Tschechowa, Olga (nata Olga von Knipper)
Attrice cinematografica tedesca, nata ad Aleksandropol′ (od. Kumayri, Armenia) il 26 aprile 1897, da padre tedesco e madre di origini austro-irlandesi, e morta a Monaco di Baviera il 9 marzo 1980. Bella e raffinata, perfetta nella parte dell'aristocratica fascinosa, fatua ed egocentrica, recitò in circa duecento film, fino alla fine degli anni Cinquanta. Buona amministratrice della propria immagine (e dei propri affari), lanciò con il suo nome una fortunata linea di cosmetici e pubblicò due libri autobiografici dal titolo Ich verschweige nichts! (scritto in collaborazione con C.C. Bergius, 1952) e Meine Uhren gehen anders (1973).
Il suo nome, conforme all'ortografia tedesca, rivela la sua omonimia con la zia Olga Knipper, coniugata con il drammaturgo russo A.P. Čechov, con il quale la T. raddoppiò la parentela sposandone giovanissima un nipote, l'attore Michail. Dopo aver studiato arte all'Accademia di San Pietroburgo, si dedicò al teatro frequentando la scuola di Konstantin S. Stanislavskij a Mosca. Esule a Berlino dopo la rivoluzione bolscevica, esordì nel cinema recitando in Schloss Vogelöd (1921; Il castello di Vogelöd) di Friedrich W. Murnau. S'impose quindi in Nora (1923) di Berthold Viertel, dal dramma di H. Ibsen, e fu superlativa, nel ruolo di una baronessa adultera, nel movimentato Un chapeau de paille d'Italie (1927; Un cappello di paglia di Firenze) di René Clair. Inchiodata a ruoli di nobildonna, impersonò la contessa Edith von Tauroff in Die Drei von der Tankstelle (1930; La sirenetta dell'autostrada) di Wilhelm Thiele, e la crudele baronessa von Eggersdorff, la cui vanità costa la vita a un giovane tenente, in Liebelei (1933; Amanti folli) di Max Ophuls, da A. Schnitzler. Apparve spesso in ruoli che la vedono in competizione (vincente) con più giovani concorrenti, ma in Bel Ami (1939; Bel Ami ‒ L'idolo delle donne) di Willi Forst, dal romanzo di G. de Maupassant, nella parte della matura Madeleine deve cedere di fronte all'affascinante Suzanne (Ilse Werner). Nel dopoguerra continuò a recitare in decine di film, passando impercettibilmente dai ruoli di protagonista a sofisticate caratterizzazioni, tra cui spicca Die Barrings (1955) di Rolf Thiele, al fianco di un'altra veterana del cinema tedesco, Lil Dagover. Tra le sue ultime apparizioni di rilievo il duetto con la nipote Vera (n. Berlino 1940) nella serie televisiva Duell zu Dritt (1971) di Hermann Leitner. È stato trasmesso postumo il documentario Tschecow in meinem Leben (1985) realizzato da Vadim Glowna, marito della nipote, sulla sua illustre parentela.