ALICARNASSO, oggi Budrum
ALICARNASSO (‛Αλικαρνασσός, Halicarnassus), oggi Būdrūm (v.) - Antica città e porto della Caria (Asia Minore), in un'insenatura della frastagliata penisola che divide il Sinus Iassicus dai Sinus Ceramicus, in sito ottimamente fortificato dalla natura. Colonia fondata da Dori di Trezene (Argolide) e capitale dell'Esapoli dorica (con Cnido, Coo, Ialiso, Camiro, Lindo). Dedicatasi per tempo al commercio oltremarino, Alicarnasso stabilì una sua fattoria a Naucrati, in Egitto (Herod., 2, 178), ed ebbe una ricca monetazione, che risale forse al sec. VI e arriva, senza interruzione, fino all'imperatore Gordiano. Fece parte della prima confederazione marittima ateniese. Perduta dagli Ateniesi nella guerra del Peloponneso, ripresa per poco da Trasibulo nel 389, fu poi residenza ordinaria di dinasti politicamente tributarî dei Persiani, culturalmente tributarî dei Greci. Giunse alla massima fioritura sotto Mausolo, al quale, morto nel 352 a. C., la sorella e vedova Artemisia fece erigere da artisti greci (architetti Pitea e Satiro, scultori Scopa, Leocare, Fradmone e Briasside) un monumento sepolcrale così grandioso (Mausoleum) da contare fra le sette meraviglie del mondo. A questo medesimo periodo appartiene la sistemazione del porto d'Alicarnasso, uno dei più importanti della Ionia. Nel 333 Alicarnasso fu lungamente assediata, presa infine e incendiata da Alessandro, che non poté tuttavia impadronirsi della fortezza Salmach a monte della città. Rioccupata poi per breve tempo da Farnabazo, generale di Dario, e tosto riacquistata da Alessandro, fu dal 280 al 200 in potere dei Tolomei d'Egitto, riottenendo la libertà nel 197; dopo di che ebbe a subire la supremazia di Rodi, pur non facendo parte del territorio ad essi ceduto dai Romani. Dal 129 fu inclusa nella provincia romana d'Asia. Fu patria degli storici Erodoto e Dionisio.
Il luogo offre tuttora importanti avanzi delle mura di cinta. Gli scavi effettuati da C. T. Newton (1856-57) nel sito supposto del Mausoleo portarono al recupero di numerosi avanzi (statue e rilievi) del celebre monumento, conservati oggi nel Museo Britannico. La ricerca archeologica del suolo dell'antica città ha fruttato, tra l'altro, il recupero di epigrafi numerose scritte in dialetto ionico (benché si trattasse di colonia dorica); importanti fra queste l'epigrafe ricordante il patto fra gli Alicarnassesi e il tiranno Lìgdami, del 454 a. C. circa, e l'epigrafe relativa ad alienazioni di beni religiosi (W. Dittenberger, Sylloge inscr. Graec., 3ª ediz., 45 e 46).
Bibl.: K. Lehmann-Hartleben, Die antiken Hafenanlagen, pp. 86 seg. e 255; Newton, History of the discoveries at Halic., ecc., Londra 1862; Gilbert, Handb. der griech. Staatsaltertümer, II, Lipsia 1881, p. 165 segg.; W. B. Head, Hist. numm., 2ª ed., Oxford 1911, p. 617 segg.; Corp. inscr. graec., nn. 2655 segg. e 8698; Corp. inscr. lat., III, pp. 83 e 1291; Bürchner, in Pauly-Wissowa, Real-encycl. d. class. Altertumswiss., VII, col. 2253 segg.