• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

ESTE, Obizzo d'

di Trevor Dean - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 43 (1993)
  • Condividi

ESTE, Obizzo d'

Trevor Dean

Primo marchese di questo nome nella storia della famiglia nacque all'inizio del sec. XII, da Folco (I) figlio di Alberto Azzo (II), discendente della potente famiglia degli Obertenghi, famosi dal sec. X per via del pubblico ufficio ricoperto e per la quantità dei possedimenti (cfr. s.v. Alberto Azzo [Obertenghi] in questo Dizionario).

Alberto Azzo (II) aveva spostato il centro degli interessi e della attività della casa dalla Lunigiana alla Marca Trevigiana nella seconda metà del sec. XI. Colà la famiglia aveva un consistente complesso patrimoniale con centro in Montagnana, Monselice ed Este ed estendentesi fino al Veronese, al Polesine di Rovigo ed al Ferrarese. Aveva stretti rapporti con i monasteri della Vangadizza (Badia Polesine) e di S. Maria di Carceri (Este) e si trovò attirata ad intervenire nella vita politica delle città confinanti. Con i figli di Alberto Azzo (II) la famiglia si divise in due rami: Guelfo (IV), che morì nel i 10 1, fu il continuatore della casa dei duchi di Baviera e Sassonia; Folco (I) rimase nella Marca Trevigiana, dove è ricordato nell'esercizio dei suoi poteri giurisdizionali e patrimoniali. Folco (I) ebbe cinque figli, Bonifacio, Folco (II), Alberto, Azzo e l'E., che furono i primi membri della famiglia ad essere chiamati, a partire dal settimo decennio del sec. XII, marchesi d'Este.

Negli anni successivi alla morte (1097) di Alberto Azzo (II) il ramo tedesco della famiglia reclamò con successo una parte della eredità di quello, che fu da loro conservata fino al 1154, quando il duca Baviera Enrico il Leone investì l'E. e i suoi fratelli di Este, Solesino, Arquà, Merendola. Poche sono le notizie relative all'E. in questi anni: ci viene riferito che nel 1164 attestò un atto dell'imperatore Federico I a Pavia; che nel 1169 fu arbitro in una vertenza patrimoniale riguardante S. Maria di Carceri. Nel 1177 partecipò all'incontro fra Federico I e il papa Alessandro III a Venezia, cui presenziò con un seguito più grande rispetto a quelli della maggior parte degli altri signori lì convenuti. Sempre nel 1177 fu podestà Padova, carica che ricoprì ancora negli anni 1180-1181. Nel frattempo era sorta una controversia patrimoniale fra l'E., suo fratello Alberto e il loro nipote Bonifacio: fu risolta per lodo arbitrale, in forza del quale ad ognuno di loro fu riconosciuto il possesso della terza quota parte di questi tre blocchi di territori: la Scodosia di Monselice; Este, Solesino e Villa; il contado di Rovigo.

Questo lodo mostra che l'E. aveva allora già stabilito legami con gli esponenti politici di Ferrara: esso fu pronunciato, infatti, da Torello Torelli, membro di una delle due famiglie dominanti in quella città. L'altra era la famiglia degli Adelardi.

I legami dell'E. con Ferrara si intensificarono nel nono decennio del secolo, quando egli si assicurò l'eredità degli Adelardi.

Secondo un cronista ferrarese del primo Trecento, Marchesella, ultima rappresentante della famiglia degli Adelardi (o Marcheselli), sebbene fosse stata promessa ad un Torelli nella speranza di comporre l'antico conflitto che divideva le due case, venne invece consegnata all'E. da esponenti della fazione ferrarese guelfa, che aveva avuto sin'allora gli Adelardi come guida. Scomparsa poco dopo Marchesella, l'E. si assicurò l'eredità degli Adelardi, di'cui fu investito negli anni seguenti il 1187. Non sembra che l'E. avesse un valido titolo legale per rivendicare a sé tale eredità, anche se le modalità del trasferimento di quest'ultima all'E. ci rimangono oscure. Nondimeno, questo fatto segnò il pieno inserimento degli Estensi a Ferrara.

Dopo la pace di Costanza all'E. furono delegati da Federico I poteri imperiali in varie marche italiane: nel 1184 quel sovrano lo investì di funzioni pubbliche nella Marca di Genova e di Milano, sebbene sia poco probabile che le abbia esercitate effettivamente. in quei luoghi. A certo, invece, che esercitò il suo potere nella Marca Trevigiana in qualità di uditore d'appello nelle sentenze giudiziarie, come è provato per gli anni 1186, 1187, 1191, 1192. Ulteriori prove del favore imperiale nei suoi confronti si ebbero nel iigi, quando Enrico IV restituì all'E. Rovigo, che - a quanto sembra - era caduta nelle mani dei Veronesi durante i conflitti tra Ferrara e la città atesina.

Nei suoi ultimi anni l'E. ebbe una lunga controversia per motivi di successione con la vedova e le figlie del fratello Alberto. Nel suo testamento Alberto aveva nominato sue eredi le proprie figlie; ma l'E. reclamò per sé Este e Rovigo come suoi feudi. La vedova di Alberto e le figlie sottoposero la questione al duca di Baviera e all'imperatore, ma ambedue decisero in favore dell'Este. Una vertenza a parte, tra l'E. e la Comunità di Este, venne pure risolta in suo favore per intervento dell'imperatore.

L'E. morì non dopo il 1194.

Si era sposato due volte. Non conosciamo, per il silenzio delle fonti in nostro possesso, né il nome né il casato della prima moglie. Rimasto vedovo, si unì in seconde nozze con Sofia da Lendinara, discendente da una famiglia di capitanei legata a Vangadizza, un centro ora nel Comune di Legnago (Verona), ed agli Estensi. Ebbe quattro figlie. Un figlio maschio, Bonifacio, gli dette Sofia da Lendinara; precedentemente aveva avuto un altro maschio, Azzo (V), che gli premorì e che, pare, fu il padre di quell'Azzo (VI) il quale, alla scomparsa dell'E., ne avrebbe raccolto l'eredità anche politica.

Nel suo testamento, nel quale comprese come eredi aggiunti il nipote Azzo (VI) ed il figlio Bonifacio, l'E. stabilì lasciti per le figlie e per diverse chiese del Padovano.

Fonti e Bibl.: Chronica parva Ferrariensis, in L.A. Muratori, Rer. Ital. Script., VIII, Mediolani 1726; L. A. Muratori, Antiquitates Italicae Medii Aevi, Mediolani 1738-41, I, coll. 733 s.; II, coll. 285 s.; IV coll. 477-80; V, col. 1050; Urkunden zur Reichs- und Rechtsgeschichte Italiens, a cura di J. Ficker, IV, Innsbruck 1874, pp. 221 ss., 226; Codice diplom. padovano dall'anno1101 alla pace di Costanza, a cura di A. Gloria, II, Venezia 1881, pp. 116, 209, 230 s., 298, 357, 398, 413 s., 433, 442, 444 s.; L. A. Muratori, Delle antichità estensi ed italiane, I, Modena 1717, pp. 321, 325 s., 336-66, 371 s.; I. Alessi, Ricerche istorico-critiche delle antichità di Este, I, Padova 1776, pp. 542-64, 575-608; A. Frizzi, Mem. per la storia di Ferrara, Ferrara 1848, II, pp. 279 s.; III, pp. 1-10, 14, 35 s.; C. Antolini, Una questione cronologica..., in Atti e mem. della Deput. ferrarese di storia patria, IX (1897), p. 133; E. Zorzi, Il territorio padovano nel periodo di trapasso da comitato a Comune, Venezia 1929, pp. 182 s., 188-192; G. Righini, Due donne nel destino di casa d'Este, in Atti e mem. della Deput. ferrarese di storia patria, n. s., XXVIII (1964), pp. 55 s.; G. Zanella, Riccobaldo e dintorni. Studi di storiografia medievale ferrarese, Ferrara 1980, pp. 68-71, 77-81; A. Castagnetti, La Marca Veronese-Trevigiana (secoli XI-XIV), in Storia d'Italia (UTET), VII, 1, Torino 1987, pp. 179-81, 214.

Vedi anche
Èste Èste. - Famiglia principesca italiana, le cui più certe origini si riconducono agli Obertenghi; Alberto Azzo II (996 circa - 1097), vero capostipite della casa d'Este, era infatti pronipote del marchese Oberto, creato nel 962 conte palatino da Ottone I. Prese nome dal luogo del Padovano in cui, dal 1073 ... Malaspina, Obizzo, il Grande Figlio (m. 1185) di Alberto; abile politico e coraggioso uomo d'arme, mirò essenzialmente a tenere liberi i suoi territorî da pressioni esterne troppo forti, partecipando perciò alle vicende dell'Italia centrale e settentrionale. Seguendo tale fine egli prima appoggiò i comuni contro Federico Barbarossa ... Òbizzo III marchese d'Este Òbizzo III marchese d'Este. - Figlio (1294-1352) di Aldobrandino II e di Alda Rangoni, fu proclamato (1317) signore di Ferrara coi due fratelli Rinaldo e Niccolò I, poi anche signore di Modena (1336). Sposò Giacoma Pepoli (Obizzo III marchese d'Este 1341) e in seguito Lippa di Giacomo Ariosti. Comacchio Comune della prov. di Ferrara (284 km2 con 23.128 ab. nel 2008), nella regione litoranea emiliana. Sorta originariamente su isole nella zona del delta padano, solo nel 1821 fu riunita a Ostellato con una strada su argini. La bonifica della valle Isola ha trasformato progressivamente il paesaggio lagunare, ...
Categorie
  • BIOGRAFIE in Storia
Tag
  • MARCA TREVIGIANA
  • ENRICO IL LEONE
  • OBERTENGHI
  • MONTAGNANA
  • LENDINARA
Altri risultati per ESTE, Obizzo d'
  • Òbizzo I marchese d'Este
    Enciclopedia on line
    Figlio (m. 1193) terzogenito di Folco I d'Este; ebbe, come capo dei guelfi, grande importanza nella marca veronese. Dal 1184 ottenne per eredità il titolo di marchese di Milano e di Genova e, riconciliatosi con l'Impero, fu nominato vicario imperiale per la marca trevigiana.
Vocabolario
pietra d'inciampo
pietra d'inciampo (Pietra d’Inciampo) locuz. s.le f. Piccola targa d’ottone, grande quanto una pietra squadrata tipica della pavimentazione stradale di città come Roma, collocata a scopo memoriale davanti alla porta della casa nella quale aveva...
d, D
d, D D (di, ant. o region. de 〈dé〉) s. f. o m. – Quarta lettera dell’alfabeto latino, la cui forma maiuscola deriva, attraverso il delta greco (Δ), dal dalet fenicio; dall’originaria capitale si sono svolte poi, tanto nell’alfabeto latino...
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali