OKINAWA (A. T., 99-100)
È la maggiore delle isole dell'arcipelago delle Ryu-Kyū, con una superficie di 1211 kmq. insieme ad alcune isolette adiacenti. La prefettura cui essa dà il nome ha una superficie di 2386 kmq. e una popolazione (1939) di 603.800 ab. Capoluogo dell'isola e della prefettura è Nawa (65.208 ab. nel 1935).
Nell'aprile 1945 le forze degli Stati Uniti, dopo aver occupato le Filippine centrali e Iwō-jima, intraprese, la conquista di Okinawa, a 350 miglia da Kyūshū: l'isola aveva grandissima importanza strategica rispetto al Giappone e al continente asiatico (perché fiancheggiava le linee di comunicazione giapponesi con la zona di Shanghai). Quei vantaggi di posizione erano valorizzati dai numerosi aeroporti e dagli ancoraggi. L'esercito giapponese aveva nell'isola oltre 80.000 soldati, a cui si aggiungevano circa 40.000 arruolati fra la popolazione. La resistenza era fortemente preparata con sbarramenti trasversali nella metà meridionale dell'isola, che è popolosa e coltivata, mentre la parte settentrionale è montuosa e accidentata. Il 18 marzo 1945 ebbero inizio le azioni preliminari; intensi attacchi aerei contro Okinawa cominciarono il 24 marzo. Al mattino del 1° aprile, sotto la protezione dell'intenso bombardamento aereo e navale, cominciò l'invasione: le truppe della prima ondata furono trasportate da mezzi anfibî. Lo sbarco fu poco contrastato; dalle 8,30 alle 12,30 gli attaccanti occuparono i due aeroporti presso la spiaggia di sbarco, e, prima di notte, le truppe sbarcate raggiunsero la forza di 50.000 uomini in una zona di terreno profonda circa 4 km. Nei primi tre giorni gli invasori poterono estendere la testa di sbarco fino alla costa orientale dell'isola. L'invasione procedè rapidamente verso nord, tanto che il 22 aprile 2/3 dell'isola erano occupati. L'avanzata verso la zona meridionale fu invece molto contrastata, cosicché, dal 4 al 26 maggio, lo spostamento delle linee americane fu limitato a 7 km.; per arrivare all'estremo sud dell'isola rimanevano ancora da conquistare 18 chilometri di territorio, il che richiese duri combattimenti dal 26 maggio al 21 luglio.
A scopo diversivo, per appoggiare la difesa di Okinawa, alla sera del 6 aprile uscì dal canale di Bungo il gruppo navale composto dalla corazzata Yamato (di 70.000 t., con l'insegna del vice ammiraglio Yto) accompagnata da un incrociatore leggero e 8 cacciatorpediniere. Quella forza navale al mattino del 7 fece rotta a ponente di Kyūshū e alle 12 diresse verso Okinawa. Contro il gruppo navale giapponese furono concentrati circa 400 velivoli bombardieri e siluranti che dalle 12,40 fecero attacchi coordinati in successive ondate. La corazzata Yamato colpita da 10 siluri e 5 bombe affondò alle 14,23.
Le perdite delle forze terrestri americane nella conquista dell'isola ammontarono a 12.000 morti e 36.000 feriti. I Giapponesi ebbero 131.300 morti e 7400 prigionieri di guerra. Gli Americani perdettero inoltre complessivamente 36 unità fra cacciatorpediniere e piccoli scafi; le navi danneggiate furono 365. La conquista di Okinawa segnò l'inizio della fase conclusiva della guerra nel Pacifico.