OLIMPIADI.
– Giochi olimpici estivi. Pechino 2008. Londra 2012. Giochi olimpici invernali. Vancouver 2010. Sochi 2014
Giochi olimpici estivi. – Pechino 2008. – Alla XXIX O., svoltasi in Cina tra l’8 e il 24 agosto, parteciparono
10.942 atleti (6305 uomini e 4637 donne), rappresentanti di 204 comitati olimpici. Al di là del profilo tecnico, rivelatosi di altissimo livello, l’assegnazione alla Cina rivestì grande importanza per l’aspetto diplomatico ed economico-politico, considerando il momento di ulteriore ascesa di un Paese già leader a livello internazionale e, contemporaneamente, il delicato problema dei diritti umani. Nel medagliere finale si imposero i padroni di casa con 51 medaglie d’oro, 21 d’argento e 28 di bronzo, per un totale di 100, contro le 110 degli Stati Uniti, così ripartite: solo 36 gli ori, 38 e 36, rispettivamente, i piazzamenti d’onore. Terza la Russia. I successi cinesi, per molti aspetti annunciati, furono anche il frutto di un’accurata pianificazione e dell’applicazione di metodologie adeguate.
I due atleti che ottennero i risultati più prestigiosi furono il velocista giamaicano Usain Bolt e il nuotatore statunitense Michael Phelps: il primo vinse l’oro nei 100 e 200 m piani e nella staffetta di squadra 4×100 m, stabilendo in tutte e tre le occasioni i rispettivi record mondiali; il secondo riuscì ad aggiudicarsi, in una stessa edizione olimpica, otto medaglie d’oro tra titoli individuali e staffette, un primato difficilmente raggiungibile in futuro. Impressionante fu il dominio assoluto nei tuffi della Cina, capace di vincere sette medaglie d’oro sulle otto disponibili.
La spedizione azzurra a Pechino si aggiudicò 27 medaglie, che le valsero il nono posto nel medagliere, così ripartite: 8 d’oro, 9 d’argento, 10 di bronzo. La scherma confermò gli ottimi risultati degli anni precedenti: all’oro di Valentina Vezzali nel fioretto femminile si aggiunse quello di Matteo Tagliariol nella spada maschile, e cinque medaglie di bronzo tra gare individuali e a squadre. Splendida, nel nuoto, fu la vittoria di Federica Pellegrini nei 200 m stile libero, prima nuotatrice italiana a vincere un oro alle O., che stabilì anche il primato del mondo su quella distanza; mentre ad Alessia Filippi andò l’argento negli 800 stile libero. Memorabili, tra le altre, le affermazioni di Roberto Cammarelle nella categoria dei supermassimi della boxe e di Alex Schwazer nella 50 km di marcia.
Londra 2012. – La XXX edizione estiva delle O. (27 luglio-13 agosto 2012) si è svolta a Londra, divenuta così l’unica sede ad avere ospitato i Giochi per tre volte (dopo quelli del 1908 e del 1948). Gli atleti partecipanti sono stati 10.568, di cui 5892 uomini e 4676 donne, espressione di 204 comitati olimpici (4 atleti parteciparono individualmente). Primi nel medagliere gli Stati Uniti, con 104 riconoscimenti (46 d’oro, 29 d’argento, 29 di bronzo), davanti alla Cina (38 ori, 27 argenti e 23 bronzi, per un totale di 88 medaglie). Terzi i padroni di casa della Gran Bretagna (65 medaglie, di cui 29 d’oro, 17 d’argento, 19 di bronzo). Solo quarta la Russia, fatto insolito, penalizzata non dal numero complessivo di medaglie, 83, ma dal loro valore (solo 24 d’oro, a fronte delle 26 d’argento e delle 33 di bronzo).
I fatti più notevoli di questa manifestazione hanno riguardato il velocista Bolt (nuovamente campione nei 100 e 200 m e nella staffetta 4×100 m corsa con la squadra giamaicana); l’ulteriore celebrazione del nuotatore Phelps, che con le sei medaglie vinte a Londra ha portato il proprio bottino complessivo per quanto riguarda le gare olimpiche a quota 22 medaglie, di cui 18 d’oro. Va infine aggiunta la prova del fuoriclasse keniano David Rudisha, che nella finale di altissimo livello tecnico degli 800 m (tutti i partecipanti hanno corso sotto il tempo di 1′44″) ha vinto l’oro e conquistato il primato mondiale (1′40″91), in una delle più grandi vittorie olimpiche della storia. Il bilancio dell’Italia è stato accettabile ma non esaltante con 28 medaglie, una in più rispetto a Pechino: 8 d’oro, 9 d’argento e 11 di bronzo. Azzurri competitivi negli sport ‘guerreschi’: judo, taekwondo, tiri, boxe (poco felice il responso della giuria per Cammarelle, argento nella categoria supermassimi), scherma (spiccano le medaglie d’oro a squadre nel fioretto maschile e femminile e la tripletta azzurra sul podio dell’individua le femminile, con Elisa Di Francisca, Arianna Arrigo e Vezzali). L’Italia ha invece deluso nel nuoto in vasca (nessun riconoscimento, complice l’appannamento della campionessa Pellegrini) e nell’atletica (solo il bronzo di Fabrizio Donato nel salto triplo). Tra gli altri fatti, la vicenda negativa del caso di Schwazer, campione olimpico dei 50 km di marcia nel 2008, risultato positivo all’eritropoietina (EPO) durante l’ultimo controllo prima della partenza per Londra; toccante, invece, dopo il bronzo conseguito dall’Italia maschile del volley, la dedica della squadra al compagno e amico Vigor Bovolenta, scomparso pochi mesi prima.
Giochi olimpici invernali. – Vancouver 2010. – A questa edizione, la XXI, svoltasi in Canada dal 12 al 28 febbraio, gli Stati rappresentati furono 82 e i partecipanti alle gare 2566 (di cui 1522 uomini e 1044 donne). Fin dall’inizio la manifestazione si rivelò per alcuni aspetti poco fortunata. Oltre alle polemiche e alle contestazioni legate ai rapporti tra Stato e nativi (la Columbia britannica era uno dei pochi Stati canadesi a non aver ancora firmato alcun trattato di riconciliazione con i discendenti delle tribù che abitavano nei territori prima dell’invasione britannica), una problematica evidenziata nelle occasioni di risonanza mediatica, ispirate, almeno in teoria, all’idea di avvicinamento tra i popoli, un lutto precedette la cerimonia di apertura, condizionando il clima dell’intera edizione: un incidente in prova che stroncò la vita dello slittinista georgiano Nodar Kumaritashvili. A ciò si aggiunsero le condizioni meteorologiche non sempre ideali, con rinvii, spostamenti e polemiche sullo stato del ghiaccio; altre tensioni furono legate alla qualità dei controlli di sicurezza, ritenuti a volte eccessivamente severi e discrezionali. Nel medagliere prevalsero i padroni di casa (26 riconoscimenti complessivi, contro i 30 della Germania e i 37 degli Stati Uniti, ma dal peso diverso in termini di prestigio: 14 ori per i canadesi, a fronte dei 10 tedeschi e dei 9 statunitensi). Privi di dominatori assoluti, questi Giochi offrirono comunque spunti importanti, come, per es., quello dei campioni tedeschi del bob André Lange e Kevin Kuske, che, acquisendo il quarto oro ai Giochi olimpici invernali, divennero gli atleti più vittoriosi nella storia della disciplina. Lo svizzero Simon Ammann vinse entrambe le prove del salto con gli sci (come aveva fatto otto anni prima a Salt Lake City), mentre la norvegese Marit Bjørgen fece sue ben cinque medaglie nel fondo (3 ori, un argento e un bronzo).
Non esaltante fu il bilancio azzurro: una sola medaglia d’oro (Giuliano Razzoli nello slalom speciale maschile), una d’argento (Pietro Piller Cottrer nella 15 km a tecnica libera di fondo maschile) e tre di bronzo (Alessandro Pittin nella combinata nordica, l’eterno Armin Zöggeler nello slittino singolo e la promettente Arianna Fontana nei 500 m dello short track). Deludente fu il 16° posto, a causa di una caduta, della pattinatrice Carolina Kostner.
Sochi 2014. – A questa edizione, la XXII, svoltasi in Russia dal 7 al 23 febbraio, gli Stati rappresentati sono stati 88 e i partecipanti alle gare 2781 (di cui 1660 uomini e 1121 donne); nel medagliere finale, vittoria dei padroni di casa, con 33 medaglie (13 d’oro, 11 d’argento e 9 di bronzo), davanti alla Norvegia (che con 11 ori, 5 argenti e 10 bronzi ha acquisito complessivamente 26 riconoscimenti) e al Canada (25 medaglie, di cui 10 d’oro, 10 d’argento e 5 di bronzo). Diversi i momenti da ricordare, per le emozioni, non soltanto sportive, che hanno suscitato: tra questi il forfait di Evgeni Plushenko, autentico campione del pattinaggio di figura maschile e idolo di casa, ritiratosi dalla gara individuale, dopo aver vinto l’oro a squadre, durante il riscaldamento. Due esempi di brillante longevità agonistica sono invece giunti dall’austriaco Mario Matt, che ha conquistato l’oro nel lo slalom speciale a 34 anni, e dal norvegese Ole Einar Bjørndalen, che a 40 anni, con due ori acquisiti nello sprint e nella staffetta mista, ha raggiunto quota 13 medaglie ai Giochi invernali nel biathlon. Proprio nel biathlon, la bielorussa Darya Domracheva ha conquistato tre ori individuali.
Enorme il disappunto dell’olandese Koen Verweij quando ha scoperto di aver perso l’oro sui 1500 m nel pattinaggio di velocità perché anticipato dal polacco Zbigniew Brodka di soli tre millesimi. I Paesi Bassi hanno fatto registrare un record di medaglie in questa disciplina (23 su 36, 8 ori su 12 a disposizione). Rimane impressa anche la commozione di Bode Miller, leggenda dello sci alpino statunitense, che, riuscito a salire per la sesta volta sul podio olimpico (bronzo nel super-G), ha ricordato il fratello Chelone, da poco scomparso. Curiosa nello snowboard la bella storia dei coniugi Vic Wild e Alena Zavarzina, che hanno vinto, rispettivamente, l’oro nella gara maschile dello slalom gigante parallelo e il bronzo nella stessa disciplina al femminile, scendendo sulla stessa pista a distanza di pochissimi minuti. Lo statunitense Ted Ligety (propr. Theodore Sharp Ligety), dominando lo slalom gigante, è diventato il primo atleta non europeo a vincere un oro in questa disciplina alle Olimpiadi.
Per quel che riguarda l’Italia, gli atleti azzurri hanno chiuso con 8 medaglie, 2 d’argento e 6 di bronzo. Tra queste ultime, quello di Zöggeler, lo slittinista italiano più forte di tutti i tempi, portabandiera nella cerimonia di apertura: è stata questa la sua sesta medaglia in sei O. diverse. Nello short track, Fontana ha fatto sue tre medaglie (in una sola edizione dei Giochi), due individuali (argento e bronzo) e una in staffetta (bronzo), mentre Christof Innerhofer ha vinto la prima medaglia italiana (argento) nella discesa libera, ma la sua più sorprendente affermazione è stata la conquista della medaglia di bronzo nella super-combinata, gara in cui non partiva da favorito. Ottima la prova di Kostner, alla cui carriera straordinaria mancava solo la medaglia olimpica, che è arrivata a Sochi: si è trattato di un bronzo dai significati simbolici forse superiori rispetto a quelli derivanti dalla conquista del terzo posto.
Per approfondimenti su alcune specialità presenti ai Giochi olimpici, si rimanda alle voci sui singoli sport.