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OGGETTO

di Guido Calogero - Enciclopedia Italiana (1935)
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OGGETTO

Guido Calogero

. Termine filosofico, designante in generale la realtà nell'aspetto onde essa si contrappone al pensiero che la conosce. Assai complessa è peraltro la storia del suo particolare significato. Etimolgicamente, il latino obiectum corrisponde al greco ἀντικείμενον (letteralmente "che giace contro"), così come subiectum corrisponde a ὑποκείμενον ("che giace sotto"). Ma ἀντικείμενον è per gli antichi (e così per Aristotele, che particolarmente si serve di tale termine) soltanto l'"opposto", cioè il concetto logico in quanto si contrappone a un altro secondo un'antitesi o di contrarietà o di contraddizione. E alla realtà delle cose in quanto "oggetto" del pensiero si riferisce, invece, proprio l'altro termine di ὑποκιείμενον o subiectum, nel suo significato di materia "soggetta" alla forma o, meglio ancora, in quello di "sostanza" individua (il latino substantia ripete infitti lo stesso motivo etimologico del subiectum) sottoposta ai singoli attributi, e quindi giustificante la sintesi che il giudizio opera connettendo, appunto, il "soggetto" col predicato. Losì, quando lo stoiLismo vuol contrapporre la sfera della realtà a quella del pensiero, adopera, inantitesi alla formula κατ'ἐπίνοιαν ("secondo la riflessione pensante") la formula καϑ'ὑπόστασιν ("secondo la realtà sostanziale"), in cui il termine di "ipostasi" risponde a quella stessa idea del "sottostare" che è nelle espressioni stibiectum e substantia.

S'intende quindi come il pensiero medievale adoperi i termini di ubiectum e subiectum, esse subiective ed esse obiective in senso esattamente antitetico a quello secondo cui la filosofia moderna oppone l'oggettività del reale alla soggettività del pensiero. L'esse subiective è, in conformità della concezione greca del subiectum, l'essere della realtà in sé esistente, e di conseguenza l'esse subiective è quello pertinente alle semplici rappresentazioni della coscienza. Questo uso, che si perpetua per tutto il Medioevo, perdura anche alle soglie dell'età moderna: è, p. es., ancora comune in Cartesio. Ma già in questo comincia anche a delinearsi l'uso di obiectum per la designazione della realtà esterna (in obiectis, hoc est in rebus.... a quibus sensus nobis advenit); e così il Hobbes definisce la causa sensionis come externum corpus sive obiectum.

Questo uso moderno del termine di "oggetto" si consolida naturalmente quando l'opposta denominazione di "soggetto" passa a significare, nel sec. XVIII, lo spirito senziente e conoscente, abbandonando così del tutto al nome di "oggetto" quella connotazione realistica che prima proprio la contraddistingueva nei suoi riguardi. Questa trasformazione terminologica è soprattutto determinata dall'enorme influsso della gnoseologia kantiana, contrapponente la realtà affatto "oggettiva della "cosa in sé" alla sintesi di oggettività e soggettività realizzantesi, per l'intervento della funzione conoscitiva del soggetto, nel fenomeno. Da allora in poi, il problema dell'"oggetto" è, per tutta la filosofia moderna, quello dell'interpretazione della sua natura nei riguardi dell'attività del soggetto. Col nome di "oggettivismo" si designano quindi tutte quelle correnti filosofiche che, o basandosi sulle tradizionali concezioni dell'esistenza assoluta della realtà del vero (trascendentismo, realismo, ecc.), o riferendo tale realtà extrasoggettiva al dato dell'esperienza sensibile (materialismo, positivismo, ecc.), serbano comunque all'oggetto un carattere di autonomia e d'indipendenza "soggettivistiche" vedono invece nell'oggetto un semplice momento dell'attività soggettiva, e si affermano soprattutto nelle interpretazioni idealistiche del kantismo, che pur distingueva già l'oggettività (e cioè universalità) del pensiero logico, intrinsecamente soggettiva, da quella del tutto extrasoggettiva della "cosa in sé". Così nel primo di tali sistemi, quello del Fichte, l'"oggetto" è il "non-io", che il soggetto, l'io, oppone a sé medesimo come antitesi dialettica, necessaria alla sintesi, della sua tesi; nel più moderno, quello del Gentile, l'"oggetto" è il contenuto, definito e circoscritto, in cui via via si determina l'infinita attualità del soggetto. (Per l'oggetto in grammatica, v. sintassi).

Bibl.: Larghissima, ma disordinata, serie di citazioni e di rinvii per la storia del termine e di quelli con esso idealmente collegati in R. Eisler, Wörterbuch der philosophischen Begriffe, II, 4a ed., Berlino 1929, pp. 275-333. Cfr. inoltre R. Eucken, Geschichte der philosoph. Terminologie, Lipsia 1879.

Vedi anche
forma botanica forma biologica Insieme di piante che, anche se sistematicamente lontane, hanno in comune caratteri ecologici e di adattamento. Tra i vari sistemi di classificazione delle forma biologiche, il più noto è quello di C. Raunkiaer, basato sull’adattamento delle piante alle condizioni ambientali ... realismo filosofia Nella filosofia scolastica, l’attribuzione di una realtà oggettiva ai concetti universali. Nella filosofia moderna, ogni dottrina che consideri l’oggetto della conoscenza come esistente in sé, indipendentemente dall’attività conoscitiva. 1. Il realismo della filosofia scolastica Il termine ... idea Nel significato più ampio e generico, ogni singolo contenuto del pensiero, ogni entità mentale, e più in particolare, la rappresentazione di un oggetto alla mente, la nozione che la mente si forma o riceve di una cosa reale o immaginaria. filosofia Il termine greco ἰδέα entrò nel linguaggio filosofico ... coscienza Consapevolezza che il soggetto ha di sé stesso e del mondo esterno con cui è in rapporto, della propria identità e del complesso delle proprie attività interiori. diritto Libertà di c. Diritto di sentire e professare opinioni e fedi religiose senza alcuna restrizione, impedimento o coazione dell’autorità ...
Tag
  • OGGETTIVISMO
  • IDEALISTICHE
  • GNOSEOLOGIA
  • ETÀ MODERNA
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Altri risultati per OGGETTO
  • oggetto
    Enciclopedia on line
    Ogni cosa che il soggetto percepisce come diversa da sé ed esterna, quindi tutto ciò che è pensato, in quanto si distingue sia dal soggetto pensante sia dall’atto con cui è pensato (per lo più contrapposto a soggetto). In senso concreto, ogni cosa che cada sotto i sensi dell’uomo, in particolare che ...
  • oggetto
    Dizionario di filosofia (2009)
    Ogni cosa che il soggetto percepisce come diversa da sé, quindi tutto ciò che è pensato, in quanto si distingue sia dal soggetto pensante sia dall’atto con cui è pensato. In questo senso, la parola non implica necessariamente l’esistenza in sé della cosa pensata; in altri casi, invece, indica una realtà ...
Vocabolario
oggètto
oggetto oggètto s. m. [dal lat. mediev. obiectum, neutro sostantivato di obiectus, part. pass. di obicĕre «porre innanzi»; propr. «ciò che è posto innanzi (al pensiero o alla vista)»]. – 1. In filosofia, ogni cosa che il soggetto percepisce...
oggettivo
oggettivo agg. [dal lat. mediev. obiectivus, der. di obiectum: v. oggetto]. – 1. In contrapp. a soggettivo (e in alternativa alla variante obiettivo, che ha però assunto sign. proprî particolari), che concerne l’oggetto, spec. nel senso...
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