FISCHETTI, Odoardo
Figlio di Fedele e di Maria Anna Borrelli, non si conoscono i suoi estremi anagrafici; la sua nascita, avvenuta presumibilmente a Napoli, si può far risalire ad un periodo precedente il 1778, considerando che nel 1799 il F. aveva già raggiunto la maggiore età. Pittore di storia, come lui stesso si definisce in una supplica al re nel 1818 (Borzelli, 1901, p. 106), si occupò anche di altri generi, come vedute e quadri a soggetto religioso e mitologico.
Eseguì un certo numero di gouaches come La veduta dell'interno del Vesuvio (coll. priv., Napoli: pubbl. in Gouaches, 1985, p. 18), firmata e datata 1805, e La veduta della sommità del Vesuvio (coll. Palmer - Caracciolo di Brienza, New York) del 1821, commissionate entrambe dal duca Ascanio Della Torre il giovane, autore di varie relazioni scientifiche sulle eruzioni dei primi anni dell'Ottocento.
Queste opere evidenziano un gusto proprio della cultura figurativa napoletana tra Settecento e Ottocento.
Disegnò anche alcune tavole per la Raccolta di tutte le vedute che esistevano nel gabinetto del duca della Torre rappresentanti le eruzioni del Vesuvio fin oggi accadute, incise a Napoli nel 1805, nelle quali l'attenzione per il rilievo documentario, pur risultando di un certo interesse, rimane distante dalla raffinata analisi con cui sono realizzate le vedute di P. Fabris per i Campi Phlegraei (Napoli 1776-79).
Nel 1811 dipinse ad olio, secondo il gusto neoclassico. due grandi tele raffiguranti la conquista di Capri da parte di Gioacchino Murat, attualmente nei depositi del Museo nazionale di S. Martino a Napoli.
I due quadri riproducono le fasi più significative della riconquista dell'isola da parte dei Francesi nel 1808. Nella prima tela, dal titolo Murat ordina la presa di Capri, il re, dalle colline di Massa Lubrense, decide l'operazione e segue la partenza delle truppe. Con lui è il generale Lamarque, che guiderà l'attacco. La luminosa rappresentazione della veduta tra Capri e Massa Lubrense costituisce lo sfondo sul quale si stagliano i personaggi, analizzati e descritti dettagliatamente, secondo un linguaggio non estraneo alla lezione di J.-L. David. L'altra tela, La presa di Capri da parte delle truppe di Murat, riprende il difficile sbarco dei soldati sulla costa occidentale dell'isola. È da notare la rappresentazione del paesaggio che, con i forti chiaroscuri, contribuisce ad accentuare il carattere drammatico della scena.
Un altro genere pittorico al quale il F. si dedicò, sempre ispirandosi alla corrente neoclassica francese, è rappresentato dalla grande pala di carattere sacro eseguita nel 1821 nella collegiata di S. Giovanni di Avella a Napoli e raffigurante L'Assunta, il Redentore e i ss. Biagio, Andrea, Erasmo e Alfonso Maria de Liguori.
Secondo le indicazioni fornite dalle guide ottocentesche di Napoli apparterrebbero al pittore altre tre tele, di cui la prima eseguita per la chiesa di Monte Calvario nel 1823, mentre le altre per la parrocchia dei Ss. Francesco e Matteo nel 1824. Disegnò anche i modelli per alcuni arazzi destinati alla cappella Palatina e dipinse ad olio il Mito di Amore e Psiche (Borzelli, 1901, p. 106).
Fonti e Bibl.: A. Borzelli, L'Accademia del Disegno nel decennio 1805-1815, in Napoli nobilissima, X (1901), p. 53; Id., L'Accademia del Disegno dal 1815 al 1860, ibid., p. 106 n. 1; Gouaches napoletane del Settecento e dell'Ottocento (catal.), Napoli 1985, pp. 18, 93, 96, 203; Il mito e l'immagine. Capri, Ischia e Procida nella pittura dal '600 ai primi del '900, Torino 1988, pp. 76 s.; M. Pisani, Una famiglia di pittori…, i Fischetti, in Napoli nobilissima, XXVII (1988), pp. 112-121; Id., Ancora su una famiglia di pittori., i Fischetti, ibid., XXVIII (1989), pp. 182-186; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XII, p. 51.