TERZAGO, Oberto (Uberto) da. – Figlio di «Petrucius» e di «Luciana» (Savio, 1913, p. 550)
, di Oberto non si conoscono il luogo e la data di nascita.
La sua è una famiglia di valvassori milanesi, originaria di Terzago (oggi Trezzano sul Naviglio), titolare nell’XI secolo di diversi feudi e legata da rapporti vassallatici al monastero di S. Simpliciano di Milano e alla famiglia degli Avvocati (Keller, 1995, pp. 202 s.); dal 1123 solide relazioni sono attestate anche con la chiesa di S. Giorgio al palazzo a Milano (Le pergamene [...] S. Giorgio al palazzo di Milano, a cura di L. Zagni, 1988, nn. 7, 24, 25, 26, 31, 41, 43, 50, 84).
La prima notizia su Oberto da Terzago risale al settembre del 1168, quando come arciprete di Monza compare in una donazione effettuata da un canonico a favore della stessa Chiesa (Frisi, 1794, II, n. LXVI). Impossibile invece stabilire se sia lui l’archipresbiter de Modoetia presente a una sentenza della Chiesa di Como del 27 giugno 1167 (come ritiene S. Monti, Carte di S. Fedele..., 1913, p. 55).
La nomina di Oberto segnò una svolta nelle relazioni tra Roma e l’antica, prestigiosa Chiesa dedicata al Battista, legata alla memoria della regina Teodolinda e titolare di una ricca serie di diritti spirituali e temporali, oltre che di un rilevante patrimonio fondiario. Nel 1169 papa Alessandro III intervenne infatti due volte in difesa dei privilegi dei canonici di S. Giovanni, mutando atteggiamento rispetto a precedenti prese di posizione caratterizzate da forte diffidenza verso Monza, alleata dell’imperatore Federico I; inoltre rivolgendosi a Oberto il papa utilizzò l’appellativo «dilectus filius [...] subdiaconus noster» (Frisi, 1794, II, n. LXVIII). Per la sua fedeltà ad Alessandro III e a Galdino della Sala, arcivescovo di Milano dal 1166, Oberto parve, dunque, l’uomo adatto a ricondurre la Chiesa monzese nell’obbedienza romana, dopo averla sottratta all’adesione scismatica a Vittore IV, l’antipapa voluto da Federico Barbarossa (Mambretti, 1981, pp. 114 s.). A Monza da Terzago, tra il 1168 e il 1195, continuò con energia l’opera dei predecessori: confermò la giurisdizione spirituale sulle cappelle e sulle chiese (anche con la nomina dei rispettivi presbiteri) e il dominatus loci sulle curtes dipendenti da S. Giovanni; sviluppò il patrimonio di terreni e di mulini lungo il corso del fiume Lambro, consolidò le rendite di cui godeva la Chiesa monzese; nel 1174 presenziò alla convenzione per l’ospedale di Girardus Tinctor (Mambretti, 1981, pp. 112-127). Il suo raggio d’azione non si limitò all’antica Chiesa regia, ma riguardò l’intera provincia ecclesiastica ambrosiana: venne chiamato più volte a partecipare e a deliberare in cause giudiziarie, sia in quanto suddiacono papale sia in quanto canonico della Chiesa milanese. Nella duplice veste di arciprete della Chiesa di Monza e suddiacono della Chiesa di Roma, il 30 luglio 1170, pronunciò una deliberazione su una vertenza tra la chiesa e il monastero di S. Vittore ad corpus e la chiesa di Cisliano (Le pergamene [...] di S. Vittore al corpo, a cura di M.F. Baroni, 1994, n. 3). Come subdiaconus Romanae Ecclesie et Modoetiensis Ecclesie minister sottoscrisse numerosi atti: il 10 settembre 1172 una sentenza dell’arcivescovo Galdino (Le carte di S. Maria del Monte di Velate, a cura di P. Merati, II, 2007, n. 15) e nei primi mesi del 1173 un atto di protezione verso la chiesa di S. Giovanni de foris a Brescia (P.F. Kehr, Papsturkunden in Italien, V, 1977, pp. 448-450); ancora nel 1173, a Varese, firmò in rappresentanza di Galdino l’atto di fondazione dell’ospedale del Nifontano (Lucioni 2002, pp. 35-38, 43-45); forse nel 1179, sottoscrisse la conferma di una donazione del 21 dicembre 1150 destinata a celebrare la festa della S. Croce in S. Maria iemale (Le pergamene [...] della Chiesa maggiore di Milano, a cura di M.F. Baroni, 2003, n. 22). A Monza, il 27 settembre 1181, assieme a Uberto, arcidiacono della Chiesa milanese, rese pubblica una sentenza su una controversia tra il vescovo e la canonica di Piacenza (Piacenza, Archivio Capitolare della cattedrale, Sentenze 8 [bis], c. 14). Nel 1184 fu tra i testimoni di una sentenza del cardinale Uberto di S. Lorenzo in Damaso (Le carte del monastero di S. Ambrogio di Milano, a cura di A. Grossi, 2007, n. 19).
In qualità di canonico ordinario della Chiesa milanese, nel 1174 fu a Lodi per una sentenza pronunciata dall’arciprete della cattedrale Milone da Cardano, con cui collaborò a lungo (Güterbock, 1932-1933, pp. 109-111). Su mandato dell’arcivescovo Algisio nel 1180 si recò ad Acqui in missione conciliativa con la diocesi di Alessandria, ma senza successo (Alberzoni, 2001, p. 275). Più fruttuoso invece il suo intervento del febbraio del 1182 nelle valli di Blenio e Leventina (importanti aree di collegamento verso i passi alpini). In qualità di canonico ordinario della Chiesa milanese e signore delle Tre valli, l’energico Oberto, nonostante il rigore dell’inverno e un’età presumibilmente avanzata, si recò in Val di Blenio, promuovendo un’azione coordinata tra i valligiani contro i signori da Torre, sostenitori del Barbarossa e asserragliati nel castello di Curtero: in tal modo il Capitolo milanese riprese un parziale ma efficace controllo su quelle valli (Cavanna - Vismara, 1982, pp. 35-40).
Durante il vescovato di Milone da Cardano Oberto venne eletto arcidiacono della Chiesa di Milano (almeno dal 7 marzo 1189: Gli atti del Comune di Milano fino all’anno 1216, a cura di C. Manaresi, 1919, n. CLXV); con tale qualifica firmò una serie di sentenze vescovili sino al luglio del 1194, quando l’arcivescovo approvò una modifica degli statuti dell’ospedale del Brolo (G. Bascapè, Antichi diplomi..., 1937, pp. 78-80). Nel 1185 era stato presente alla stipula dell’alleanza tra Federico I e il Comune di Milano; sul diploma imperiale il suo nome compare accanto a quello dei vescovi di Asti e di Bergamo, probabilmente in sostituzione dell’arcivescovo Algisio da Pirovano, morente (Gli atti del Comune di Milano..., cit., n. CXLVIII). Il 27 giugno 1186 a Giubiasco (Canton Ticino) fu testimone, come prepositus Modoicensis, al privilegio concesso dal Barbarossa agli abitanti della pieve di Locarno (Friderici I Diplomata, in MGH, Diplomata..., X, 4, 1990, n. 946).
La qualifica di minister, che spesso accompagna il suo nome, e la contemporanea presenza nella Chiesa monzese di un altro arciprete, Guidottus, hanno fatto ipotizzare che da Terzago ricevesse gli ordini maggiori solo in prossimità dell’elezione episcopale (Mambretti, 1981, pp. 132 s.; Alberzoni, 2009, p. 170).
Divenne arcivescovo della Chiesa ambrosiana l’11 setttembre 1195, in un momento di grande impegno politico e militare per Milano: si era, infatti, aperto il confronto armato con il nuovo imperatore Enrico VI.
Scarse sono le notizie riguardanti il breve periodo del suo episcopato: nel 1196 promosse la ricostruzione della campata antistante il tiburio della chiesa di S. Ambrogio, crollata per l’eccessivo peso della struttura muraria; consacrò poi alcuni altari della chiesa cistercense di Chiaravalle (Savio, 1913, p. 549). Nel marzo di quell’anno a Monza nominò arciprete di S. Giovanni il canonico Ariprando da Rho e, forse memore delle persistenti aspirazioni del borgo, si espresse con caute parole: «hanc eletionem hinc palam fatio non hauctoritate nec iurisditione archiepiscopatus, sed hauctoritate et iurisditione archipresbiteratus istius ecclesie» (Frisi, 1794, II, n. LXXXI).
Oberto da Terzago morì il 15 giugno dello stesso anno, dopo un episcopato durato poco più di nove mesi, come annota il nuovo Beroldo: «XVIII kal. iunii. Obiit dominus Obertus de Tertiago archiepiscopus, cuius annuale est ordinatum pro se et parentibus suis super Tertiago»; venne sepolto nella chiesa iemale (Savio, 1913, p. 550).
Nell’Archivio del Capitolo metropolitano di Milano si conserva una dettagliata registrazione del suo annuale e di quello dei suoi genitori, datata al XIII secolo (Fondo Pergamene, A-2-14). L’Obituario monzese riporta il suo obitus al giorno 18 giugno, con una lunga nota che indica generose donazioni per la chiesa di S. Giovanni, tra cui rendite, preziosi paramenti liturgici e codici (Kalendarium-Obituarium..., 2001, pp. 340 s.). Il 19 novembre 1196 papa Celestino III confermò una sentenza di Oberto nella controversia tra il maestro e i conversi dell’ospedale milanese di S. Simpliciano (Savio, 1913, p. 550); il 13 maggio 1197 l’arcivescovo Filippo da Lampugnano, nel confermare gli statuti dell’ospedale del Brolo, ricordò il nome del suo predecessore: «dilecti fratris Oberti mei» (Gli atti dell’arcivescovo e della curia arcivescovile di Milano nel sec. XIII, a cura di M.F. Baroni, 2007, n. 7).
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Milano, Fondo Pergamene, c. 313, n. 213; Milano, Archivio del Capitolo metropolitano, Fondo Pergamene, A-2-14; Meda, Archivio Antona Traversi, Pergamene, n. 200; Piacenza, Archivio Capitolare della cattedrale, Sentenze 8 [bis], c. 14; S. Monti, Carte di S. Fedele in Como, Como 1913, n. 26; Gli atti del Comune di Milano fino all’anno 1216, a cura di C. Manaresi, Milano 1919, nn. CXLV, CXLVIII; G. Bascapè, Antichi diplomi degli arcivescovi di Milano, Firenze 1937, pp. 78-80; P.F. Kehr, Papsturkunden in Italien, V, Città del Vaticano 1977, pp. 448-450; E. Cattaneo, Cataloghi e biografie dei vescovi di Milano, Milano 1982, p. 119; Le pergamene [...] S. Giorgio al palazzo di Milano, a cura di L. Zagni, Milano 1988, nn. 7, 24, 25, 26, 31, 41, 43, 50, 84; Friderici I Diplomata, in MGH, Diplomata Regum et Imperatorum Germanorum, X, IV, Hannoverae 1990, n. 946, pp. 216 s.; Le pergamene [...] di S. Vittore al corpo, a cura di M.F. Baroni, Milano 1994, n. 3; Kalendarium-Obituarium Modoetiense, studia et editionem paravit R. Mambretti adlaborante F. Dell’Oro, t. B, Roma 2001, pp. 226-228, 340 s.; Le pergamene [...] della Chiesa maggiore di Milano, a cura di M.F. Baroni, Milano 2003, n. 22; Gli atti dell’arcivescovo e della curia arcivescovile di Milano nel sec. XIII, a cura di M.F. Baroni, Milano 2007, n. 7; Le carte di S. Maria del Monte di Velate, a cura di P. Merati, II, Varese 2007, n. 15; Le carte del monastero di S. Ambrogio di Milano, a cura di A. Grossi, 2007, n. 19, http://cdlm.unipv.it/ edizioni/ mi/ milano-sambrogio-mon3-2/carte/ sam1184-02-09.
F. Ughelli, Italia sacra sive de episcopis Italiae et insularum adiacentium, IV, Venetiis 1719, coll. 174-175; J.A. Saxii, Archiepiscoporum Mediolanensium series, II, Mediolani 1755, pp. 620-623; A.F. Frisi, Memorie storiche di Monza e sua corte, I, Milano 1794, pp. 38, 42, 72, 87, 233-234; II, nn. LXVI-LXVIII, LXX-LXXIV, LXXVII- LXXXI; G. Giulini, Memorie spettanti alla storia, al governo ed alla descrizione della città e della campagna di Milano ne’ secoli bassi, III, Milano 1855, pp. 354, 691, 693, 751, 771; IV, pp. 4, 6, 16, 82-90; F. Savio, Gli antichi vescovi d’Italia. Milano, Firenze 1913, pp. 549 s.; F. Güterbock, Piacenzas Beziehungen zu Barbarossa auf Grund des Rechtsstreits um den Besitz des Poübergangs, in Quellen und Forschungen aus Italienischen Archiven und Bibliotheken, XXIV (1932-1933), pp. 109-111; G.L. Barni, Dall’età comunale all’età sforzesca, in Storia di Monza e della Brianza, Milano 1973, pp. 199, 203, 207-209, 212 s.; C. Belloni - M. Ferrari, La Biblioteca Capitolare di Monza, Milano 1974, pp. XXXIV, XXXV, XXXVIII, 66, 84, 87, 124; H. Keller, Adelsherrschaft und städtische Gesellschaft in Oberitalien: 9.bis12. Jahrhundert, Tübingen 1979 (trad. it. Signori e vassalli nell’Italia delle città (secoli IX-XII), Torino 1995, pp. 102, 106, 202 s.); R. Mambretti, O. da T., in Ricerche storiche sulla Chiesa ambrosiana, X, Milano 1981, pp. 112-143 (con ampia indicazione di documenti inediti); A. Cavanna - G. Vismara, Il patto di Torre, febb. 1182, Bellinzona 1982, pp. 14-30; R. Mambretti, O. da T. (1196), in Dizionario della Chiesa ambrosiana, IV, Milano 1990, coll. 2488-2490; M.P. Alberzoni, Città, vescovi e papato nella Lombardia dei Comuni, Novara 2001, p. 275; A. Lucioni, Carità e assistenza a Varese nel Medioevo: la genesi del sistema ospedaliero nel borgo prealpino, in I luoghi della carità e della cura. Ottocento anni di storia dell’Ospedale di Varese, a cura di M. Cavallera et al., Milano 2002, pp. 35-38, 43-45; M.P. Alberzoni, Gli interventi della Chiesa di Roma nella provincia ecclesiastica milanese, in Das Papsttum und das vielgestaltige Italien. Hundert Jahre Italia Pontificia, a cura di K. Herbers - J. Johrendt, Berlin-New York 2009, pp. 135-181 (in partic. pp. 159-164); M. Pellegrini, L’«ordo maior» della Chiesa di Milano (1166-1230), Milano 2009, pp. 237-239.