nuovi media
nuòvi mèdia (o <... mìdia>) locuz. sost. m. pl. – Espressione entrata a far parte del lessico degli studi sulla comunicazione verso la fine del 20° sec., che indica i mezzi di comunicazione informatizzati. Oltre che all’informatica, la novità dei media si sostanzia nell’interattività, nella partecipazione creativa e nella formazione di comunità di utenti intorno ai contenuti digitali. In senso strettamente tecnico i n. m. coincidono con lo sviluppo dell’informatica di massa e del personal computer. La rapida diffusione ed evoluzione delle tecnologie digitali ha dato luogo a un processo di convergenza con i mezzi di comunicazione tradizionali, come la telefonia mobile e la televisione, estendendo a questi le qualità reticolari e interattive associate all’informatica. Sono considerati n. m. anche i videogames, oltre a tutto il complesso di applicazioni nate su Internet – dalla posta elettronica alle chat room, dal web ai forum, dai blog ai social network – e ai dispositivi utilizzati per accedere alla rete, quali i palmari, gli smartphone, i tablet. Il concetto di n. m. si qualifica soprattutto per l’implicito riferimento a questioni artistiche, culturali e politiche che contiene, prima tra tutte la promessa di democratizzare la produzione, la distribuzione e l’accesso a informazioni e conoscenze artistiche e culturali. Una delle caratteristiche salienti dei n. m. è infatti la versatilità, che permette loro di rispondere meglio nel tempo ai bisogni del proprio utilizzatore, dando vita al paradigma dell’on demand, che si sostanzia nella possibilità, oltre che nella sempre più stringente aspettativa, di poter accedere ai contenuti di proprio interesse in qualsiasi momento, da qualsiasi luogo, utilizzando un qualunque dispositivo digitale.
Il linguaggio dei nuovi media. – Secondo lo studioso Lev Manovich, i n. m. sono caratterizzati da modularità, variabilità e automazione. Un contenuto digitale è composto da diverse parti, o moduli. La continuità è data da un insieme di oggetti uniti da una stringa di informazioni ma separabili a piacimento, senza che la struttura complessiva ne venga danneggiata. Queste parti rendono il prodotto flessibile, dato che può essere scomposto, modificato e ricomposto in continuazione, in modo da creare prodotti differenti. Tutti i contenuti cognitivi dei n. m. possono essere ridotti a dati digitali che sono trasformati e manipolati da software. Così, una pagina web può essere composta da testi, immagini, filmati, file musicali, senza coincidere singolarmente con nessuno di questi oggetti, né con l’insieme degli oggetti stessi: lo stesso insieme di oggetti potrebbe essere utilizzato per costruire una pagina web totalmente diversa. I n. m. possono anche dar vita a diverse versioni dello stesso oggetto: per es., un'immagine può essere manipolata e modificata con l’uso di specifici algoritmi, al fine di invertirne i colori, di modificarne la definizione e di intervenire sull’apparenza e sulle forme in questa rappresentati. Infine, la flessibilità e la potenza dei processori permette di rendere automatici molti processi: per es., creare interfacce personalizzate, recuperare file e documenti da fonti diverse, estrarre dati significativi da grandi basi di dati (v. ).
I nuovi media come ambiente. – I n. m. sono il risultato dell’integrazione e dell’ibridazione dei media precedenti, in un costante processo di ri-mediazione dove si intrecciano relazioni, funzioni e prassi di tutta la tastiera mediale disponibile (dalla stampa alla televisione): un ambiente comunicativo pienamente multimediale, in grado di integrare formati e domini della comunicazione originariamente distinti e distanti. Strumenti di accesso e di espressione di rete, i n. m. ricalcano l’architettura reticolare: semplice, flessibile e decentrata, articolata in nodi autonomi tendenzialmente paritari e disposti alla cooperazione e allo scambio di risorse cognitive. Alle caratteristiche intrinseche dei n. m. come oggetto tecnologico fa riscontro una nuova concezione dei mezzi di comunicazione, dove l’oggetto tecnologico agisce come elemento catalizzatore di un ambiente formato da attori sociali e dinamiche culturali e materiali. In quanto processi di mediazione col mondo, i n. m. favoriscono la formazione e la condivisione delle esperienze. Un luogo virtuale che consente di sperimentare il processo di costruzione del sé, attraversato da flussi identitari mobili, messo costantemente alla prova nelle interazioni comunicative. La ricchezza lessicale, sintattica e relazionale dei n. m. li ha posti al centro di un’utopia di emancipazione fondata sulla libera cooperazione degli individui, in opposizione ai rigidi modelli gerarchici dei mezzi di comunicazione di massa. Secondo Jay D. Bolter e Richard Grusin, «ogni nuovo medium trova una sua legittimazione perché riempie un vuoto o corregge un errore compiuto dal suo predecessore, perché realizza una promessa non mantenuta del medium che lo ha preceduto» (Remediation. Understanding new media, 1999). Un’utopia non diversa da quella associata, quasi un secolo prima, all’avvento della radio e alla sua promessa di eliminare spazio e tempo come limiti alla comunicazione umana.
I nuovi media come comportamento. – I n. m. rompono la secca alternativa tra mezzi di comunicazione fondati su rapporti uno a uno, come le comunicazioni postali e quelle telefoniche, e uno a molti, come la stampa, la radio e la televisione, creando un ambiente nuovo e in perpetuo cambiamento. Strumenti come Internet, la posta elettronica, il web, la telefonia cellulare, rappresentano tutti modelli che combinano rapporti uno a uno e molti a molti. La separazione tra autore e pubblico sfuma al pari di quella tra produttore e consumatore (v. ): ciascun nodo della rete può essere l’uno o l’altro in un processo di diffusa cooperazione. La cooperazione in rete ha alimentato movimenti artistici e culturali, dando vita a prodotti innovativi: dal software open source, alle enciclopedie online, dalla ricerca scientifica (v. ) alla realizzazione in rete di prodotti e servizi per conto di enti e imprese (v. ).
I nuovi media come disintermediazione. – Uno degli effetti delle possibilità abilitanti dei n. m. è la generale democratizzazione delle forme artistiche e culturali, in termini sia di possibilità creative sia di accesso, visibilità e distribuzione di opere. L’utilizzo di software per la composizione di testi, per il ritocco delle immagini, per la manipolazione dei filmati, per il mixaggio di musica è profondamente diffuso in tutti gli ambienti sociali, favorendo l’irruzione di nuovi e inattesi talenti nella sfera ufficiale delle produzioni artistiche. La democratizzazione delle vie d’accesso all’arte non avviene senza frizioni tra il mondo consolidato dell’arte e della cultura da una parte e la miriade di artisti che emergono nelle reti digitali e nei social network dall’altra. L’affermazione di piattaforme di condivisione di fotografie, filmati, testi e opinioni o di reti sociali che combinano le funzioni di condivisione permette a molti artisti, prima sconosciuti, di conquistarsi un pubblico e una notorietà, senza dover passare per i tradizionali meccanismi di accesso al mondo professionale consolidato (v. ). Allo stesso modo, l’affermazione di blogger competenti e dall’ampio seguito rappresenta una sfida al mondo del giornalismo. Ne consegue una profonda crisi dei tradizionali meccanismi di accesso alla sfera pubblica (esami di stato, appartenenza a ordini e corporazioni, colli di bottiglia di natura economica), accompagnata da una continua ridefinizione dei confini tra cultura alta e cultura popolare, tra lavoro e tempo libero, tra attività professionali e attività amatoriali.