Hamelin, Octave
Filosofo francese (Lion-d’Angers, Maine-et-Loire, 1856 - Huchet, Landes, 1907). Dal 1885 insegnò all’univ. di Bordeaux, dal 1903 alla Sorbona. È uno dei più notevoli rappresentanti del criticismo francese, inaugurato da Renouvier, che egli cercò di sviluppare integrando il kantismo di quest’ultimo con motivi di dialettismo hegeliano nella deduzione delle categorie. La sua opera fondamentale è l’Essai sur les éléments principaux de la représentation (1907); fra gli altri scritti, i maggiori, pubblicati postumi, sono Descartes (1910) e Le système d’Aristote (1920). H. concorda con Renouvier nell’intento di rinnovare il kantismo mediante l’esclusione di ogni oggettività noumenica e la riduzione del reale a sistema di relazioni ideali, o categorie; ne diverge tuttavia in quanto cerca di applicare alla deduzione di queste categorie quel principio della triade dialettica (tesi, antitesi e sintesi) che in Renouvier interviene a specificare intrinsecamente la natura di ciascuna categoria, ma non influisce sulla determinazione della loro serie. Ogni pensiero ha, secondo H., un contenuto che in tanto è determinato in quanto si riferisce a ciò che gli è opposto, insieme escludendolo e implicandolo: prima categoria è quindi quella della relazione. Ma alla relazione si oppone l’irrelato, il discreto: e sintesi di questa antitesi è la seconda categoria, il numero. Dalla sintesi delle due prime categorie nasce la terza, il tempo. Per analoghe deduzioni dialettiche si generano le categorie restanti: spazio (antitesi del tempo), movimento (sintesi di tempo e spazio), qualità (antitesi del movimento), alterazione (sintesi di movimento e qualità), specificazione (antitesi dell’alterazione), causalità (sintesi di alterazione e specificazione), finalità (antitesi della causalità), personalità (sintesi di causalità e finalità). Così, hegelianamente, anche il sistema di queste undici categorie parte dal più astratto per giungere al più concreto, culminando nella suprema realtà dello spirito autocosciente e libero.