Marquard, Odo
Filosofo tedesco (n. Stolp, Hinterpommern, 1928). Studiò con Max Müller e Ritter, conseguendo l’abilitazione nel 1963; dal 1965 ha insegnato nell’univ. di Giessen. Dopo i primi studi dedicati all’idealismo tedesco e ai suoi influssi sulla psicoanalisi, ha sostenuto le ragioni di uno «scetticismo terapeutico», volto a liberare l’individuo dalle pretese assolutizzanti della modernità, in una serie di saggi caratterizzati, sul piano formale, da uno stile ironicamente polemico, che trova riscontro, sul piano contenutistico, nell’apologia del caso, nell’insistenza sulla finitudine umana e sulla capacità della coscienza storica di compensare in vario modo le conseguenze alienanti della modernità. Tra le opere si segnalano: Skeptische Methode im Blick auf Kant (1958); Abschied vom Prinzipiellen (1981; trad. it. Apologia del caso); Aesthetica und Anaesthetica (1989; trad. it. Estetica e anestetica: considerazioni filosofiche); Philosophie des Stattdessen (2000); Skepsis als Philosophie der Endlichkeit (2002); Zukunft brauch Herkunft (2003).