ODALISCA
. Dalla corruzione francese odalisque, risalente alla metà del sec. XVII, del turco ōḍalyq "cameriera"; tuttavia scrittori e lessici francesi antiquati conoscono anche la forma odalique, conservata da V. Abbondanza, Dizionario storico delle vite di tutti i monarchi ottomani, Roma 1786 (odalica, plur. odaliche). Per i Turchi si trattava delle schiave addette al servizio di tavola e di camera delle signore; invece gli scrittori europei arbitrariamente applicarono il nome alle schiave concubine dei sultani o dei pascià e molto fantasticarono sulla loro bellezza e le loro abilità di cantatrici e danzatrici. Di fatto, per ragioni di politica interna, i sultani ottomani dalla conquista di Costantinopoli (1453) in poi evitavano di contrarre matrimonio con donne turche libere e vivevano in concubinato con schiave di loro proprietà (cosa legale nell'islamismo e non implicante illegittimità dei figli); quelle che generavano principi imperiali ricevevano il titolo di qādyn (signora) o di khāṣṣekī (favorita); se poi il figlio diveniva sultano, la schiava sua madre saliva ad altissimo onore, poteva acquistare grande importanza politica e assumeva il titolo di wālideh sulṭān (sultana madre) per la durata del regno del figlio. Rarissimi sono i casi di sultani che abbiano sposato schiave madri di loro figli, dopo averle emancipate come vuole il diritto musulmano in simili casi.