RINALDI (Raynaldus, Rainaldi), Odorico
RINALDI (Raynaldus, Rainaldi), Odorico. – Di Treviso, fu il primo di quattro figli di Francesco e di Quinzia Bissaro. La sua nascita è da porre al 20 giugno 1594 (Marchesan, 1896, p. 7), sebbene gran parte delle notizie biografiche indichi come anno di nascita il 1595.
Di famiglia nobile e agiata, compì i primi studi nella sua città natale sotto la guida di Albrighetto Rinaldi, suo parente e canonico della cattedrale di Treviso. Proseguì la sua formazione a Parma, presso i gesuiti. Non è certo che abbia compiuto gli studi universitari nella stessa città, ma a Padova, dedicandosi in particolare allo studio della filosofia e della teologia (Mansi, 1747, c. 1r; Marciano, 1693-1702, IV, 1699, p. 138; Marchesan, 1896, p. 8).
Sembra da scartare la notizia secondo la quale, ultimati gli studi, Rinaldi sarebbe entrato nella Congregazione dell’oratorio di Torino (de Rosa, 1837, p. 199). È certo, invece, che egli si recò a Roma, dove avrebbe trascorso tutta la vita. Qui, subito dopo il suo arrivo, si accostò alla comunità oratoriana di S. Maria in Vallicella e il 26 aprile 1618 entrò ufficialmente a far parte della Congregazione dell’oratorio di Roma. Fu ordinato sacerdote il 12 marzo 1622, cioè lo stesso giorno in cui venne canonizzato Filippo Neri, fondatore della medesima Congregazione. In seno alla sua famiglia religiosa Rinaldi ricoprì vari incarichi e, negli anni 1650-56, ne fu eletto preposito per due mandati consecutivi.
Il contesto oratoriano di Roma ebbe un peso rilevante nel favorire e orientare l’attività di studio di Rinaldi. In particolare, sin dal suo ingresso nell’oratorio egli ricevette l’incarico di tenere dei sermoni a tema storico basandosi sugli Annales ecclesiastici, monumentale opera in 12 tomi nei quali il cardinale oratoriano Cesare Baronio aveva ripercorso la storia della Chiesa dalla nascita di Cristo sino all’anno 1198. Allo svolgimento di tale incarico va riportato il primo nucleo e l’idea stessa di preparare un compendio in lingua italiana degli Annales. Una prima stesura di questo lavoro, già pensata per la stampa, fu portata a termine tra il 1632 e il 1634 (Roma, Biblioteca Vallicelliana, mss. P 22-33), ma gli Annali Ecclesiastici tratti da quelli del Cardinal Baronio videro la luce soltanto nel 1641, anno in cui l’editore romano Vitale Mascardi ne stampò la prima parte, contenente il compendio dei primi 6 tomi dell’opera baroniana. La seconda parte, corrispondente agli ultimi 6 tomi, venne stampata nel 1643.
Quest’ultimo volume dichiarava, sul frontespizio, di contenere anche gli Indici de’ Papi, degl’Imperatori e de’ Consoli, e con la tavola copiosa de’ nomi e delle materie historiche e morali, ma, in realtà, questa sezione di indici fu edita, sempre nel 1643, come un volume separato. Rinaldi stese il suo compendio rispettando la struttura degli Annales di Baronio, tanto da mantenerne inalterata la numerazione dei paragrafi. Per questo motivo gli indici da lui redatti sono funzionali sia alla consultazione del suo compendio, sia a quella dell’originale baroniano. Inoltre, nella prefazione, egli indicò tra le finalità del proprio lavoro quella di rendere disponibile un prontuario di esempi e argomenti utili alla predicazione degli ecclesiastici. Si trattava di un obiettivo che, già connaturato agli annali del Baronio, si sforzò di implementare grazie alla nuova accessibilità offerta dal suo lavoro di sintesi e, quantomeno per il clero di lingua italiana, dalla scelta del volgare.
Nel solco della tradizione baroniana si colloca anche l’impegno maggiore di Rinaldi: la continuazione degli stessi Annales ecclesiastici.
Dopo la morte di Baronio i tentativi di proseguirne il lavoro per gli anni successivi al 1198 erano stati molteplici e avevano impegnato vari studiosi. L’oratorio di Roma percepiva, tuttavia, le opere di Baronio come un patrimonio proprio, tanto da cercare di controllarne il processo editoriale e, nel caso degli Annales, il loro completamento. Nel 1628 gli oratoriani di Roma deliberarono che gli annali baroniani fossero continuati dal loro confratello Cesare Becilli. Questi, tuttavia, non portò a termine l’incarico, dal quale venne addirittura destituito nel 1635 (Cistellini, 1989, III, pp. 2249-2250).
Nel 1636 è probabile che tale compito venisse assegnato a Rinaldi (Calenzio, 1907, p. 872). Il primo tomo della sua continuazione, numerato come XIII degli Annales ecclesiastici, vide la luce nel 1646, per i tipi dell’editore Mascardi. Durante la sua vita, Rinaldi pubblicò altri 7 tomi, l’ultimo dei quali, XX degli Annales (Roma 1663), giunse a trattare la storia della Chiesa sino all’anno 1534. Di questi tomi preparò anche un compendio, che venne edito sia in latino (Roma 1667), sia in italiano (Roma 1670).
Rinaldi mantenne l’impianto degli Annales stabilito da Baronio, alternando la trascrizione di documenti, talvolta molto ampi, a commenti personali. Questi ultimi si basarono in prevalenza su categorie morali, oltre che su posizioni marcatamente apologetiche nei confronti della Chiesa di Roma.
La redazione degli Annales fu l’opera che, come già era avvenuto per Baronio, maggiormente rese celebre Rinaldi, guadagnandogli sia riconoscimenti sia critiche. L’oratoriano incontrò, infatti, il favore di papa Innocenzo X, che addirittura gli avrebbe proposto di dirigere la Biblioteca Vaticana, e fu in contatto con importanti eruditi del suo tempo, quali Ferdinando Ughelli e Jean Bolland. Nel 1653, inoltre, Rinaldi ottenne dal re di Francia il privilegio di scegliere l’editore francese presso il quale stampare. Tale importante concessione restò, tuttavia, senza esito, dato che le opere di Rinaldi, almeno durante la sua vita, non vennero pubblicate in Francia.
Il motivo di ciò è forse da imputare alle polemiche che investirono l’oratoriano per alcune posizioni lesive dell’autonomia del clero francese espresse nella sua continuazione degli Annales.
Rinaldi proseguì il suo lavoro di annalista anche negli ultimi anni di vita, che lo videro impegnato a preparare il XXI tomo degli Annales. Esso avrebbe dovuto narrare la storia della Chiesa negli anni del Concilio di Trento. Forse proprio tale tematica, particolarmente vicina e delicata, rese accidentato il lavoro di Rinaldi, il quale riuscì a consultare la documentazione conciliare conservata in Vaticano solo con grande difficoltà e in maniera parziale. Alla sua morte il volume era incompiuto. Rivisto e completato dai suoi confratelli oratoriani, fu suddiviso in due volumi e pubblicato, non senza ulteriori problemi, nel biennio 1685-1686.
La storia ecclesiastica è sicuramente l’aspetto della produzione erudita di Rinaldi maggiormente noto. La Biblioteca Vallicelliana di Roma conserva, tuttavia, un ingente numero di suoi manoscritti, in gran parte autografi, che ne rivelano la molteplicità di interessi: essi variano dalla teologia, con particolare riguardo per Tommaso d’Aquino e la morale, a tematiche giuridiche, sino a una vasta produzione omiletica.
Nel complesso non si tratta di una produzione originale, ma di un impressionante numero di compendi, appunti e schede ricavati con grande ordine e minuzia da opere di altri autori. In realtà, questo corpus – sino a ora sostanzialmente inesplorato – potrebbe aiutare a comprendere la dimensione erudita del personaggio, anche in rapporto alla sua opera di storico. Questi manoscritti, infatti, condividono con la produzione annalistica di Rinaldi il metodo, quasi sempre basato sulla riduzione in compendio, l’attenzione per le fonti, sempre citate con minuzia, e la preferenza verso la tematica morale.
Dall’intera produzione dell’oratoriano emerge, infine, una rilevante attenzione per il volgare italiano. Tale medium linguistico, deliberatamente scelto per la redazione del compendio degli annali e per la produzione omiletica nota dai manoscritti, fu accompagnato da un attento studio del volgare toscano, così come prova il manoscritto vallicelliano N 40, in cui è raccolta una serie di schede autografe ricavate dal Vocabolario della Crusca. L’interesse per il volgare, inoltre, ha fatto individuare in Rinaldi il curatore della Vita del beato Giovanni Colombini di Feo Belcari, stampata a Roma, da Giacomo Dragondelli, nel 1659 (Vita del B. Giovanni Colombini, 1843).
In realtà, l’edizione non reca alcun riferimento a Rinaldi e alla sua curatela. Quest’ultima, infatti, è stata ipotizzata prevalentemente sulla base del codice vallicelliano H 69, identificato come il manoscritto preparatorio all’edizione del 1659: esso contiene due copie manoscritte della vita di Colombini, a loro volta corredate da postille che sono state giudicate di mano di Rinaldi. Il confronto con alcune testimonianze manoscritte sicuramente autografe di Rinaldi, tuttavia, non permette di affermare che le postille presenti su H 69 siano riconducibili all’oratoriano. Pertanto, il manoscritto è, più prudentemente, da considerare come una vita di Colombini rivista in seno alla Vallicella, mentre resta da chiarire il possibile contributo di Rinaldi alla curatela del testo e il rapporto che il manoscritto ebbe con l’edizione secentesca della Vita.
Morì a Roma il 22 gennaio 1671.
Fonti e Bibl.: Un elenco – parziale – degli inediti di Rinaldi conservati presso la Biblioteca Vallicelliana di Roma comprende: ms. O 100: Quaestiones Theologicae, ex Prima parte Summae S. Thomae Aquinatis; mss. P 97-101: Compendium Summae Theologicae ex S. Thoma; mss. P 34-36: Sermoni fra l’anno; mss. P 121-122: Sermones habiti diebus dominicis; ms. P 123: Sermones in Festis Sanctorum; ms. P 126: Compendium de Contractibus, ex Molina; ms. P 127: Compendium Summae Moralis de Praeceptis Decalogi, ex Sanchez et Aliis Theologis; ms. P 128: Tractatus Theologicus de Sacramento Matrimonii; ms. P 129: Compendium Tractatus de dispensationibus. Cenni biografici sono ibid., ms. O 59, cc. 365r-368v: P. Aringhi, Vita del P. O. R.; ms. N. 55, cc. 5-19: G. Laderchi, Memorie di O. R.
G. Marciano, Memorie Historiche della Congregazione dell’Oratorio, I-V, Napoli 1693-1702, ad ind.; G.D. Mansi, Preaefatio, in O. Rinaldi, Annales Ecclesiastici, ab anno MCXCVIII ubi desinit Cardinalis Baronius, I, Lucae 1747, cc. 1r-4r; C.A. de Rosa, Memorie degli scrittori filippini, o siano della Congregazione di S. Filippo Neri, I, Napoli 1837, p. 199; Vita del B. Giovanni Colombini da Siena, composta da Feo Belcari e riveduta sopra tre testi a penna dal P. O. R., a cura di O. Gigli, Roma 1843; A. Marchesan, Lettere inedite di O. R. trivigiano, Treviso 1896; G. Calenzio, La vita e gli scritti del cardinale Cesare Baronio, Roma 1907 (in partic. pp. 817-873); G.B. Picotti, R. O., in Enciclopedia Italiana, XXIX, Roma 1936, pp. 345 s.; C. Gasbarri, L’Oratorio Romano, dal Cinquecento al Novecento, Roma 1962 [ma 1963], p. 1671; E. Avallone, L’opera storica di O. R., tesi di laurea, Università degli studi di Roma La Sapienza, a.a. 1963-64 (per un esemplare di questo lavoro cfr. Roma, Biblioteca Vallicelliana, Gall. 16.I.12); Ead., Il P. O. R. e la sua opera di storico, in L’Oratorio di S. Filippo Neri, XXII (1965), 4, pp. 1-4, 5-6, pp. 10-11, 10, pp. 1-5 (edizione parziale del precedente lavoro di tesi); G. Morello - F. Dante, L’Archivio della Congregazione dell’Oratorio di Roma alla Chiesa Nuova, in Ricerche per la storia religiosa di Roma, 1978, vol. 2, pp. 275-362; A. Cistellini, San Filippo Neri. L’Oratorio e la Congregazione oratoriana. Storia e spiritualità, I-III, Brescia 1989 (in partic. III, p. 2319 n. 184); A. Scattigno, Profili di regine nella storiografia della Controriforma: gli Annali Ecclesiastici di O. R., in Mélanges de l’École française de Rome, Italie et Méditerranée, 2001, vol. 113, n. 1, pp. 149-171.