OLIMPIADE ('Ολυμπιάς, Olympias)
Regina di Macedonia e madre di Alessandro Magno. Nacque verso il 375 a. C. Il padre, Neottolemo re di Epiro, morì presto e O. passò sotto la tutela dello zio paterno Aribba, che nel 358 stipulò il matrimonio di lei con Filippo il Macedone. Dalle nozze nacquero, il 356, Alessandro, e, l'anno dopo, Cleopatra. Alla corte di Pella O. portò l'energia e l'audacia del suo spirito, incline a torbide pratiche di misticismo orgiastico-dionisiaco, la cui pericolosa suggestione agì potentemente su Alessandro. Questi fu devotissimo sempre a O. e con lei si schierò contro Filippo, quando si conclusero le sue nozze con Cleopatra nipote di Attalo. Allora O. ritornò alla corte di Epiro, presso il fratello Alessandro il Molosso, cui Filippo in segno di pace offrì la mano di sua figlia Cleopatra. Fra questi intrighi politici e domestici maturò l'assassinio di Filippo. O. fu libera di sfogare sulla rivale Cleopatra e i suoi la sua cruenta ira. E continuò a governare la Macedonia durante i primi anni della spedizione di Alessandro, venendo per questo a fiera contesa con Antipatro. Talché nel 331 si ritrasse in Epiro, assumendovi la reggenza per il nipote Neottolemo ancora bambino ed esercitando un'effettiva sovranità. Alla morte di Alessandro, sdegnò di parteggiare per l'uno o per l'altro dei Diadochi, fin quando, il 317, la vittoria di Cassandro, che si era acquistato il favore di Euridice e dell'Arrideo, non indusse O. ad accogliere le profferte di Poliperconte, perché non governasse la Macedonia quegli che O. diceva assassino di suo figlio. Vincitrice, O. non esitò a mettere a morte l'Arrideo ed Euridice e a infierire contro i partigiani di Cassandro. Fallita la resistenza sul campo, O. sostenne lungo assedio in Pidna, ma (primavera 316) dovette arrendersi, e, dopo una parvenza di processo, fu giustiziata.
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