COLONNA, Oddone
Il padre del C., Giordano di Oddone - signore di Palestrina, Colonna, Zagarolo, Gallicano, Caprinica, San Cesario e Campomarzio - aveva sposato Francesca figlia di Paolo Conti (che risulta esser morta intorno al 1265).
La genealogia del C., per lungo tempo incerta, può oggi essere considerata sicura. In un documento notarile del 28 apr. 1292 (Petrini, p. 411), i figli del C., Giovanni, Oddone, Matteo e Landolfo Colonna, fratelli, vengono detti figli di Giordano: ma l'Oliger ha dimostrato che il Petrini, o l'autore della copia seicentesca del documento, aveva operato un omeoteleuto, per cui nel documento si deve leggere: "filii quondam d. Oddonis filii quondam d. Iordani". Una lettera di Bonifacio VIII del 10 maggio 1297 (Potthast, n. 24-573) è del resto esplicita su questo punto: i medesimi quattro fratelli vengono chiamati figli di Oddone.
Giovanni, capo della famiglia Colonna dopo la morte del padre, due volte senatore di Roma (1279-1280 e 1290-1291), nonché rettore della Marca d'Ancona (1288-1290), è l'autore della Vita della sorella beata Margherita. Landolfo rivestì la carica di rettore del ducato di Spoleto nel 1288. Matteo, preposito di Saint Omer, deve essere forse identificato con l'omonimo arciprete di S. Maria Maggiore (Oliger, p. 71 n. 2). Giacomo venne creato cardinale diacono di S. Maria in Via Lata dal pontefice Niccolò III nell'anno 1278.
La moglie del C. fu senza dubbio una Orsini: nella già citata lettera del 1297, Bonifacio VIII rimprovera al C. di avere aderito all'imperatore Federico II mentre era senatore Matteo Rosso Orsini, suo "sororius". Secondo il Litta, la moglie del C. si sarebbe chiamata Margherita. Trattando degli Orsini, lo stesso Litta fa però di Margherita la moglie di Stefano de' Papeschi, e dà il nome della moglie del C. come Maddalena. Il Gavazzi la chiama "Mobilia" (che sta forse per "Mabilia", nome tradizionalmente assai diffuso nella famiglia Orsini), ma anche questo nome non viene attestato da nessun documento.
La prima notizia relativa al C. si rinviene in un documento del 3 maggio 1226 (Contelori). A quella data egli risulta presente alla divisione dei beni della famiglia Conti con la quale era imparentato per parte di madre. Il 31 dic. 1232 egli porta il titolo di signore di Olevano in un documento con il quale vende a Gregorio IX la parte a lui spettante di Paliano e Serrone per quattrocento lire (Le Liber Censuum, p. 483). Paliano, da condominio di signori, passò a possedimento della S. Sede l'anno seguente, allorché anche gli altri nobili cedettero i loro diritti su quel territorio al pontefice, che li conservò come feudatari della Sede apostolica.
Il 7 febbr. 1252 il C. e il cugino Pietro del fu Oddone, procedono alla divisione dei beni della famiglia Colonna di Palestrina. Il C. riceve Palestrina, Zagarolo, Colonna, Capranica, metà dei castelli di Prataporci (presso Monteporzio) e Algido; entro la città di Roma Monte Accettorio (Montecitorio) e l'Augusta (sepolcro di Augusto), nonché i diritti sui castelli di Santo Vito, Monteranno, Castelnuovo e Pisciano (tutti e tre nelle parti di Caprinica) e la rocca di Torre di Marmo nella diocesi di Palestrina. Con la suddivisione del 1252 la famiglia del C. costituisce il ramo colonnese detto di Palestrina e rimane l'unica ad aver sede entro Roma.
Il dominio cittadino era situato alle falde del Quirinale presso le chiese dei SS. Apostoli e di S. Marcello, donde, attraverso il rione Trevi, giungeva sino al mausoleo di Augusto. Controllando il transito sulle vie Labicana e Prenestina mediante la catena dei fortilizi di Colonna, Zagarolo, Palestrina e Caprinica, la famiglia Colonna era quindi in grado di influire sulle vicende interne di Roma.
Il C. era anche proprietario di Porciano, tenuto in consorteria insieme con R. de Pluminaria, suo balivus (Les registres d'Innocent IV, n. 649: lettera del 29 apr. 1244).
Il C. fu due volte senatore di Roma, nel 1238-1239 e nel 1241 (4 marzo). La prima volta fu eletto insieme con Giovanni conte di Poli. Il 16 ott. 1238 i due senatori risultano già in carica (Riccardo di San Germano). La loro senatoria durò forse più di un anno perché Giovanni conte di Poli risulta ancora senatore il 24 giugno 1239 e non abbiamo motivo di credere che il C., suo collega, non lo fosse già più. È certo però che non rimasero in carica fino al novembre 1239, perché i documenti del 16 ottobre e 26 novembre 1239, citati dall'Halphen e dal Salimei, risultano essere dell'anno precedente (Bartoloni, Codice diplomatico, nn. 103 e 107).
Il C. fu senatore in un periodo particolarmente teso della vita politica romana. La città si trovava stretta tra Gregorio IX e l'imperatore Federico II che vagheggiava una sorta di renovatio dell'Urbe. L'elezione senatoriale del 1238 costituisce una soluzione di compromesso tendente a ristabilire un equilibrio tra le fazioni in lotta. Giovanni di Poli rappresentava gli imperiali, il C. i filopontifici. Le due parti, che godevano di largo seguito, continuarono dopo l'elezione una loro politica: a metà ottobre 1238, dopo la partenza per Anagni di Gregorio IX che riteneva Roma ancor troppo pericolosa, gli imperiali, guidati da membri di famiglie nobili, ordirono una congiura che sarà però prontamente repressa. In quell'occasione furono abbattute torri baronali intorno al Laterano e vennero distrutti anche palazzi antichi.
La posizione politica del C. mutò con il 1240, allorché un conflitto insorto tra Gregorio IX e il cardinale Giovanni Colonna, suo zio, circa l'armistizio negoziato nel marzo di quell'anno con l'imperatore, indusse il cardinale a passare dalla parte imperiale, imponendo alla famiglia Colonna un nuovo corso politico, decisamente e accentuatamente ghibellino. Il dissidio tra Gregorio IX e il cardinale Giovanni si aggravò al punto che nel luglio 1241 il pontefice destituì il C. e Annibaldo Annibaldi dalla carica di senatori di Roma.
Nella sua lettera del 1297 Bonifacio VIII ricorda che il C. era morto da più di quarant'anni. È lecito quindi supporre che sia scomparso nel periodo tra il 1256 e il 1257.
Fonti e Bibl.: Biblioteca Apostolica Vaticana, cod. Barb. lat. 2383: F. Contelori, Genealogiacomitum Signiae, f. 6v, n. 5; Ryccardi de Soneto Germano Chronica, a cura di G. Pertz, in Monum. Germ. Hist., Scriptores, XIX, Hannoverae 1866, p. 376; P. A. Petrini, Memorie prenestine, Roma 1795, p. 411 n. 19 (da Arch. Colonna, LVIII, 41); L. Tosti, Storia di Bonifazio VIII, I, Monte Cassino 1846, pp. 264-269 (dal Petrini) e pp. 270-274 (da P. Dupuy, Histoire du differend d'entre lepape Boniface VIII et Philippe le Bel, Paris 1655, preuve n. 29; A. Potthast, Regesta pontificumRoman., II, Berolini 1875, n. 24.513); Les registres d'Innocent IV, a cura di E. Berger, Paris 1884-1921, nn. 649, 6179; Le Liber Censuumde l'Église Romaine, a cura di P. Fabre- L. Duchesne, I, Paris 1910, pp. 483 s. n. CCXX (anche Arch. Colonna, XLIV, 73); F. Bartoloni, Codicediplomatico del Senato romano, I, Roma 1948, in Fonti per la storia d'Italia, LXXXVII, pp. 161 n. 98, 168 n. 101, 204 n. 128; A. Coppi, Memorie colonnesi, Roma 1855, p. 59; L. Halphen, Etudes sur l'administration de Rome au Moyen Age (651-1252), Paris 1907, pp. 63 ss., 174; L. Cavazzi, La diaconia di S. Maria in via Lata e ilmonastero di S. Ciriaco, Roma 1908, p. 402; G. Pressutti, I Colonna di Riofreddo (sec. XIII e XIV), in Archivio della R. Società romana distoria patria, XXXIII (1910), p. 317; G. Tomassetti, La Campagna romana, III, Roma 1913, pp. 415, 547; L. Mohler, Die Kardinäle Jakobund Peter Colonna. Ein Beitrag zur Geschichtedes Zeitalters Bonifaz' VIII., Paderborn 1914, pp. 3, 63; G. Nanove, Paliano. Appunti storici, in Archivio della R. Società romana di storia patria, XLIII(1920), p. 360; E. Kantorowicz, KaiserFriedrich der Zweite, Supplemento, Berlin 1931, pp. 287 ss.; A. Salimei, Senatori e statuti di Romanel Medioevo. I senatori. Cronologia e bibliografia dal 1140 al 1446, Roma 1935, p. 70; L. Oliger, B. Margherita Colonna. Le due vite scritte dal fratello Giovanni Colonna senatore di Roma e da Stefania monaca di S. Silvestro in Capite, Roma 1935, pp. 70 ss., 74 s., 78, 80, 84, 87, 111, 113, 223; F. Bartoloni, Per la storia del Senato romano nei secc. XII e XIII, in Bull. Dell'Ist. stor. ital. per il Medio Evo e Archivio muratoriano, LX (1946), pp. 91 s.; P. Brezzi, Roma e l'Impero medioevale (774-1252), Bologna 1947, pp. 434 s.; P. Paschini, I Colonna, Roma 1955, pp. 9 ss.; P. Litta, Le famiglie celebri ital., sub voce Colonna di Roma, tav. II.