FABULLO, o Famulo (lat. Fabullus, Famulus, Amulius; la forma del nome non è sicura)
Pittore romano che visse all'epoca di Nerone. Qualificato floridus et tumidus, egli dovette essere artista vivace e immaginoso, fecondo di fantasia, sodo e sostanzioso nello stile: conscio della dignità della sua arte e del suo magistero, era solito dipingere rivestendo la toga. Da Plinio (Nat. Hist., XXXV, 37), che ce ne ha lasciate le notizie più complete, sappiamo che egli dipinse un'immagine di Minerva spectantem adspectans quacumque adspiceretur (artifizio, questo, non nuovo nella pittura antica), e la decorazione murale degl'interni della Domus aurea di Nerone, opera sua maggiore, giunta, incompleta, sino a noi.
Stilisticamente quest'opera (notissima e argomento di studio e di ammirazione fino dal Rinascimento) rientra nella linea della pittura romana, nella tradizione decorativa più completa e immaginosa di cui massima espressione è il cosiddetto quarto stile di Pompei. Pareti e vòlte sono ricoperti senza distinzione, senza aderenza agli elementi struttivi dell'edificio; sono talvolta esili colonne, pilastri, candeliere altissime, da cui partono e su cui s'innestano tralci e rameggi, formando una trama in cui prendono posto uccelli e forme fantastiche, e s'inseriscono quadretti con composizioni piuttosto semplici e sobrie. Pittore dunque, F., unito alla tradizione artistica della decorazione romana, ma che, allo stato presente delle nostre conoscenze, ha portato questa tradizione all'altezza di una conclusione.
Bibl.: H. Brunn, Geschichte d. griech. Künstler, II, Stoccarda 1889, p. 307; W. Helbig, Untersuchungen über die Campanische Wandmalerei, Lipsia 1873, p. 62; P. Marconi, La pittura dei Romani, Roma 1929, p. 98 seg.