BULL, Olaf
Poeta norvegese, nato a Cristiania il 10 novembre 1883. Figlio dello scrittore popolare Jacob Breda Bull (nato nel 1853, autore di Folkelivsromaner, voll. 3, 1913; Folkelivsbilleder, voll. 5, 1914), traduttore di Carducci, è forse il maggior poeta lirico della Norvegia contemporanea. Non ha la leggerezza e la gioia del canto di Wildenvey, né l'esuberanza impetuosa e ribelle di Collet Vogt, da cui pur la sua arte qualcosa ha appreso: natura compatta, chiusa, meditativa, è, dei tre, il più lontano da noi come sensibilità, il più nordico, ma anche il più profondo. Le raccolte Digte (Poesie, 1911), Nye Digte (Nuove poesie, 1913), Digte og Noveller (Poesie e novelle, 1916), Stjernerne (Stelle, 1924) contengono poesie di un'intimità singolare, virili di tono e complesse di sentimento, ma raccolte e assorte, contemplative, in cui le immagini della vita, riflettendosi, si colorano di luci impensate e nuove. Particolarmente la poesia di ciò che non è ancora piena realtà, ma soltanto presagio, germoglio, e la poesia di ciò che piena realtà non è più, ma già principio della fine, graduale morire - la poesia delle lente primavere del Nord nella natura e nelle anime, e la poesia della vita che nella morte dissolvendosi si trasfigura - trovano accenti nuovi, di contenuta forza e di alta, tersa spiritualità. Mosse da un ideale d'arte di tipo carducciano (v. la professione di fede in Til en Digter, A un poeta), ma, pur serbando sempre il gusto della parola concreta, sostanziosa e il senso plastico della forma, raggiunse in realtà sé stesso in una ispirazione tutta diversa.