NUOTO (fr. natation, nage; sp. natación; ted. Schwimmen; ingl. swimming)
Il nuoto è il complesso dei movimenti che permettono al corpo immerso nell'acqua di mantenervisi a galla e di progredirvi.
Il corpo umano, che a parità di volume sarebbe piu pesante dell'acqua, riesce a mantenersi alla superficie anche senza movimenti ausiliarî, grazie ai gas contenuti nei polmoni, nello stomaco e nell'intestino. In coloro che annegano il riempimento dei polmoni e dello stomaco trascina il corpo verso il fondo; con l'inizio della putrefazione, i gas che si sviluppano nell'intestino portano di nuovo il corpo a galla.
Per rendere il corpo più leggiero dell'acqua i mezzi sono due: o riempire i polmoni d'aria con ampie inspirazioni, e mantenervela con espirazioni incomplete o rapide; oppure esercitare sull'acqua pressioni dall'alto in basso tali da equilibrare il peso soverchio del corpo rispetto ad essa. Se tali movimenti, oltre che al galleggiamento, servono anche alla propulsione, si ha propriamente il nuoto.
Il nuoto rappresenta per i mammiferi terrestri un sistema di locomozione poco naturale, tanto che quasi tutti ne fanno uso solo in caso di necessità. Talvolta, fra mammiferi simili, certi sono capaci, certi incapaci di nuotare; tra i felini, ad esempio, la tigre è buona e veloce nuotatrice, mentre il leone non nuota; e neppure nuotano il gatto e il leopardo, sebbene qualche esemplare sia stato visto mantenersi facilmente a galla.
Buonissimi nuotatori sono animali che in terra sono lenti e sgraziati, come l'ippopotamo; mediocremente nuotano i bovini; assai bene il cavallo e il cane. Questi due ultimi animali nuotano istintivamente anche quando siano gettati in acqua per la prima volta, e raggiungono la perfezione in pochi secondi o al massimo minuti. L'uomo, al contrario, anche se riesce (ed è il caso meno frequente) a mantenersi subito a galla, deve poi studiare abbastanza lungamente prima di rendere la sua nuotata sicura, razionale e redditizia.
Tale differenza dipende dal fatto che, mentre il cavallo e il cane riproducono nuotando i movimenti della deambulazione in terra, e mantengono in posizione naturale la testa più in alto della linea del dorso, l'uomo deve invece esercitare uno sforzo attivo per mantenere, mentre procede, la testa o parte di essa fuori dell'acqua, e deve impiegare per avanzare movimenti nuovi e quasi completamente diversi da quelli del camminare o del correre.
Rinascita del nuoto. - Oggi si possono distinguere, fra i nuotatori istintivi, quelli di mare, avvezzi a mantenere la testa alta a causa delle onde, e quelli di fiume, che preferiscono le nuotate sul fianco a causa delle correnti da vincere, o quelle piatte per evitare pietre o erbe subacquee. Tutte le nuotate moderne e sportive sono state migliorate prendendo lo spunto da nuotate istintive di selvaggi, soprattutto indiani, australiani e polinesiani.
Uno dei metodi più antichi, e del quale si trova qualche cenno in libri medievali, oltre che in pitture, è quello della nuotata detta "a rana", forse studiata da qualche osservatore di questo batrace, di cui essa riproduce abbastanza esattamente i movimenti. In altri luoghi si è invece sviluppata la nuotata a colpi di braccia alternati con ritorno in avanti fuori dell'acqua.
I Giapponesi praticavano già nel remoto passato particolari tipi di nuotate; lente, ma che davano la possibilità di una grande resistenza. Ve n'era una, sul fianco, abbastanza rapida ed economicissima quanto al dispendio di forze; più antica, e di origine imprecisabile, quella a rana; una delle più caratteristiche richiedeva il corpo in posizione verticale; le gambe, piegate al ginocchio e divaricate, permettevano il sostentamento e la propulsione, mentre le braccia e la testa restavano emerse, in modo che il nuotatore poteva tenere fuori d'acqua le armi e anche tirare con l'arco. Questo sistema, oggi praticamente disusato, è ancora insegnato, al Giappone, dai maestri degli sport tradizionali.
La pratica del nuoto, oggi nuovamente sviluppatissima, costituisce la forma di sport più igienica e utile. Essa è utile non solo per salvare la propria vita, ma anche per il salvataggio altrui.
Per l'igiene personale, poi, il nuoto rappresenta la ginnastica più completa e più sana. Esso esercita in maniera dolce e senza strappi tutta la muscolatura; sottopone a un lavoro intenso il cuore e i polmoni; esercita il sistema nervoso; fortifica i poteri di termoregolazione, agguerrisce contro il freddo e gli sbalzi di temperatura; unisce alla ginnastica impareggiabile i benefici effetti del bagno d'aria, di sole, e la detersione della pelle, unita al massaggio superficiale esercitato dal moto dell'acqua. Né meno importante è l'esercizio della volontà, del coraggio, il contributo alla formazione del carattere inerenti alla pratica del nuoto. Dell'uomo incolto e pusillanime si disse in antico: Nec litteras didicit, nec natare.
Varî tipi di nuotate. - Si può galleggiare senza fare movimenti di nuoto, nella posizione cosiddetta del "morto"; cosa assai facile in acqua di mare, che, pel suo peso specifico maggiore, rende più agevole il galleggiamento. Per ottenere invece la propulsione, diversi sono i metodi, o, come si dice, gli "stili" di nuoto. Alcuni di questi stili, i più classici, sono stati scelti per le gare sportive.
I principianti usano di preferenza la nuotata cosiddetta "a rana" (fr. brasse; sp. pecho; ted. Brustschwimmen; ingl. breaststroke); essa si esegue restando bocconi senza oscillare sui fianchi, e consiste in movimenti simmetrici e successivi di apertura e chiusura delle braccia e delle gambe.
Vi sono poi le nuotate sul fianco, dette in tutti i paesi over (abbreviazione dell'inglese over arm side stroke, letteralmente "nuotata sul fianco col braccio di sopra"), perché il braccio più alto torna in avanti fuori dell'acqua, mentre quello del fianco posto in basso lavora sempre immerso; fra le due bracciate, che sono successive, le gambe si aprono e si richiudono energicamente, con un calcio detto "a forbice". Questa nuotata, ottima per la resistenza, fu perfezionata dagl'Inglesi, e in particolare da Jarvis.
Più veloce delle nuotate sul fianco è il trudgen o trudgeon, così detto perché introdotto in Inghilterra dal capitano inglese J. Trudgen nel 1873. Il trudgen, portato alla perfezione dal campione inglese D. Billington, ha una bracciata abbastanza simile a quella dell'over e un colpo di gambe a forbice quasi uguale; ma il corpo ruota alternativamente sui due fianchi e le braccia emergono quindi una dopo l'altra.
Ma la nuotata più moderna e più rapida è il crawl (letteralmente "trascinarsi, strisciare"). Fu introdotta in Europa dall'australiano R. Cavill nel 1902. È una nuotata sul petto con lavoro alternato e simmetrico delle braccia e delle gambe, che si muovono su piani verticali e paralleli all'asse del corpo. Le braccia remano e le gambe battono alternativamente dai due lati. Vi sono del crawl, parola ormai internazionale, moltissimi tipi, riducibili a tre gruppi principali: a) Il crawl australiano, ormai disusato, con bracciate corte e colpi di gambe lenti, dall'alto in basso, con emersione di tutto il piede e lato del calcio incrociato con quello della bracciata. b) Il crawl americano, dal quale deriva il tipo ungherese, con bracciata più lunga e più lenta, posizione del corpo a idroplano, calci stretti e veloci, battuta dei piedi dal basso all'alto. Il più famoso perfezionatore di questo stile fu l'americano Bachrach. c) Il crawl giapponese, con posizione del corpo a barca, rotazione breve delle braccia nel piano delle spalle, mancanza di rollio, battuta delle gambe dall'alto al basso, piede allungato nel prolungamento della gamba. Questo stile venne grandemente perfezionato dal giapponese Matsuzawa, insieme con lo stile a rana e quello sul dorso, e fu una delle principali ragioni della supremazia acquistata dai nuotatori nipponici nel mondo.
Vi sono poi le nuotate sul dorso (fr. nage sur le dos; sp. espalda; ted. Rückenschwimmen; ingl. backstroke), che corrispondono abbastanza esattamente, con posizione inversa del corpo, rispettivamente alla rana o al crawl sul petto.
Attualmente si usano gare di crawl sul petto e sul dorso, e di rana. Le distanze per le Olimpiadi e pei campionati d'Europa vanno da 100 a 1500 metri per gli uomini, da 100 a 400 per le donne. Le prove si disputano in piscine rettangolari, il più spesso lunghe da 25 a 50 metri, talvolta coperte e scaldate per l'inverno, divise in corsie, che i concorrenti percorrono nei due sensi, dopo una partenza a tuffo, o in acqua per le gare sul dorso.
Sono ancora di moda prove lunghissime, come traversate di città in fiume, o cimenti invernali, prove di speciale resistenza, come la traversata della Manica, fatta fra i primi (e forse per il primo) dall'italiano G. Tiraboschi; anche in fiume si sono fatte prove di resistenza di 100 km. e oltre.
I record mondiali maschili di nuoto stile libero erano, al mese di gennaio 1934, quelli dati nella pagina seguente.
I nuotatori italiani hanno finora emerso nelle gare di lunga distanza; mentre alle Olimpiadi la superiorità è stata a lungo degli Americani, e in Europa prima degl'Inglesi, poi dei Tedeschi e degli Ungheresi. Oggi i migliori nuotatori del mondo sono i Giapponesi, mentre è ancora americana la superiorità nel nuoto femminile e nei tuffi.
Questi ultimi rappresentano una varietà e quasi un completamento del nuoto, ed oltre all'utilità evidente servono di elegante complemento alle riunioni natatorie. Ve n'è una grandissima varietà, secondo che si effettuino col viso o il dorso volti all'acqua, che siano rovesciati, ritornati, avvitati, dalla posizione di verticale e così via. Nelle gare sportive si eseguiscono da trampolini elastici di uno o tre metri, o da piattaforme rigide di cinque o dieci. Ma in pratica si può dire che non vi sia limite all'audacia, anzi alla temerarietà dei tuffatori, alcuni dei quali, per esempio, si gettano da venti o trenta metri di altezza in vasche di due metri di diametro; parecchi si sono gettati addirittura dal ponte di Brooklyn (New York), alto 50 metri, e più d'uno ha trovato la morte nell'impresa.
Il nuoto permette anche molti giuochi acquatici, fra i quali il principale è la palla a nuoto (ingl. water polo); e molti con carattere di scherzo.
Bibl.: II. R. Austin, How to swim, Londra 1914; G. Rigal e L. Venard, La natation moderne, Parigi 1921; H. Geison e E. Kaross, Das Schwimmen, Stoccarda 1922; F. Sachs, The complete swimmer, Londra 1923; G. Putzke e F. Wiesel, Das Wasserspringen, Lipsia 1923; A. Beretta, Il nuoto, Milano 1924; G. Putzhe, Das Crawlschwimmen, Lipsia 1924, 2ª ed. 1930; W. Meisl e Ph. Winter, Der Schwimmsport, Berlino 1925; P. Kellner, Schwimmen. I: Schwimmschule; II: Stil und Training, Berlino 1927; G. Barbacci, Le nuotate moderne, Modena 1929; L. de B. Handley e W. J. Howcroft, Swimming Crawlstroke, Londra e New York 1929; J. Weissmüller, Swimming, the crawl, New York 1931. Per i tuffi in particolare: J. Lechnir, Handbuch des Wasserspringens, Dessau 1930.