. 217-240; Federico Ratzel e la sua opera geografica, ibid., XII (1905), pp. 8-18, 102-126; Del moderno sviluppo della geografia fisica e della morfologia terrestre, in Boll. della Soc. geografica italiana, s. 4, IX (1908), parte 1ª, pp. 226-248; Saggio di cento carte topografiche dell’Ist. geografico militare rappresentanti forme e fenomeni caratteristici del suolo italiano, Firenze 1912; Un viaggio d’istruzione negli Stati Uniti d’America (L’escursione transcontinentale), in Riv. geografica italiana, XX (1913), pp. 273-308, 385-406, 460-478, 513-536; La geografia in Italia, Firenze 1916; Sul concetto di regione naturale, in Riv. di geografia didattica, IV (1920), pp. 129-134; Atlante dei tipi geografici desunti dai rilievi al 25.000 e al 50.000 dell’Ist. geografico militare con notazioni, Firenze 1922; Relazioni scientifiche della spedizione italiana De Filippi nell’Himalaia, Caracorum e Turkestan cinese, 1913-1914, s. 2, IV, Le condizioni fisiche attuali, Bologna 1928 (in collab. con G. Dainelli); Curiosità geografiche, Milano 1928.
Fonti e Bibl.: G. Dainelli, O. M., in Boll. della Soc. geografica italiana, s. 6, III (1926), pp. 861-872; A. Lorenzi, O. Marinelli. Suoi meriti per la conoscenza delle Alpi del Friuli, in In Alto, XXXVII (1926), pp. 49-69; G. Dainelli, O. M. e la sua opera geografica. Commemorazione…, Udine 1927; R. Biasutti, Discorso tenuto per la commemorazione di O. M., in Riv. geografica italiana, XXXIV (1927), pp. 8-20; A. Sestini, La «Scuola di geografia» presso l’Ist. di studi superiori in Firenze dal 1902 al 1910, ibid., LVIII (1961), pp. 274-280; Id., La figura e l’opera di O. M., ibid., LXXXI (1974), pp. 523-544; R. Riccardi, O. M. nel centenario della nascita, in Boll. della Soc. geografica italiana, s. 10, III (1974), pp. 31-43; R. Pracchi, Gli studi sui limiti altimetrici e la vita in montagna, ibid., pp. 545-568; G. Valussi, Il contributo alla conoscenza geografica del Friuli, ibid., pp. 569-596; M. Fondi, Gli studi di geografia umana, ibid., pp. 597-616; I. Luzzana Caraci, La geografia italiana tra ’800 e ’900 (Dall’Unità a O. M.), Genova 1982, ad ind.; Validità e attualità dell’Atlante dei tipi geografici di O. Marinelli. Atti del Convegno… 1987, a cura di A. Di Blasi, Catania 1988.