DUUN, Olav
Romanziere norvegese, nato a Fosnäs nel Naurdal il 21 novembre 1876: accanto a Sigrid Undset, uno dei poeti della nuova generazione che più contribuirono al ritorno della poesia norvegese a tradizioni nazionali, d'ispirazione paesana. D'origine contadinesca, legato alla sua terra e al suo popolo, ne ha tratto la materia di tutta l'opera sua. Il primo periodo della sua attività è rappresentato da una serie di novelle e romanzi: non meno di 12 volumi, fra cui hanno particolare rilievo Pa tvert (Di traverso, 1909), che fu la sua prima vera affermazione, Tre Venner (Tre amici, 1914), Harald (1915), Det gode Samvete (La coscienza tranquilla, 1916): nei quali la sicurezza e forza nel disegnare, non senza umoristico sorriso, le singole figure si congiunge con una larga e ricca vena inventiva e con un mistico primitivo sentimento della vita, in cui gli uomini e la natura appaiono come saldati insieme in una elementare unità di esistenza. Senza uscire dal suo mondo consueto, ma ampliandone gli orizzonti, con una più molteplice e varia folla di personaggi e con un più complesso approfondimento nella rappresentazione della vita, s'allaccia a questa poesia anche la sua ultima e più vasta opera: il ciclo di romanzi sui Juvichingi (1918-1923). In sei volumi: Juvikingar (1918); I blindo (Alla cieca, 1919); Storbryllope (Nozze fastose, 1920); I Eventyre (Nel mondo della fiaba, 1921); I Ungdomen (Nella giovinezza, 1911); I Stormen (Nella tempesta, 1913), è rappresentata, di generazione in generazione, la storia di una famiglia, nella fattoria di Haarberg, delle sue ascese e delle sue cadute, dei suoi interni dissolvimenti e delle sue riprese, mentre nel rinnovarsi dei tempi la vita urge alle porte con sempre nuovi problemi, con sempre nuove lotte.
Sebbene le singole parti siano di valore disuguale, la poesia di quella vita rude e forte, fra quegli uomini che ancora hanno del monte e del macigno, in mezzo a quelle nordiche campagne solitarie, giunge a espressioni d'inconsueta potenza. Fra le composizioni più recenti basti ricordare qui ancora Blind-Anders (1924), Olsøygutane (1927), in cui i motivi della poesia del D. ricompaiono, ma con un tentativo di nuovi svolgimenti.