SEMENTE (fr. semence; sp. semilla, semiente; ted. Saat; ingl. seed), o anche Semenza
Con questo nome s'indicano i semi destinati alla semina, ossia alla riproduzione delle piante coltivate. E s'intendono così non solo i semi propriamente detti (v. seme), come quelli del fagiolo, del lino, dell'erba medica, del pomodoro, del tabacco, del cavolo, del ricino, del pero, del castagno, ecc., ma anche speciali frutti secchi monospermî, come le granella o cariossidi del frumento e delle altre cereali, gli achenî di canapa o canapuccia, di girasole, di lattuga, o anche aggregati di acheni come i glomeruli della barbabietola. In senso traslato si possono chiamare semente anche i tuberi di patata, i bulbi di cipolla, aglio, zafferano, ecc., quando siano destinati alla riproduzione. In quest'ultimo caso però è bene dire "tuberi o bulbi da semina".
Nel linguaggio agricolo si usa anche la locuzione "semente in terra" per indicare il terreno seminato, p. es. a frumento, a prato di erba medica, ecc. Il che si riferisce ordinariamente alle consegne e riconsegne nelle affittanze dei terreni. Si tratta di semine eseguite di recente, per cui il seme può trovarsi ancora in via di germinazione, oppure, essendo già nate le piantine, queste sono ancora all'inizio del loro decorso vegetativo.
Di regola però semente è quella parte del raccolto in granella delle più comuni colture, che viene serbata per poter riprodurre la coltura stessa l'anno successivo.
La buona semente deve essere sempre provvista di embrione vivo e vitale; perciò il suo principale requisito è la sicura e pronta germinabilità. I semi maturi, sani e giovani possiedono piena facoltà germinativa, mentre i semi imperfetti e vecchi difettano più o meno nella germinabilità e ne possono essere anche del tutto privi, nel qual caso non hanno valore alcuno come semente. Molto importante è pertanto l'esame della semente prima di affidarla al terreno. Tale esame riguarda la purezza, lo stato di nutrizione e di integrità e la germinabilità.
Purezza. - La purezza dipende dalla presenza o meno di corpi estranei, come semi di altre piante (per lo più infestanti), grumi di terra, detriti organici diversi, ecc. Quando le impurità, o ingombri, sono costituite da semi di piante infestanti, la semente non può venire adoperata se non previamente sottoposta a cernitura per eliminare i semi estranei. La purezza della semente si esprime in percentuali, ossia detraendo da 100 il peso delle impurità; se p. es. in 100 grammi di semente si trovano gr. 1,50 di impurità, la purezza è 98,50%. In tal caso un quintale di semente vale non per kg. 100, ma per kg. 98,50 di seme buono.
Germinabilità. - La facoltà di germinare dipende principalmente dall'età della semente; i semi giovani, ossia dell'ultima annata, possiedono quasi sempre integra detta facoltà, la quale invece è attenuata nei semi vecchi fino ad annullarsi del tutto se molto vecchi. Esistono semi che perdono presto la facoltà germinativa, al secondo o terzo anno, come quelli di ricino, soia, ecc.; altri la conservano più lungamente, così p. es.: il frumento, se ben conservato, nasce bene anche dopo 2-3 anni, poi perde gradualmente la germinabilità che successivamente si riduce a 80, 60, 40%, finché, dal 6° al 10° anno, si estingue. In casi rarissimi i semi si conservano vivi oltre dieci anni; le notizie di semi secolari e anche plurisecolari germinati dopo così lungo periodo d'inerzia, sono assolutamente fantastiche. Subordinatamente all'azione del tempo, ad abbreviare la durata della germinabilità dei semi possono intervenire cause diverse, cioè: lesioni prodotte da urti violenti nella confezione delle sementi, alterazioni da parassiti (insetti, muffe), o da sfavorevoli condizioni d'ambiente (alta temperatura, troppo alto o troppo basso grado di umidità relativa dell'aria), azione dell'aria impoverita di ossigeno e carica di anidride carbonica, come può verificarsi nei silos, ecc.
La parte più vulnerabile dei semi è l'embrione; gl'insetti che attaccano i semi cominciano sempre col divorare l'embrione, più confacente alla loro nutrizione; del pari le muffe trovano nell'embrione le condizioni più favorevoli per il loro attacco e sviluppo. L'embrione è anche la parte più sensibile all'influenza dell'aria eccessivamente umida o di gas nocivi.
Per distruggere gl'insetti granivori è comune consuetudine trattare le granella di frumento, come pure di altri cereali, di leguminose, ecc., con vapori di solfuro di carbonio. Questo trattamento, se prolungato e ripetuto più volte, specialmente quando la temperatura è alta e il grano non abbastanza secco, può essere causa di attenuazione, e persino della totale perdita della facoltà di germinare.
Pertanto è consigliabile di non sottoporre, possibilmente, le sementi a detto trattamento. La reposizione delle sementi in ambienti sani e disinfettati e l'effettuazione di alcune crivellature, il più delle volte bastano per evitare il danno degl'insetti granivori. Tuttavia, in annate di forti infestioni, può essere necessario sottoporre a trattamenti con solfuro di carbonio anche le granella destinate alla semina. In tal caso bisogna avere l'avvertenza di fare un trattamento al solfuro appena riposto il grano per non lasciare tempo agl'insetti di moltiplicarsi molto; è bene inoltre che il trattamento non venga prolungato più di uno o due giorni e la quantità di solfuro non superi gr. 50 circa per ogni quintale di semente; necessitando un secondo trattamento, sia egualmente rapido e di moderata intensità.
Molte sementi non lasciano scorgere all'apparenza esteriore gl'indizî della vecchiezza; così, p. es., quella del frumento e di altri cereali. Altre sementi, invece, invecchiando cambiano notevolmente di colore: così, per es., la fava, il fagiolo, l'erba medica e in genere i semi delle leguminose che, al secondo anno, perdono la lucentezza caratteristica dei semi giovani e in seguito assumono colore rossiccio, che si fa via via più intenso col passare degli anni, in modo tanto più evidente quanto più umido e caldo è l'ambiente in cui i semi sono conservati.
Per saggiare la germinabilità delle sementi servono speciali germinatoi, ossia apparecchi che offrono condizioni di temperatura, aerazione e umidità favorevoli alla germinazione dei semi. Ne esistono numerosi tipi fatti di materiale poroso, di vetro, di metallo. I più semplici servono egualmente bene come i più complicati e costosi. Un tipo molto pratico, in uso presso il laboratorio di coltivazioni dell'Istituto superiore agrario di Perugia, consiste in una scatola di zinco, delle dimensioni di cm. 20 × 20 × 5 aperta superiormente. Due ponticelli di lastra di vetro sui quali si stende della carta bibula ricadente per due lembi verso il fondo coperto d'acqua, permettono di distribuire convenientemente i semi in prova. Si copre con lastra di vetro e si tiene il germinatoio in locale a temperatura conveniente, cioè da 15° a 25°. D'inverno può occorrere riscaldare il locale, oppure collocare il germinatoio in termostato. Messi a posto i semi, per lo più in numero di 100 e in prova doppia, si attende l'inizio della germinazione poi si contano ed eliminano giornalmente i semi germinati, finché la germinazione non sia finita. Se tutti i semi avranno germogliato si avrà il 100 per 100 di germinabilità; in caso diverso la cifra rimarrà inferiore a 100, e se la semente è alterata o vecchia la percentuale risulterà molto bassa e potrà persino ridursi a zero.
Per tenere nota dell'andamento della germinazione giova servirsi di un foglio opportunamente fincato sul quale, giorno per giorno, viene segnato il numero dei semi germinati. Si viene così a registrare l'andamento della germinazione da cui infine si rileva la percentuale di germinabilità.
L'uso di speciali germinatoi è comodo, ma non è necessario per la determinazione della germinabilità. Possono servire mezzi molto più semplici, p. es. un comune piatto da tavola nel quale si stenda uno strato di cotone idrofilo inumidito, o si ponga un po' di sabbia egualmente inumidita, ricoprendo poi il tutto con altro piatto. Si possono altresì usare comuni vasi da fiori, o meglio sottovasi, con sabbia umida, e anche cassette di legno sempre con sabbia o terra fina sabbiosa. L'impiego della sabbia è utile specialmente per i semi grossi, come granturco, fagiolo, fava, che è bene vengano insinuati nel substrato umido anziché posti alla superficie del medesimo. Però l'umidità della sabbia non deve essere eccessiva, altrimenti viene a formarsi un ambiente asfittico sfavorevole alla regolare germinazione.
In base ai due dati della purezza e della germinabilità si può determinare il valore effettivo della semente. Così, data la purezza 98,50% e la germinabilità 92%, il valore effettivo della semente sarà
ossia 90,62; vale a dire: il valore di un quintale di quella semente impura e di incompleta germinabilità, sarà equivalente a quello di kg. 90,62 di semente pura e completamente germinabile. Il che può servire di norma, sia per precisare il prezzo della semente, sia per determinare la quantità di semente da distribuire sull'unità di superficie del terreno.
Nei casi di scarsa germinabilità può convenire tener conto anche dell'energia germinativa, significata col tempo medio impiegato nella germinazione. All'uopo viene seguito il metodo di Pieper che dà il rapporto fra la somma dei prodotti: semi germinati per numero di giorni dalla posa in germinatoio, e il numero complessivo dei semi germinati. Così, ad es., una semente di cui 100 semi posti a germinare dànno, dal 3ª giorno in poi, i numeri seguenti di semi germinati: 5, 23, 24, 16, 7, 8, 6, 2, viene a manifestare un'energia germinativa espressa dal numero risultante dalla divisione 510 : 91 = 5,60, che sta a rappresentare il tempo medio impiegato dai semi per germogliare; quanto minore questo tempo, tanto maggiore l'energia germinativa. Naturalmente il valore di tale indice numerico varia col variare della temperatura e della specie dei semi.
Semi duri. - I semi non germinati, il più delle volte, sono morti, e, nel germinatoio o nel terreno, aggrediti da microorganismi, presto si decompongono. In certi casi però si verifica che parte dei semi non germinati rimangono vivi e non vanno in decomposizione. Essi, non avendo assorbito umidità, non sono neppure rigonfî, né rammolliti e in tale stato possono conservarsi lungamente nel terreno vivi e vitali, da una stagione all'altra o anche da un anno all'altro. Questi semi duri, dopo lunga sosta nel terreno, possono ancora germinare. I semi di alcune piante spontanee, come la veccia, l'avena fatua, il loglio annuale, il papavero, presentano assai di frequente un'alta percentuale di semi duri, il che spiega l'inaspettata comparsa, in certe annate, di erbe infeste in mezzo al frumento e ad altre colture.
Semente di razza eletta. - La semente da affidare al terreno deve essere possibilmente di stirpe eletta, ossia capace per la sua origine di produrre piante di buono e alto rendimento. Le sementi di razze elette vengono ottenute, in speciali istituti scientifici o stabilimenti a ciò destinati, mediante selezione fra i numerosi tipi costituenti le comuni varietà coltivate, oppure mediante incrocio fra varietà diverse e talora anche specie diverse. I prodotti di incrocio, studiati nelle rispettive discendenze, possono dare razze elette, ossia dotate dei pregi desiderati al fine della più elevata e migliore produzione. L'agricoltore cui vengono affidate sementi di razza eletta, ha semplicemente il compito di seminarle e di usare alle rispettive colture le diligenze idonee a propiziare la produzione e a conservare in purezza le razze elette medesime.
Cernitura. - Oltre che di stirpe eletta, la semente dev'essere ben cernita, ossia esente non solo da corpi estranei, ma altresì costituita di semi integri e bene formati. Non occorre che i semi siano molto grossi; per la semina quelli di grossezza eccezionale non presentano vantaggi su quelli di normale grossezza, dato che si tratti di una razza pura. I semi di deficiente sviluppo, frequentemente raggrinziti e immaturi, debbono possibilmente venire scartati. Se però la deficienza di sviluppo non scende al disotto di un certo limite, i semi striminziti possono tuttavia possedere un' alta percentuale di germinabilità e anche una buona energia germinativa; in essi l'embrione può essere bene conformato, anche se manchevole l'accumulo di materiale di riserva (cotiledoni, albume). Perciò, se posti a germinare in ottime condizioni di terreno, detti semi imperfetti possono pur dare origine a piante normali.
Naturalmente, in difetto di condizioni ottime, da semi imperfetti deriveranno piante deboli e quindi di scarsa produttività; perciò normalmente è bene scartare i semi di deficiente sviluppo, riservando soltanto a casi eccezionali l'impiego dei medesimi come semente.
La cernitura, o selezione meccanica delle sementi, viene eseguita con piccoli vagli a mano, con vagli più grandi montati su appositi supporti, con vagli ventilatori, oppure con apposite macchine cernitrici di cui esistono tipi perfezionati anche di fabbricazione italiana. Queste macchine, oltre a separare le impurità, dividono i semi in due o tre qualità secondo la grossezza. Esse possono essere fornite di organi capaci di separare perfettamente i semi di veccia, come pure di speciali crivelli capaci di separare i semi di cuscuta del seme di erba medica o di trifoglio pratense che frequentemente ne sono inquinati.
Cambio della semente. - Una pratica antica, tuttora seguita qualche volta, è quella di dislocare la semente dal piano al colle o viceversa, oppure da paesi caldi a paesi temperati o viceversa. Non è ancora sicuramente dimostrato se e fino a qual punto detta dislocazione della semente riesca vantaggiosa alla produzione; in certi casi però l'esperienza ne dimostra l'utilità. Si ha ragione di ritenere infatti che nelle regioni calde e più o meno aride la formazione dell'embrione dei semi avvenga più compiutamente che nelle regioni fresche e umide, dove le funzioni vegetative prevalgono su quelle riproduttive. Lo stesso si dica delle sementi prodotte nella coltura estensiva o mediamente intensiva riguardo a quelle prodotte nella coltura iperintensiva. Indizio di buono stato di nutrizione, e di integrità della semente, è dato dal rapporto fra il peso e il volume della semente stessa, ciò che comunemente, ma impropriamente, viene detto peso specifico.
Un ettolitro di frumento, p. es., se ben nutrito e sano, pesa in media kg. 78. Pesi superiori, che per il frumento possono arrivare fino a 84, indicano qualità migliori; viceversa pesi minori di 78, che possono scendere anche al disotto di 70, denotano qualità meno buone e poi scadenti o per irregolare maturazione o per attacco di insetti. Il frumento di peso notevolmente inferiore alla media suddetta, è da considerarsi non adatto per la semina.
Medicatura della semente. - La semente, prima di venire affidata al terreno viene talora assoggettata a speciale trattamento; ciò allo scopo di stimolare la germinazione, o di prevenire l'attacco di qualche malattia, oppure anche di stimolare l'attività vegetativa delle piante dopo avvenuta la germinazione. Per stimolare la germinazione si usa talora l'immersione della semente in acqua per qualche ora; oppure per durata più breve in acqua tiepida o anche calda o in latte di calce.
La semente di frumento viene normalmente trattata con soluzioni o polveri rameiche al fine di evitare l'attacco della carie o golpe (Tilletia tritici e T. laevis) che è una delle più comuni e gravi malattie cui il frumento va soggetto. A tale scopo il trattamento a secco con "polvere Caffaro" mescolata nella dose di circa gr. 250 per ogni quintale di grano da semina, dà risultati ottimi, migliori assai che con i trattamenti umidi; fra questi ultimi, d'uso ancora comune è l'immersione del grano in soluzione di circa il 2% di solfato di rame e successivo spolveramento di calce sfiorita o aspersione con latte di calce.
Trattamenti speciali delle sementi allo scopo di stimolare l'attività vegetativa delle piante fino alla fruttificazione sono tuttora nella fase sperimentale e nulla ancora si può dire sulla loro convenienza pratica. (V. anche seminagione).