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NUOVA ZELANDA

di Marina EMILIANI SALINARI - Cesare PETTINATO - Enciclopedia Italiana - II Appendice (1949)
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NUOVA ZELANDA (XXV, p. 67; App. I, p. 902)

Marina EMILIANI SALINARI
Cesare PETTINATO

ZELANDA Popolazione (p. 73). - Secondo il censimento del 1945 la popolazione della Nuova Zelanda ammontava a 1.702.298 ab. (senza le dipendenze) suddivisi per provincie, come segue:

Dall'ultimo censimento (1936) l'aumento assoluto della popolazione (escludendo le isole annesse ed esterne) è stato di 128.488 abitanti (1.573.810 nel 1936). Questo modesto aumento è dovuto quasi esclusivamente all'incremento naturale, poiché, nell'ultimo decennio, le leggi estremamente restrittive e gli eventi bellici hanno pressoché inaridito l'immigrazione che nel 1944 scese ad appena 3.747 immigrati (13.814 nel 1941). Invece un notevole aumento demografico si è registrato poi nei due anni che seguirono la fine della guerra: da stime del 1° aprile 1947 risultarono in Nuova Zelanda (senza le dipendenze) 1.793.225 ab. di cui 106.492 Maori. Tale aumento equivale complessivamente, in questi due anni, al 5,2% per la popolazione europea. Caratteristico è l'accentuarsi dello spostamento di abitanti dall'Isola Meridionale verso l'Isola Settentrionale. Mentre nel 1867 il 63,4% della popolazione risiedeva nell'Isola Meridionale e nel 1906 il 46,3%, secondo l'ultimo censimento solo il 32,6% degli abitanti risiedono nell'Isola Meridionale, mentre quelli dell'Isola Settentrionale risultano attualmente il 67,3%. Altro fenomeno interessante è il continuo crescente urbanesimo, cui fa riscontro lo spopolamento di alcune zone rurali: la popolazione urbana, che nel 1906 era, circa, il 46,4%, nel 1935 era salita al 61,3%.

Condizioni economiche (p. 73). - Negli ultimi anni, con l'intensificarsi della produzione delle carni bovine ed ovine, si è accentuato il carattere eminentemente pastorale dell'economia agricola neozelandese. È continuato, su larga scala, il diboscamento, allo scopo di ottenere nuovi pascoli naturali e artificiali. Negli ultimi venti anni, dal 1920 al 1940, nella sola Isola Settentrionale, l'area a pascoli naturali è aumentata di ben 40.000 ha. La vegetazione forestale occupa attualmente 4,3 milioni di ha. (50.000 kmq. nel 1929), cioè circa il 16% della superficie delle isole. Speciali provvedimenti vennero presi recentemente per impedire ulteriori distruzioni nel patrimonio forestale, passato, in gran parte, sotto il controllo dello stato. Le più recenti statistiche sull'utilizzazione del suolo, dànno un'idea del posto che occupa l'allevamento nelle due isole. Infatti, su di una superficie di 174.000 kmq. di suolo utilizzabile ai fini della agricoltura, ben 129.000 kmq. (cioè il 73%) è occupato da prati e pascoli naturali o artificiali. Nel 1945 il patrimonio zootecnico neozelandese ammontava a 33.974.612 ovini (29.051.382 nel 1929), 4.590.926 bovini (3.445.700 nel 1929), 593.828 suini (556.732 nel 1929) e 217.689 equini (298.986 nel 1929). Dalle cifre su riportate è evidente il notevole aumento riscontratosi nell'allevamento ovino e bovino, mentre rimane stazionario o presenta leggere diminuzioni quello suino ed equino. In conseguenza dell'aumentata richiesta di prodotti dell'allevamento, negli ultimi anni si è notata una sensibile tendenza a ridurre le superfici coltivate a grano (98.421 ha. nel 1941; 74.418 nel 1945), mentre in leggero aumento sono le colture ad orzo e avena. Tra le nuove tendenze economiche va segnalato il diffondersi delle colture delle piante da frutta, che forniscono già una larga esportazione. Le esigenze belliche hanno incrementato le esportazioni di burro, carne congelata, lana, formaggi e pelli, prodotti che rappresentano da soli l'80% delle esportazioni.

S'importano principalmente macchinarî, tessuti di seta e cotone, prodotti chimici, grano, zucchero: il commercio è volto principalmente verso il Regno Unito, gli Stati Uniti e l'Australia.

Bibl.: K. Kumberland, A century's change: natural and cultural vegetation in New Zealand, in The geographical Review, 1941; L.W. Wood, Understanding New Zealand, New York 1944: R. Bowman, A walkabout down under recent geographical literature on Australia and New Zealand, in Geographical Review, 2, 1948; si veda anche la rivista New Zealand, Geographer, della Società geografica neozelandese, e New Zealand Official Year-Book.

Finanze. - Le entrate e le spese ordinarie del Fondo consolidato hanno avuto negli ultimi dieci anni il seguente andamento:

Le spese di guerra sono state contabilizzate a parte, in un "conto spese di guerra" istituito nel settembre 1939 e soltanto a cominciare dall'esercizio 1946-47 gli stanziamenti per le spese militari normali e i sussidî di smobilitazione vengono inclusi nel Fondo consolidato. Secondo quanto dichiarò il ministro delle Finanze nell'agosto del 1946 il costo totale della guerra per il Dominio è stato di 640 milioni di sterline di cui il 35% (221,8 milioni) coperto mediante prestiti di guerra emessi nel Dominio. Benché nell'esercizio finanziario 1946-47 si sia proceduto a una prima riduzione della tassazione imposta durante la guerra, la pressione fiscale pro capite è circa tre volte quella d'anteguerra.

Il debito pubblico complessivo al 31 marzo 1947 ammontava a 634,8 milioni di sterline. Al 31 dicembre 1946 la Nuova Zelanda era creditrice della Gran Bretagna per saldi bloccati in sterline, accumulatisi durante la guerra e nell'immediato dopoguerra, per 91 milioni di sterline; su tale cifra, nel marzo del 1947, ha abbuonato 10 milioni di sterline, pari a 12,5 milioni di sterline neozelandesi. La circolazione fiduciaria, che nel 1939 era di 17,1 milioni di sterline neozelandesi, è passata nel settembre 1948 a 43,5 milioni. Nel novembre 1945 una delle due banche ordinarie neozelandesi, la Bank of New Zealand, è stata completamente nazionalizzata.

Storia (XXV, p. 75; App. I, p. 902). - La legge, Social security act - con la quale veniva istituito, a favore dei lavoratori, dei disoccupati, dei malati, dei vecchi, della matemità, ecc., uno dei sistemi di assistenza sociale più perfezionati del mondo - emanata nel 1938, a poca distanza dalle elezioni, contribuì a far ritornare i laburisti al governo. Questi ebbero però una maggioranza lievemente ridotta rispetto al 1935. Di buon'ora la Nuova Zelanda avvertì il pericolo di una guerra e cominciò a prepararvisi. Durante la Conferenza imperiale di Londra, nel 1937, il primo ministro Savage espresse le sue critiche alla politica di appeasement di Chamberlain; due anni dopo, rappresentanti britannici e australiani s'incontravano a Wellington con i neozelandesi per discutere sull'organizzazione della difesa del Pacifico. Il 3 settembre del 1939, fu dichiarata guerra alla Germania, per la prima volta in modo distinto dalla corrispondente dichiarazione dal Regno Unito. La mobilitazione raggiunse il suo massimo sviluppo tre anni dopo, nel pieno della lotta contro il Giappone: 127.000 uomini nell'esercito, 24.000 nell'aviazione, 6000 nella marina. Queste forze combatterono in Grecia, in Africa settentrionale, nel Pacifico e in Italia. Impegnato in una lotta per la propria esistenza, il Dominio evolvette verso l'autonomia, pur nel quadro di una sempre profonda solidarietà britannica. Il 1944 fu l'anno dell'accordo "regionale" con l'Australia e dell'adozione dello Statuto di Westminster. Alla fine della guerra, il governo laburista estese la rappresentanza all'estero istituendo legazioni a Washington e Mosca, all'interno continuò nella sua politica d'intervento statale. Nazionalizzò la Banca di Nuova Zelanda, le miniere di carbone, le società di navigazione aerea; abolì la "quota agraria", voto plurimo che tendeva a favorire la campagna, poco popolata, nei confronti della città. Allora l'opinione pubblica reagì. Da un lato non pochi giudicavano eccessivo per lo stato e tale da ostacolare la riduzione delle tasse l'onere dell'assistenza sociale e delle costruzioni edilizie per uso privato, anacronistici i razionamenti e il controllo delle importazioni, esagerato l'impulso all'lndustrializzazione per la scarsità della mano d'opera e la ristrettezza del mercato interno, dall'altro s'intensificavano gli scioperi contro il blocco dei salarî e per la settimana di 40 ore su 5 giorni lavorativi (concessa nel 1947). Alle elezioni del 1946 il distacco fra i laburisti e il National Party di Holland, già diminuito ulteriormente nel 1943, si ridusse così a 4 voti corrispondenti agli elettorati maori. Durante il 1947, in accordo col consiglio per l'amministrazione fiduciaria delle N. U., le Samoa Occidentali vennero avviate verso l'autogoverno. L'immigrazione riprese nel 1947 limitata a poche categorie di lavoratori specializzati, provenienti quasi esclusivamente dalla Gran Bretagna e dal Nord Europa. L'8 dicembre 1947 il Parlamento britannico, modificando la costituzione del 1852 e lo Statuto di Westminster, concesse alla Nuova Zelanda la libertà di emendare la propria costituzione.

Con l'intento di arrestare o frenare l'ascesa dei prezzi interni, il 19 agosto 1948 la sterlina neozelandese venne riportata alla parità su quella inglese; provvedimento che poté cogliere di sorpresa il mercato mondiale, data l'assenza della Nuova Zelanda dal Fondo monetario internazionale. In quell'anno la bilancia commerciale, fortemente attiva nei due precedenti, si ridusse quasi all'equilibrio sommandosi l'effetto della rivalutazione a quello della ripresa produttiva europea. Ai danni che le importazioni eccessive avrebbero potuto recare alla produzione in generale, si ovviò mantenendo il sistema della licenza; si compensarono le perdite dei produttori agricoli, in grande prevalenza esportatori, con un sistema di fondi di stabilizzazione; la situazione del commercio estero venne migliorata mediante contratti a lunga scadenza con la Gran Bretagna e un accordo economico con l'Australia (giugno 1948).

Bibl.: A. J. Hrrop, N. Z. after five wars, Londra 1946; W. Nash, N. Z. a Working Democracy, Londra 1944.

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