NUNZIO
. Diritto romano. - La figura del nuntius viene in considerazione nel negozio giuridico romano. Quando la forma, prescritta per un dato negozio, non era di ostacolo, la parte poteva comunicare la propria volontà per mezzo, anche, di nuntius. Questi non era altro che organo di trasmissione della volontà, non facendo che riprodurre l'altrui dichiarazione, così che non si aveva riguardo alla sua personale capacità, e nuntius poteva essere lo schiavo d'altri ovvero un fanciullo, purché fosse in grado di ripetere le parole insegnategli. Il giurista Paolo (Dig. XIII, 5, de pec. const. 15) avverte bene che il nunzio ministerium tantum praestare videtur, cioè non esprime la volontà propria facendone ricadere gli effetti in capo ad altri: che, quindi, non è un rappresentante nella volontà.
A manifestare la propria volontà mediante nuntius i Romani ricorrevano assai volentieri. Il nuntius era messo sullo stesso piano della epistula. Così, tra assenti, il matrimonio usava conchiudersi per epistulam o per nuntium: nell'uno o nell'altro modo il coniuge usava partecipare all'altro la sua intenzione di divorziare, prima che la lex Iulia prescrivesse che il repudium fosse partecipato da un liberto alla presenza di sette testimoni e nell'età postclassica s'introducesse, per influenze orientali, il libellus repudii.
Nel processo medievale la citazione orale, per nuncium, sostituisce talvolta la citazione scritta (litera citatoria).
Nunzio pontificio.
Carica dignitaria e diplomatica della Chiesa, che nei suoi inizî riunisce le due missioni di legato e collettore; quest'ultimo in origine semplice agente fiscale o finanziario della S. Sede (nuncius collector et commissarius decimarum) ordinato a raccogliere le decime imposte dalla Chiesa, divenuto poi rappresentante diplomatico con incarichi più duraturi ancora di quelli affidati ai legati e agli altri agenti della curia pontificia. La nunziatura permanente è riconosciuta tale solo dopo aver adempiuto al compito di una rappresentanza pontificia con carattere di maggiore o minore continuità, con poteri più o meno estesi concessi ai nunzî stessi i quali dovevano far capo o al papa o a un ufficio centrale, quello che divenne poi la Segreteria di stato di S. Santità. Che poi le nunziature abbiano rapporti con le collettorie si arguisce dal fatto che dovunque, tranne che in Svizzera, esse hanno avuto a fondamento una collettoria; e si comprende facilmente come un collettore potesse trasformarsi in agente diplomatico, costretto com'era a risolvere questioni finanziarie attraverso gl'intrighi della politica.
Motivi per tale trasformazione si ebbero fra gli altri col sorgere delle grandi monarchie in Europa, e con l'affermarsi delle signorie in Italia. Si aggiunga per la S. Sede, da poco uscita dallo scisma di occidente, la necessità di pacificare i principi cristiani e stringerli in lega contro il Turco. Non sembrerà quindi strano vedere collettori e nunzî pontifici aggirarsi insieme con legati o in sostituzione di questi presso le corti di imperatori e principi, non solo per questioni finanziarie o di benefici a queste riferentisi, come avveniva dal sec. XIII, ma per sorvegliare la disciplina ecclesiastica, e insieme promuovere paci, leghe, iniziative varie tendenti a far riconoscere la supremazia e quindi le direttive della Chiesa.
Uno dei primi nunzî pontifici è ritenuto Antonio Iacopo de Veneris in Spagna, sotto Nicolò V; a lui succede Lianoro de Lianoris e Giovanni Venturelli nuntius ad reges Castellae et Aragoniae sotto Innocenzo VIII, nello stesso tempo in cui, per la congiura dei baroni napoletani, giravano per l'Italia G. Gherardi e Pietro Menzi. In Francia, in Germania e in Inghilterra si hanno nel sec. XV le missioni diplomatiche di Nicolò di Cusa, Enea Silvio Piccolomini, L. Cheregato, Nicolò Franco e altri. Nel 1487 si trasformò la segreteria apostolica, venne nominato il secretarius domesticus (detto poi anche intimo o segreto o maggiore); e cominciarono poco dopo le congregazioni per gli affari politici nella camera secreta, dove un personaggio di fiducia del papa dava, anche in italiano, istruzioni agli agenti diplomatici pontifici; ivi per due secoli si ebbe il campo d'azione dei cardinali nipoti. Nel 1500 il Sanudo, parlando di A. Leonini, lo qualifica nunzio stabile "nontio dil papa per star qui". Durante la prima metà del sec. XVI la complessa varietà degl'intrighi diplomatici affrettò la trasformazione della nunziatura temporanea in permanente; nei riguardi della S. Sede contribuì a ciò il moto luterano di secessione da Roma, e la conseguente difesa della Chiesa. Sotto Leone X è nota l'opera del cardinale Giulio de' Medici e dei suoi collaboratori, il Bembo, il Sadoleto e il Dovizi; Paolo III nominò suo segretario "intimo" Marcello Cervini. Un nuovo impulso allo sviluppo della nunziatura è dato dai grandi dibattiti politici e religiosi al tempo del concilio di Trento, e anche dalle rivalità fra Carlo V e Francesco I. Si costituiscono allora le principali nunziature permanenti, che ricevettero le istruzioni da cardinali nipoti, quali Carlo Carafa, aiutato da Giovanni della Casa, Silvestro Aldobrandini e S. Carlo Borromeo, che negli affari diplomatico si avvalse dell'opera di Tolomeo Gallio. Ma fu merito di Gregorio XIII (1572-1585) di aver dato pieno assetto alla rappresentanza diplomatica della S. Sede, tanto per averne promosso l'incremento (si hanno allora nunzî in Spagna, Portogallo, Francia, Fiandra, Graz, Colonia, Svizzera, Polonia) quanto e più ancora per le regole che lasciò determinare dal vecchio segretario intimo di Pio IV, Tolomeo Gallio, il quale riunì le funzioni di cardinale nipote e segretario maggiore. Si deve a Gregorio XIII la costituzione di un vero protocollo diplomatico e la distinzione dei varî gradi di nunziatura, mentre si determinò il significato delle cariche di legatus, nuntius, internuntius, quest'ultimo rappresentante diplomatim di seconda classe. Con Gregorio XIII si stabilì pure un trattamento finanziario fisso per ciascun nunzio, che variava a seconda delle circostanze e dei paesi; i nunzî furono anche insigniti di dignità ecclesiastiche (uditori di rota, vescovi o arcivescovi). Così l'organizzazione della nunziatura con la creazione del cardinale segretario di stato (sotto Clemente VIII) andò perfezionandosi fino alla pace di Vestfalia, quando, diminuita la loro importanza politica, i nunzî si occuparono principalmente di affari ecclesiastici, per i quali ebbero pure controversie, come quella determinata dalla creazione della nuova nunziatura di Monaco. Pio VI e la rivoluzione francese promossero cambiamenti che furono oggetto di discussioni nel nuovo regolamento generale diplomatico adottato dal congresso di Vienna, e nei successivi regolamenti per il servizio diplomatico della S. Sede messi in vigore negli anni 1863, 1885 e 1889, a voler citare i principali solamente. I nunzî come diplomatici hanno i diritti stabiliti dal relativo codice, trattano col sovrano presso cui sono accreditati e sono eonsiderati sempre decani del corpo diplomatico. Nel campo ecclesiastico, abolite le ampie facoltà concesse prima del concilio di Trento, i poteri dei nunzî non devono di massima intralciare quelli dei vescovi, sui quali pure esercitano un controllo. Ma hanno speciali facoltà in casi riservati al papa, possono avere un tribunale di appello, come in Spagna, e nelle funzioni ecclesiastiche hanno diritto a onori contemplati dal caerimoniale episcoporum. Le rappresentanze della S. Sede si distinguono ora in due categorie: quelle che hanno carattere politico-diplomatico, e dipendono dal cardinale segretario di stato, e quelle con carattere ecclesiastico, che dipendono dalle corrispondenti congregazioni.
Rapporti dei nunzi. - Durante la permanenza in missione, i nunzî hanno riferito sempre sulla loro opera con lettere e dispacci. L'Archivio Vaticano conserva 16 ricchissime serie di dispacci di nunzî di Spagna, Portogallo, Francia, Fiandra, Inghilterra, Germania, Colonia, Baviera, Svizzera, Polonia, Savoia, Genova, Venezia, Firenze, Napoli, Malta. Tre istituti di lingua tedesca rappresentati in Roma: l'Accademia delle scienze di Vienna con l'Istituto storico austriaco, l'Istituto storico prussiano con la direzione degli archivî di stato di Berlino e la Görres-Gesellschaft si sono divisi il grave compito di pubblicare tutti i dispacci dei nunzî dalla Germania e dall'Austria sotto il titolo generico Nuntiaturberichte aus Deutschland nebst ergȧnzenden Actenstücken, distribuendoli in tre serie dapprima, a cui si aggiunse una quarta: sono pubblicati finora della 1ª serie (anni 1553-59), a cura dell'Istituto storico prussiano e della soprintendenza degli archivî dì stato, 12 volumi, nei primi dei quali H. von Sybel, Th. Sickel e W. Friedensburg promotori della raccolta, hanno dato il programma dell'impresa, e informazione ampia sulle nunziature e i nunzî; l'ultimo volume di questa 1ª serie è di G. Kupke, Nuntiaturen des Pietro Bertano und Pietro Carnaiani (1550-1552), Berlino 1901. La terza serie, pure affidata all'Istituto storico prussiano, comprende 5 volumi dal 1572 al 1585; l'ultimo volume è edito da K. Schellas, Die süddeutschen Nuntiatur des Grafen Bartholomäus von Portia, Berlino 1909. La seconda serie (1560-1572) è trattata dalla commissione storica dell'Accademia delle scienze di Vienna: questa ha pubblicato 5 volumi, l'ultimo a cura di I. Ph. Dengel, Nuntius Biglia 1556-1566 (juni). Commendone als Legat auf dem Reichstag zu Augsburg 1566, Vienna e Lipsia 1926. Della 4ª serie (sec. XVII) a cura dell'Istituto storico prussiano è uscito un volume solo di A. O. Meyer, Die Prager Nuntiatur des Giovanni Stefano und die Wiener Nuntiatur des Giacomo Serra (1603-1606), Berlino 1913. La Görres-Gesellschaft con i voll. I, IV, V, VII, X, XIV, XVIII delle Quellen und Forschungen aus dem Gebiete der Geschichte d. Görres-Gesellschaft ha collaborato alle serie 1ª e 2ª dei Nunziaturberichte. L'ultimo, ed. dallo Schweizer (Paderborn 1919), arriva alle nunziature di A. Visconti e C. Caetani (1591-92) in Praga. Nuove osservazioni sulle pubblicazioni di questi testi diplomatici sono state fatte da L. Just, Die Erforschung der pȧpst. Nuntiaturen, ecc., in Quellen u. Forsch. aus. ital. Archiv. u. Bibl., dell'Istituto storico prussiano, XXIV (1932-33), p. 244 segg. L'istituto storico boemo-slovacco inizia la serie delle sue Epistulae et acta nuntiorum apostolicorum apud imperatorem 1582-1628 curis instituti historici Bohemo-slovenici Romae et Pragae con la parte 1ª del t. IV: Epistulae et acta Antonii Caetani, 1607-11, Praga 1932, ed. da Milena Linhartová. Per la Francia in Archives de l'histoire religieuse de la France il Fraikin ha trattato in un volume (Parigi 1906) le nunziature sotto Clemente VII (anni 1525-27); ivi pure l'Ancel pubblicò le Nonciatures de France. Nonciatures de Paul IV per gli anni 1554-1557, tomi I e II, Parigi 1909 e 1911; per il Belgio M. Cauchie ha pubblicato relazioni del nunzio Fabio della Leonessa (1605-1634) in Analectes pour servir à l'histoire ecclésiastique de la Belgique, e con R. Maere il Recueil des instructions générales aux nonces de Flandre, Bruxelles 1904, dalla Revue d'histoire ecclésiastique, 15 luglio 1902, p. 757 segg.; R. Maere, Les origines de la nonciature de Flandre, in Revue d'histoire ecclés. (1906), p. 565 segg., 805 segg. Per l'Italia si vedano, fra gli altri, i lavori di Tolomeo, La nunziatura di Venezia nel pontificato di Clemente VII, Torino 1892; E. Carusi, Dispacci e lettere di G. Gherardi da Volterra, ecc., in Studi e testi della Biblioteca Vaticana, n. 21, Roma 1909. I rapporti diplomatici tra la S. Sede e la Russia sono stati trattati da P. Pierling, La Russie et le Saint-Siège. Per la Spagna, R. Hinoyosa, Los despachos de la diplomacia en España, I, Madrid 1896; A. Meister, Zur spanischen Nuntiatur im 16. Jahr., in Röm. Quartalschrift, VII (1893), p. 407; L. Serrano, Correspondencia diplomatica entre España y la Santa Sede durante el pontificado de S. Pio V, ed. dalla Escuela Española en Roma, I-IV, Madrid 1914; per la Svizzera H. Reinhard e F. Steffens, tra ll 1906 e il 1929, hanno pubblicato tre volumi sulla nunziatura di G. F. Bonhomini nella collezione Nuntiaturberichte aus der Schweiz seit dem Concil von Trient. Per l'Ungheria si vedano nei Monumenta Vaticana Hungariae, s. 2ª, I, le Relationes oratorum pontificum, Budapest 1884.
Bibl.: La prima importante trattazione sull'argomento è data da G. Carga che nel 1574 scriveva la sua Informatione del secretario et secreteria di nostro signore e di tutti gli offitii che da quella dipendono, ed. da Hugo Lämmer, Monumenta Vaticana historiam ecclesiasticam saeculi XVI illustrantia, Friburgo in B. 1861, p. 457 segg.; il Lämmer ha raccolto pure in Analecta Romana, Sciaffusa 1861, relazioni e istruzioni di carattere diplomatico; si vedano poi: A. Reumont, Della diplomazia italiana dal sec. XIII al sec. XVI, Firenze 1857; A. Pieper, Zur Entstehungsgeschichte der ständigen Nuntiaturen, Friburgo in B. 1894; id., Die päpstlichen Legaten und Nuntien in Deutschland, Frankreich und Spanien, I: Die Legaten und Nuntien Julius III., Marcellus II. und Pauls IV. (1550-1559) und ihre Instruktionen, Münster in W. 1897; H. Biaudet, Les nonciatures apostoliques permanentes jusqu'en 1648 a parte e nelle Études Romaines des Annales de l'Académie des sciences de Finlandie, Helsinki 1910, che contiene un ampio e quasi compiuto elenco di nunzî pontifici nelle varie nazioni cattoliche: il lavoro fu continuato da L. Karttunen, Les nonciatures apostoliques permanentes de 1650 à 1800, Ginevra 1912, nella stessa collezione dell'accademia delle scienze di Finlandia, benemerita per studî diplomatici e di storia romana, oltre questi segnalati. Importanti contributi sono stati dati da P. Richard, Origines des nonciatures permanents. La représentation pontificale au XVe siècle, in Revue d'histoire ecclésiastique, VII (1906), pp. 52 segg., 317 segg.; id., Origines et développement de la Secrétairerie d'État apostolique (1417-1823), ibid., II (1910), pp. 56 segg., 505 segg.; id., Origines de la Nonciature de France. Nonces résidants avant Léon X (1456-1511), in Revue des questions historiques, n. s., XXXIV (1905), p. 103 segg.; e Débuts de la représentation permanente sous Léon X (1513-1521), ibid., XXXVI (1906), p. 112 segg.; R. Ancel, La Secrétairerie pontificale sous Paul IV, ibid., XXXV (1906), p. 408 segg.; N. Capece-Galeota, Cenni storici dei Nunzi apostolici residenti nel regno di Napoli, Napoli 1877; A. Meister, Die Nuntiatur von Neapel im 16. Jahrh., in Histor. Jahrbuch d. Görres-Gesellschaft, XIV (1893), pp. 70-82. Per la costituzione moderna cfr. P. M. Baumgarten, Verfassung und Organisation der Kirche, Monaco 1906; A. Giobbio, Diplomazia ecclesiastica, I; id., Lezioni di diplomazia ecclesiastica, Roma 1899-1904; J. P. Kirsch, in The catholic Encyclopedia, New York 1911, s. v., e il calendario ufficiale della Santa Sede nell'Annuario pontificio, 1933-34.