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OCHETUS

di Giulio Cesare PARIBENI - Enciclopedia Italiana (1935)
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OCHETUS (anche Hochetus, Hoquet)

Giulio Cesare PARIBENI

È una forma appartenente ai primi secoli della polifonia. Apparso nel 1200, l'Ochetus ebbe il massimo sviluppo al tempo dell'Ars nova francese, cioè nel sec. XIV; perdette di terreno nel seguente e scomparve del tutto in mezzo al fiorire delle grandi forme polifoniche cinquecentesche. La parola Ochetus, derivata con ogni probabilità dal francese hoquet, cioè singhiozzo, designa piuttosto una maniera di canto che una vera e propria forma musicale. L'Ochetus infatti consiste in un periodare tronco e interrotto delle voci. Le pause frequenti e brevi, con cui le parti di polifonia spezzano il loro discorso, giungendo persino a dividere col silenzio le sillabe di una stessa parola, sono alternate in modo che, se la composizione è a tre voci, una tace mentre le altre due cantano.

La maniera cosiddetta ochettante fu introdotta nelle principali forme polifoniche dell'Ars Nova, come nel Mottetto, nel Madrigale, e perfino nella Caccia. Rimase però caratteristica più dei compositori francesi che degl'italiani. Esempio del genere, il Mottetto di G. de Machault De soupirant cuer, pubblicato da J. Wolf nella Geschichte d. Mensuralnotation (Lipsia 1904-05).

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