BILAC, Olavo
Poeta brasiliano, nato a Rio de Janeiro nel 1865, morto nel 1918. Fu, con Alberto de Oliveira, Raymundo Corrêa, Vicente de Carvalho uno dei capi riconosciuti del movimento parnassiano al Brasile: movimento, che pur restando romantico nel fondo, come tutta la letteratura brasiliana, proclamò nuovamente il culto della forma contro la trascuratezza di linguaggio, in cui gli ultimi epigoni del romanticismo erano naufragati. In una forma quasi sempre impeccabile il Bilac espresse nelle liriche di Via Lactea, Saråas de fogo, Alma errante, Tarde, la propria sensibilità inquieta, dolente, la propria sensualità tropicale, esasperata talvolta fino al morboso delirio. Seppe però anche librarsi al di sopra dei suoi casi individuali, e, pur narrandoli e commentandoli, farsi interprete commosso dell'anima nazionale. Immaginoso ed eloquente, restò sempre immune da ogni enfasi e da ogni rettorica, e nutrì alte aspirazioni spirituali. I suoi sforzi per evadere dal pessimismo naturalista che dominò quasi tutti i parnassiani, in Europa e in America, e dal superficiale scetticismo boulevardier, che coloriva le sue elegantissime cronache, firmate con il pseudonimo "Fantasio", si palesano, or più or meno, in ogni suo libro, ma specialmente nelle ultime raccolte di liriche, Alma errante, Tarde, e nei coloriti poemi di sfondo storico o filosofico, A tentaåão de Xenócrates, Sagres, As viagens, O caåador de esmeraldas. Le tragiche vicende e gl'insegnamenti severi della grande guerra resero infine fattive le preoccupazioni patriottiche e sociali, che egli aveva sempre portato entro di sé. Dopo essere stato propugnatore entusiasta e tenace di un intervento del Brasile a fianco dell'Intesa, il B. condusse un'appassionata campagna di discorsi ed articoli, predicando i principî di un sano e illuminato nazionalismo, e la necessità di un rinnovamento nell'educazione delle nuove generazioni. Già celebre da molto tempo come poeta, divenne così popolarissimo in tutto il paese. Visse abbastanza per poter salutare la vittoria degli alleati, e presentire, se non raccogliere, i primi frutti del suo apostolato civile.
Opere: Poesias, Via lactea, Saråas de fogo, Panoplias, A tentaåão de Xenócrates, Alma errante, As viagens, Sagres, A missão de Purna, O caåador de esmeraldas, Tarde, Poesias infantis, Critica e Fantasia, Chronicas e Novellas, Conferencias literarias. In collaborazione con Manuel Bomfim: Livro de leitura, Livro de composiåão e Atravez do Brasil. In collaborazione con Coelho Netto: Cantos patrios, Theatro infantil e Patria brasileira. In collaborazione con Guimarães Passos: Tratado de metrificaåão.
Bibl.: José Verissimo, Estudos de literatura brasileira, Rio de Janeiro, 1907; Ronald de Carvalho, Pequena historia da literatura brasileira, Rio de Janeiro 1919; A. Motta, Vultos e livros - Perfis academicos, Rio de Janeiro 1920; Pereira de Carvalho, A Academia brasileira en 1915, Rio de Janeiro 1915; V. Orban, Anthologie française des écrivains brésiliens - Poésie brésilienne, Parigi 1908; E. Wernack, Anthologia brasileira, Petrópoli 1916.