Nuovo Organo o veri indizi dell'interpretazione della natura (Novum Organum sive indicia vera de interpretatione naturae)
(Novum Organum sive indicia vera de interpretatione naturae) Opera (1620) di F. Bacone. L’autore illustra la nuova logica e il nuovo metodo mediante il quale deve essere condotta la «grande instaurazione» (Instauratio magna, progettata in sei parti di cui il N. O. rappresenta la seconda), ossia la nuova costruzione del sapere. In alternativa alla logica aristotelica (i cui scritti costituivano l’Organon) Bacone stabilisce una nuova logica fondata sull’induzione (inductio vera), intesa, diversamente che dagli aristotelici o dai filosofi ‘empirici’, come procedimento di graduale ottenimento degli assiomi a partire dall’esperienza, mediante generalizzazioni graduali (dagli assiomi medi agli assiomi generalissimi) e mediante la sistematica interrogazione sperimentale della natura. La corretta «interpretazione della natura» (interpretatio naturae) si fonda su una pars destruens volta alla disamina del verbalismo della dialettica tradizionale e alla critica dei pregiudizi («idoli», in lat. idola) che minano il sapere. Questi ultimi vengono classificati in quattro classi in base al loro attenere al genere umano (idola tribus); alla formazione individuale (idola specus); al linguaggio e alla vita associata (idola fori); e alle rappresentazioni della realtà ‘inscenate’ da filosofi e scienziati, anche in base a credenze religiose (idola theatri). Nella pars construens il corretto procedimento sperimentale induttivo consiste nello stilare «tavole» (tabulae) nelle quali si registra il presentarsi dei fenomeni (praesentia) nel loro diverso grado (gradus) fino al loro non presentarsi (absentia in proximitate); raccolti i risultati delle esperienze (vindemiatio), essi sono verificati dall’esperimento «cruciale» (instantia crucis). Mediante l’interpretatio della natura se ne penetrano le ‘forme’ e i componenti (nature semplici), nella loro disposizione (schematismo latente) e nella loro attività (processo latente), fino a padroneggiarla, rendendo l’uomo suo «interprete» e «ministro».