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obesita

Dizionario di Medicina (2010)
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obesità


Aumento patologico del peso corporeo legato a un’eccessiva quantità di grasso, convenzionalmente quando l’indice di massa corporea (BMI, Body Mass Index) è superiore a 30 kg/m2. Intervengono nella genesi dell’o. fattori genetici e ambientali che influenzano sia l’assunzione del cibo (qualitativamente e quantitativamente) sia il consumo energetico, le vie centrali di stimolo e di soppressione dell’appetito, i soppressori periferici (come l’insulina e la leptina). Le interazioni fra sistema nervoso centrale e grasso corporeo sono quindi molteplici: dalla patologia bulimica (➔ anoressia/bulimia), alle ripercussioni neuropsichiche della o. stessa, alle alterazioni a livello di neurotrasmettitori e di circuiti diencefalo-ipotalamo-ipofisari. Ripercussioni neuropsichiche dell’o. sono del resto quasi costanti: la frustrante ripetizione delle diete più varie per ridurre il peso corporeo, lo stato d’ansia e di depressione che spesso hanno condotto il paziente all’introduzione eccessiva di alimenti, portano il soggetto in uno stato di insoddisfazione e di ansia continua, di mancata accettazione di sé stesso e, spesso, di isolamento dalla comunità dei magri. La o. diencefalo-ipofisiaria è un’o. solitamente associata alla diminuzione dei livelli plasmatici di leptina, prodotta principalmente nelle cellule adipose, ma i cui recettori sono situati a livello diencefalo-ipofisario (oltre che nei linfociti T e negli endoteli vascolari); gli effetti della leptina sul peso dell’individuo sono mediati dai centri ipotalamici che controllano il comportamento alimentare, la sensazione di fame, la temperatura corporea e il dispendio energetico (come l’asse ipotalamo-surrenalico, ipotalamo-gonadico, ipotalamo-tiroideo); la leptina ostacola inoltre l’azione del neuropeptide Y, potente stimolatore del bisogno di alimento, e riduce la sensibilità dei recettori insulinici. Alterazioni ipotalamiche dei recettori della leptina possono pertanto essere responsabili di obesità. Le cause organiche più frequenti sono i craniofaringiomi che si estendono al III ventricolo e al peduncolo ipofisario, i tumori ipotalamo-ipofisari e alcune iperplasie cellulari non adenomatose secernenti neuropeptidi attivi sui centri della fame e sul metabolismo. Se l’o. ipofisaria riconosce un’iperincrezione di ormone ACTH (AdrenoCorticoTropic Hormone), essa rientra nel morbo di Cushing (➔).

Farmaci contro l’obesità e SNC

I farmaci più efficaci per ridurre la sensazione di fame sono le anfetamine e i loro derivati: in partic., la combinazione di dexfenfluramina e di fenfluramina ebbe grande successo negli ultimi decenni del 20° sec. (come quella fentermina-fenfluramina e la dexfenfluramina da sola). Questi composti sono stati tolti dal commercio per l’importanza dei loro effetti collaterali (iperstimolazione simpatica, ipertensione polmonare, insonnia, dipendenza) e per il mancato mantenimento del peso desiderato e sono stati soppiantati dagli antidepressivi (➔) della classe SSRI (Selective Serotonin Reuptake Inhibitors).

Vocabolario
rischio obesità
rischio obesita rischio obesità loc. s.le m. Preoccupazione per un eccesso alimentare protratto nel tempo che può determinare il sovrappeso corporeo. ◆ [tit.] Due ore di tv e per i bambini scatta il rischio obesità (Corriere della sera,...
pro-obesità
pro-obesita pro-obesità agg. inv. Che favorisce l’obesità. ◆ L’aria condizionata ingrassa: secondo uno studio pubblicato sull’International Journal of Obesity, tecnologie che mantengono il corpo in «zona termoneutra» non farebbero «bruciare»...
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