TIGELLINO, Ofonio o Sofonio (Ophonius, Ofonius o Sofonius Tigellinus)
Prefetto del pretorio dell'imperatore Nerone. Nato da oscuri genitori di Agrigento, coinvolto in scandali a Roma e relegato nel 39 d. C. per adulterio con Agrippina sorella di Caligola, ritorna in Italia per grazia di Claudio. Diventato amico di Nerone per il comune amore alle corse dei cavalli, è nominato prefetto dei vigili, indi nel 62, morto Burro, prefetto del pretorio, con Fenio Rufo. Il suo prestigio è accresciuto con la scoperta della congiura pisoniana nel 65 d. C., per cui è onorato con insegne trionîali e con statua nel Foro. A Fenio Rufo, condannato in tale occasione per sua iniziativa, succede come collega Nimfidio Sabino: ma T. è onnipotente, e accompagna Nerone in Grecia nel 66. Nel 68, in circostanze oscure, sentendo il terreno cedere sotto Nerone, lo abbandona ed è costretto dopo la morte di Nerone dal collega Nimfidio ad abdicare dalla prefettura. È salvato allora dalla morte richiesta dal popolo per l'intervento di T. Vinio favorito di Galba; ma Otone lo condanna a morte. All'annuncio T. si uccise nei bagni di Sinuessa. Una fama di lussuria, avarizia e crudeltà lo accompagna nella tradizione storica anti-neroniana.
Bibl.: Le fonti raccolte in Prosopographia imperii romani, 1a ed., Berlino 1898, III, p. 250. V. nerone.