OCEANOGRAFIA (XXV, p. 157; App. II, 11, p. 438)
Negli ultimi anni crociere oceanografiche attorno al mondo hanno portato a ulteriori conoscenze sugli Oceani (v. in proposito, in questa App., atlantico, oceano; indiano, oceano; pacifico, oceano). Le principali di tali crociere sono state quelle intraprese dalla nave svedese Albatross e dalla danese Galathea, che hanno compiuto entrambe il periplo del globo, la prima sopratutto per ricerche sulla natura e spessore dei depositi di fondo, sulla batimetria, sulle acque di fondo e sulla salinità, la seconda per ricerche di carattere biologico. La nave inglese Challenger II ha compiuto un viaggio intorno al mondo (1950-52), nel corso del quale ha individuato nella Fossa delle Marianne una profondità di 10.899 metri. I Sovietici hanno partecipato alle ricerche con due grosse navi, la Vitjaz, che ha esplorato il Pacifico Settentr. (1959), e la Lomonosov, che ha operato nell'Atlantico Settentrionale. I Tedeschi hanno compiuto ricerche nello stesso mare con la Gauss (1950). Ricerche di vario genere hanno compiuto anche gli S. U. A. Particolarmente notevole l'"Operation Cabot" del U. S. Hydrographic Office, svoltasi tra il 6 e il 23 giugno 1950, che ha consentito l'esame sistematico, mediante sei navi, dell'intera regione della Corrente del Golfo tra il capo Hatteras e il grande Banco di Terranova, e uno studio assai esauriente della dinamica della Corrente stessa. Durante l'Anno Geofisico Internazionale 1957-58 circa 60 navi di 40 Nazioni hanno compiuto ricerche su tutti gli oceani, coordinate da uno speciale comitato (W. G. O. = Working Group of Oceanography). Nell'agosto 1958 un sottomarino degli Stati Uniti, il Nautilus (a propulsione nucleare) ha compiuto in 86 ore il tragitto Isole Diomede (Alasca) - Islanda (2800 km) passando sotto la banchisa polare artica; il 23 gennaio 1960 il batiscafo Trieste è sceso nel Pacifico a oltre 10.000 m di profondità.
Circa i criterî di impostazione e la metodologia nelle ricerche è da osservare come una graduale evoluzione abbia portato queste ultime su basi sempre più nettamente geofisiche volgendole, oltre che allo studio dei movimenti delle acque, a quello della distribuzione in orizzontale e in verticale dei fattori oceanografici (temperatura, concentrazione salina, contenuto di gas, ecc.). L'importanza di tali ricerche deriva da varie circostanze: dalla concentrazione salina dipende la densità; alla distribuzione dei gas è strettamente legata la biologia marina; alla composizione fisico-chimica del mare sono legati i movimenti delle acque. La circolazione oceanica infatti, come circolazione chiusa, dipende dalla stratificazione termoalina giacché le forze motrici sono dovute in parte ai venti sulla superficie marina ma in parte alle variazioni di densità, e queste dipendono a loro volta dalle differenze di temperatura e di salsedine.
Notevoli progressi si sono avuti anche nello studio delle onde marine, in particolare di quelle superficiali; mentre nello studio delle maree gli studiosi si sono rivolti più che altro agli aspetti geofisici del fenomeno, ciò che ha consentito di meglio comprendere il meccanismo di formazione delle maree dell'oceano e dei singoli mari secondarî e costieri. Varî perfezionamenti si sono avuti negli apparecchi acustici destinati a misurare la profondità del mare, grazie ai quali è stato tra l'altro possibile determinare l'esistenza, durante le ore diurne, d'uno strato posto fra 300 e 400 m (D. S. L. = Deap Scattering Layer) apparentemente di basso fondo, ma in realtà costituito, a quanto pare, da crostacei planctonici. L'impiego della sonda-radar ha permesso poi di misurare lo spessore di sedimenti marini, mentre l'apparecchio ideato dallo svedese Kullenberg per il prelievo di campioni di fondo ("carote") d'uno spessore fino a 20 m ha aperto una strada alla ricostruzione della storia del fondo negli ultimi 2 milioni di anni cioè dal Terziario Superiore. I dati più recenti sugli oceani sono:
Bibl.: J. Proudman, Dynamical oceanography, Londra 1953; G. Dietrich-K. Kalle, Allgemeine Meereskunde, Berlino 1957; A. Defant, Ebb and flow: the tides of earth, air and water, Chicago 1958; E. Bruns, Ozeanologie, I, Berlino 1958; G. Dietrich, Ozeanographie. Physische Geographie des Weltmeeres, Braunschweig 1959; J. Rouch, Les découvertes océanographiques modernes, Parigi 1959; A. Defant, Physical oceanography, I: Physics chemistry and oceanic movements (oceanic circulation); II, Wawes, tides and kindred phenomena, Oxford 1961.