ogni (ogne; onne; onni; ognon)
1. Dell'aggettivo indefinito distributivo o., dal quale una determinata totalità è, per così dire, raffigurata dal suo interno come una serie di singole realtà, le attestazioni sono scarse nella Vita Nuova (27), poco più numerose nelle Rime (44), nel Convivio (circa un centinaio) e nella Commedia (173).
1.1. Nella Vita Nuova le grafie di o. più rappresentate sono onne e ogne (per cui si registrano rispettivamente 11 e 8 attestazioni), seguite da ogni (7) e da un solo onni (VIII 9 10). Nelle Rime prevale ogni (40) su ogne (3) e onne (soltanto in XLVII 5). Nel Convivio l'unica forma accolta dagli editori è ogni, che nelle testimonianze fiorentine ha sostituito ogne verso la fine del XIII secolo (Castellani, Nuovi Testi 121-128). Nella Commedia, oltre a 8 casi di ogn' in posizione antevocalica, si preferirà normalizzare con il Petrocchi la grafia ogne (ma la '21 reca 145 ogni e 21 ogne).
O. è attributo di un sostantivo plurale soltanto in Cv IV VI 3 ogni parole, non improbabile traccia dell'origine di onni dall'accusativo plurale maschile e femminile omnes (Castellani, op. cit., p. 127).
2. Nella Vita Nuova è alquanto ristretto l'ambito semantico dei sostantivi - tutti astratti - di cui o. è attributo: pens(i)ero, XXI 3 9, XIX 9 34, XII 13 27, XIX 20; duolo, XXIII 28 80; tormento, VII 3 6; difetto, XXI 2 6; pietà, XII 14 35; torto, VIII 9 10 (v. 3.); offesa, XIX 10 40; valore, III 14 (ov'è citato l'incipit del sonetto del Cavalcanti Vedeste, al mio parere, onne valore, forse da confrontarsi per il ritmo e per il verbo iniziale con quello di D., Vede perfettamente onne salute, XXVI 10 1) e XIV 9; sicurtade, XV 8; dolcezza, XXI 3 9; dignitade, XXX 1. La maggior parte di queste attestazioni è in poesia (per il sintagma ogn'om, v. 6.).
2.1. O., nei sintagmi sopra indicati, può interpretarsi come " tutte le eventuali e possibili forme di x " e intendersi come uno dei mezzi espressivi tipici di una ricercata approssimazione definitoria: forse per ciò, o. ricorre in contesti retoricamente enfatici, nei quali D. mette in luce il carattere eccezionale di esperienze psicologiche, sue (XXXI 14 50 quando 'l maginar mi ven ben fiso, / giugnemi tanta pena d'ogne parte [v. 5.3.], / ch'io mi riscuoto per dolor ch'i' sento; XVI 9 10 così smorto, d'onne valor voto, / vegno a vedervi, credendo guerire) o altrui, di fronte alla donna o ad Amore (XXI 3 10 Ogne dolcezza, ogne pensero umile / nasce nel core a chi parlar la sente; XXVI 5 3 Tanto gentile e tanto onesta pare / la donna mia quand'ella altrui saluta, / ch'ogne lingua deven tremando muta; cfr. If XXVIII 4 Ogne lingua per certo verria meno; XIX 9 34 gitta nei cor villani Amore un gelo, / per che onne lor pensero agghiaccia e pere).
3. Nelle Rime i sostantivi di cui o. è attributo appartengono ad ambiti semantici più vari che nella Vita Nuova: tuttavia, accanto a LII 3 un vasel, ch'ad ogni vento / per mare andasse, e LVI 3 Per una ghirlandetta / ch'io vidi, mi farà / sospirare ogni fiore (vi si noti il contrasto tra una e ogni, oltre all'uso di o. nelle sedi ottava e nona dell'endecasillabo, come in LII 3, citato, e in CXIII 5 Io che trafitto sono in ogni poro / del prun che con sospir si medicina; cfr. 5.), anche nelle Rime non manca l'uso enfatico di o., nella ripresa di una generalizzazione precedente (LXVIII 17 tutte fiate ch'i' lo vedrò scritto / mi farà nuovo ogni dolor ch'io sento; LXX 11 sì m.'ha in tutto Amor da sé scacciato, / ch'ogni suo atto mi trae a ferire: cfr. Pg III 11 la fretta, / che l'onestade ad ogn'atto dismaga).
Inoltre, l'ambito semantico dei sostantivi di cui o. è attributo, è affine (o eguale) a quello della Vita Nuova (v. 2.) in LXVI 9 Io so che a voi ogni torto dispiace (cfr. Vn VIII 9 9 lo tuo fallar d'onni torto tortoso, e Pd XVIII 6 presso a colui ch'ogne torto disgrava, in egual sede ritmica); LXVIII 17, citato, XCIII 13 ella è sì d'ogni peccato netta; LXII 6 ogni tormento agresto, e CXVI 3 mostri me d'ogni vertute spento.
3.1. Per l'uso di o. di fronte ad aggettivo sostantivato, cfr. XCI 42 [il] piacimento / che nel bel viso d'ogni bel s'accoglie (e v. CII 37 In lei s'accoglie d'ogni bieltà luce), e C 65 la morte de' passare ogni altro dolce.
3.2. Per l'uso pronominale di ‛ ogni altro ', cfr. CII 42 io la veggio in petra, / e po' in ogni altro [luogo] ov'io volga mia luce; L 45 quelle cose che a voi onor sono / dimando e voglio; ogni altra m'è noiosa, e Rime dubbie XXIX 13 'l voler del core ogni altro avanza. Per l'uso aggettivale, cfr. C 65 (v. 3.1.).
4. Nel Convivio o., la cui frequenza è maggiore nel IV trattato e il cui significato rispetto a quello di ‛ tutto ' è reso esplicito in IV XXIX 8 (ogni tutto si fa de le sue parti... alcuno tutto... ha una essenza simplice con le sue parti... Un altro tutto... non ha essenza comune con le parti), ritorna più volte come attributo di determinate parole: di ‛ parte ' (III V 14, VII 6, XI 8, IV III 7, VII 6, XX 9 e XXIII 15; si accolgano qui anche i sintagmi con i sinonimi lato [III X 4 per ogni lato mi passava lo raggio loro], e canto [IV XVII 2 le morali vertudi... da ogni canto sono in nostra podestate]); ‛ cosa ' (I I 3, IV 5, III VI 7, IV X 9 ogni cosa che si corrompe, sì si corrompe, precedente alcuna alterazione, e ogni cosa che è alterata conviene essere congiunta con l'altera[nte cag]ione); ‛ di ' (II V 7, XIV 10 e 15, IV XI 13).
Sono riunite in pochi capitoli del IV trattato 6 ricorrenze del sintagma con ‛ virtù ' (IV XVII 2, XVIII 1, 2, 5 e 6, e XX 1), che sviluppano Le dolci rime 81 ogni virtù principalmente / vien da una radice. Di anima o. è attribuito in III II 11 ogni anima che sente, e IV XXI 9 ogni anima nobile; di animale in III II 13 ogni animale bruto, e IV XXII 5 ogni animale... razionale come bruto. In endiadi, o. ritorna in IV XII 5 torre ogni sete e ogni mancanza, e apportare ogni saziamento e bastanza, e XX 6 ogni ottimo dato e ogni dono perfetto di suso viene. Con ‛ altro ' o. forma sintagma aggettivale in II X 5 ogni altra bontade; XII 7 ogni altro pensiero; IV I 2 l'odio e lo desiderio e ogni altra passione; XXIV 16 ogni altra obedienza.
4.1. Il significato di " tutti quanti ", " tutti indifferentemente " (IV XXII 10 non dicesse alcuno che ogni appetito sia animo; VI 3 cinque vocali... sono anima e legame d'ogni parole) si colora di toni di enfatica generalizzazione in I I 3 [nelle] viziose delettazioni... riceve tanto inganno che per quelle ogni cosa tiene a vile; III 5 nel conspetto [di molti] non solamente mia persona invilio, ma di minor pregio si fece ogni opera, sì già fatta, come quella che fosse a fare (" presente e futura "); III XIII 2 la sua privazione è amarissima e piena d'ogni tristizia, XV 14 mirando costei... ogni viziato tornerà diritto e buono, IV VI 17 l'una con l'altra congiunta utilissime e pienissime sono d'ogni vigore; XV 14 Costoro sempre come bestie in grossezza vivono, d'ogni dottrina disperati.
5. Nella Commedia o. inizia spesso clausole che comprendono da 4 a 7 sillabe. Per le clausole di 4 sillabe cfr. If I 18 che mena dritto altrui per ogne calle, e 109 Questi la caccerà per ogne villa; II 16, IV 48, XIII 117 che de la selva rompieno ogne rosta; XXXI 102, XXXIV 36; Pg XI 66 e sallo in Campagnatico ogne fante; XI 138 si condusse a tremar per ogne vena; XXVIII 143, XXXII 48, XXXIII 42; Pd III 88 Chiaro mi fu allor come ogne dove / in cielo è paradiso; V 74 non siate come penna ad ogne vento (cfr. Rime LII 3: v. 3.), XI 29, XXI 32, XXIX, 12 là 've s'appunta ogne ubi e ogne quando; XXXI 101. La clausola d'ogne parte ritorna in If IX 116, X 49, XXI 18 e Pd XXXII 99 (v. 5.3.).
5.1. Per clausole di 5 sillabe, cfr. If II 77 l'umana spezie eccede ogne contento; III 14 Qui si convien lasciar ogne sospetto, 48 e 123; XXII 17, XXIV 53, XXXIII 84 sì ch'elli annieghi in te ogne persona!, e 152; Pg IX 48, XVI 21 sì che parea tra esse ogne concordia; XVII 104 amor sementa in voi d'ogne virtute; XXII 150 e nettare con sete ogne ruscello; XXIII 132, XXVII 31, XXVIII 15; Pd V 62, VII 121, XIII 6 che soperchia de l'aere ogne compage; XVII 127, XIX 47, XXIV 49, XXVI 42 Io ti farò vedere ogne valore (v. 2.); XXVI 76, XXVIII 91, e 108 nel vero in che si queta ogne intelletto, XXX 42. Le clausole pentasillabiche sono le più frequenti.
5.2. Per clausole di 6 e 7 sillabe, cfr. If V 28, VII 75, XI 123, XIII 72, XXXIII 105 non è qua giù ogne vapore spento, XXXIV 111; Pg XVII 111, XVIII 130, XXVII 122, XXVIII 119 dove tu se', d'ogne semenza è piena, XX 116; Pd III 101 con quello sposo ch'ogne voto accetta; V 75 e non crediate ch'ogne acqua vi lavi; VII 74, XVIII 6, XXI 27, XXII 116, XXVI 45, XXVIII 84. Come nelle clausole pentasillabiche inizianti con o., anche in queste o. (o un nesso che ad o. si appoggia) apre la seconda parte del verso, dopo la cesura.
5.3. Il sintagma più frequente è ‛ (d') ogne parte ', che ritorna in egual sede del verso in If XIII 22 Io sentia d'ogne parte trarre guai, XVII 113, XXII 28 sì stavan d'ogne parte i peccatori; Pg XXVI 31, Pd XX 3 che 'l giorno d'ogne parte si consuma. Per le attestazioni in altra sede (oltre che in clausola: v. 5.), cfr. If VII 75 sì, ch'ogne parte ad ogne parte splende, XXII 56, XXVIII 69; Pg XXVIII 6 su per lo suol che d'ogne parte aulia; Pd XXII 66, XXX 65 e d'ogne parte si mettian ne' fiori.
Sinonimi di questo sintagma possono ritenersi quelli che ricorrono in If VII 32 da ogne mano a l'opposito punto; IX 110 e veggio ad ogne man grande campagna; Pg II 22, IV 32 e d'ogne lato ne stringea lo stremo.
5.4. L'uso enfatico di o. si rivela assai chiaro in alcuni passi della Commedia nei quali D. sottolinea l'eccezionalità di un fatto (If XXXI 13 senti' sonare un alto corno, / tanto ch'avrebbe ogne tuon fatto fioco; XVI 132 i' vidi... / venir notando una figura in suso, / maravigliosa ad ogne cor sicuro) o allude a totalità indifferenziate e paradigmaticamente comprensive: hanno questa funzione espressiva alcuni sintagmi con o., ad es., in If II 16 l'avversario d'ogne male; III 9 Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate, e 54 d'ogne posa mi parea indegna; V 28 Io venni in luogo d'ogne luce muto, XXIV 53 con l'animo che vince ogne battaglia; Pg VI 126 un Marcel diventa / ogne villan che parteggiando viene; XVIII 15 amore, a cui reduci / ogne buono operare e 'l suo contraro; Pd VI 21 tu vedi / ogne contradizione e falsa e vera; XXIV 90 sopra la quale ogne virtù si fonda; XXXIII 31 perché tu ogne nube li disleghi; VIII 87 là 've ogne ben si termina e s'inizia; XVII 55 Tu lascerai ogne cosa diletta / più caramente.
5.5. In sintagma con ‛ altro ', o. ritorna 7 volte, ovunque con funzione aggettivale (Pg XVII 48 che da ogne altro intento mi rimosse; Pd XXI 3 e da ogne altro intento s'era tolto; per la corrispondenza nella sede del verso, cfr. If III 48 con Pd XXVI 54, e Pd VIII 140 con XVIII 15), tranne che in Pg XVIII 61 perché a questa [voglia] ogn'altra si raccoglia.
6. ‛ Ogn'om ' è attestato soltanto in poesia, in Vn XXI 2 3 ov'ella passa, ogn'om ver lei si gira, e XXXI 16 67 ogn'om par che mi dica: " Io t'abbandono ", in inizio di verso come nell'incipit della lauda di Cortona Ogn'om canti novel canto; in Rime XC 75 aver segnoria / sovra la mente d'ogni uom che la guata; CII 63 mi dà baldanza, ond'ogni uom mi par freddo; If XIII 61 e XIX 21 (in egual sede), XXI 41 e Pg XI 64 (in egual sede).
In Fiore CXXVII 12 ognon sì accorto / d'armarsi con su' arme devisate, più probabilmente che la traccia di una forma centro-orientale, confrontabile col bolognese antico neson, on, col marchigiano antico alcona, e col senese antico ono e ogniuono (questi ultimi, a loro volta, modellati su omo e uomo, secondo Rohlfs, Grammatica 38), si preferirà scorgere una grafia per ‛ ogn'(u)om '.
7. Nel Fiore o., più spesso nella grafia ‛ ogne ' che in quella ‛ ogni ', ritorna una cinquantina di volte. In un certo numero di luoghi o. occupa le sedi iniziali del verso (XI 4 mi solea / in ogne mio sconforto confortare; XXX 3, CXXXVI 8 I'sì vogli'esser confessato / d'ogne peccato; CXCIII 4 i'era allor sì bella e sì piacente / che 'n ogne parte novelle ne gia; CLI 5 Ogni sollazzo m'è oggi lontano).
O. è seguito da ‛ altro ' in IV 4 sì ch'ogni altro penser n'ha pinto fore (eco scherzosa di sintagma frequente nella lirica: v. 2. e 3.); V 12 ed ogn'altra credenza metti a parte; XXIX 7 e pece e olio e ogn'altro argomento (cfr. Intelligenza CCLIX 8 " da guerra aveano ogni bell'argomento "); CXCVIII 8 non fia san pennello / di grigio, con ogni altro guernimento (ove l'uso paradigmatico di o. è in chiave ironica). Funge da pronome in CLXXXII 4 ogn'altro n'hai abbandonato.
O. ricorre una decina di volte nel Detto, in 3 delle quali è attributo di ‛ bene ': quella che d'ogne bene / è sì guernita bene (v. 35); monti per la scala, / dov'ogne ben gli scala (v. 340); ché d'ogne ben lo scalza (v. 354). Per il valore enfatico, cfr. il v. 244 ogne nuvol si lieva / e l'aria riman chiara, e per quello paradigmatico il v. 332 Povertat'è insomma / d'ogne dolor la somma.
Al v. 2 ch'i' in ogni guisa parli, è l'unica attestazione in D. di questo sintagma avverbiale.