FALKLAND, o Malvine
(XIV, p. 748; App. II, I, p. 899; III, I, p. 588)
Storia. - La controversia tra Gran Bretagna e Argentina riprese nella seconda metà degli anni Settanta fino a degenerare in un aperto conflitto nel 1982. La guerra ha costituito l'epilogo del regime militare instaurato in Argentina nel 1976. Le forze armate argentine tentarono infatti di rivitalizzare − attraverso una prova di forza di cui non valutarono appieno le conseguenze − un regime dittatoriale che mostrava visibili segni di esaurimento.
Decisa in base a erronei calcoli politici e strategici (fiducia nel sostegno degli Stati Uniti e nella mancata risposta del governo inglese presieduto dalla signora M. Thatcher), l'occupazione militare delle F. avvenne a conclusione di una estenuante trattativa condotta per anni presso l'ONU circa la sovranità sull'arcipelago (dagli Argentini considerata una ''storica'' rivendicazione nazionale). Il 2 aprile 1982 un contingente di circa 11.000 soldati argentini prese possesso delle F., ma di lì a poco la priorità ''atlantica'' degli interessi strategici nordamericani si unì al fermo rifiuto inglese di prendere in considerazione qualsiasi altra ipotesi di soluzione del contenzioso se non la guerra.
Fallita la mediazione del segretario di Stato americano A. M. Haig e ottenuto l'isolamento internazionale dell'avversario, la Gran Bretagna diede inizio alle operazioni belliche affondando l'incrociatore argentino Belgrano, decretò il blocco navale e spedì la propria flotta nel sud Atlantico, riponendo tutto il proprio prestigio in una schiacciante vittoria militare. Il conflitto ebbe luogo tra l'aprile e il giugno 1982 e vide le F. teatro di una guerra risoltasi con 635 vittime argentine e 255 inglesi e con la sconfitta del regime di L. Galtieri.
La vita dei 2000 residenti dell'arcipelago non fu più quella di prima: la Gran Bretagna ha infatti radicalmente mutato l'assetto di un arcipelago ritenuto di primaria importanza strategica. È stata costruita una base aerea per il rinforzo delle truppe di stanza nelle isole e la corona inglese è ora rappresentata da un governatore che, secondo la Costituzione dell'arcipelago emanata nel 1985, amministra il territorio con l'ausilio di un Consiglio esecutivo e di uno legislativo di cui fanno parte gli abitanti delle isole (i kelpers). Nel 1983 gli isolani hanno ottenuto la piena cittadinanza britannica ed è stato loro riconosciuto il diritto all'autodeterminazione. Dopo la guerra, la Gran Bretagna ha impresso una svolta all'economia del luogo (fino a quel momento basata sull'allevamento di 650.000 ovini) affidando alla Falkland Island Development Corporation lo sfruttamento delle ingenti risorse della pesca. A tale scopo ha unilateralmente esteso a un raggio di 150 miglia la zona di esclusiva giurisdizione per le attività pescherecce. Le isole costituiscono una ricca riserva di quel particolare tipo di alghe marine note con il nome di kelp e di una specie di minuscoli crostacei (il krill) ad altissima percentuale proteica. Non ancora quantificato risulta il potenziale economico derivante dai giacimenti petroliferi sottomarini. La svolta prodotta dall'assetto postbellico comportò anche il rischio che la tradizionale economia delle isole finisse per alterare in modo irreversibile la vita dei kelpers, dei quali almeno la metà vive del lavoro di piccole proprietà sparse nell'arcipelago. Anche se la lana è ancora la voce di maggior rilievo delle esportazioni, il disegno britannico sembra essere quello di rendere le F. autosufficienti economicamente, alterando l'equilibrio di una microsocietà che fino a pochi anni fa era ancora legata all'iniziativa individuale e alla conservazione di abitudini e tradizioni lontane nel tempo.
Bibl.: O. R. Cardoso, R. Kirschbaum, E. Van der Kooy, Malvinas, la trama secreta, Buenos Aires 1983; D. Vecchioni, Le Falkland-Malvine. Storia di un conflitto, Milano 1987.