Personaggio di leggende, sacre rappresentazioni e moralità medievali che, traendo spunto dalla parabola evangelica del ricco epulone e del povero Lazzaro (Luca 16, 19-31), svolgono il tema del contrasto tra la spensierata gioia di vivere e il timore del giudizio finale: O., simbolo dell’umanità in genere, è il gaudente che, di fronte alla morte prossima, deve rendere conto delle proprie azioni e tentare di salvare la propria anima. Tra le elaborazioni del tema (in Italia si ricorda il Contrasto del ricco e del povero, sacra rappresentazione umbra del 13° sec.) sono soprattutto note: Den spyeghel der salicheit van Elckerlijc («Lo specchio della salvezza di O.», 1495 ca.) del fiammingo Petrus Dorlandus (1454-1507), sorta di ars moriendi in forma drammatica, che ebbe traduzioni e adattamenti in latino (Homulus, 1536, di Christian Ischyrius; Hecastus, 1539, di Georgius Macropedius); e l’inglese Everyman (fine del 15° sec.), quasi certamente derivata dalla precedente. In epoca moderna il tema fu ripreso da H. von Hofmannsthal nel celebre dramma Jedermann (1911).