NÚÑEZ de BALBOA, Vasco
Nato di povera nobiltà a Jérez de los Caballeros nell'Estremadura verso l'anno 1475, seguì Rodrigo de Bastidas nella spedizione di scoperta alle coste del Nuovo Mondo (Darien, 1500-02); più tardi egli appare tra coloni stabiliti a San Domingo, donde però, carico di debiti, fugge di nuovo al Darien (1510). In questa nuova terra il Balboa acquista ben presto fama con le sue gesta, che lo fanno primo fra i nuovissimi conquistadores, e con la ribellione contro l'Enciso. Noncurante delle conseguenze dei suoi atti, si fa forte dei suoi 300 seguaci ed estende il dominio sulla ialle dell'Atrato; poi, accertatosi dell'esistenza (già nota, del resto, anche a Colombo, primo esploratore della costa istmica) d'un vicino oceano occidentale bagnante terre ricchissime d'oro (l'Oceano Pacifico), risolve di tentare la traversata dell'istmo. Mosso il 1 settembre 1513 con 190 Spagnoli e 600 Indiani dalla spiaggia di Careta nel golfo di Darien, in uno dei punti ove l'istmo è più stretto e le alture non oltrepassano i 700 m., superate con grandi stenti le difficoltà delle foreste fittissime e le insidie degli abitanti, fu il 25 in vista dell'altro mare e il 29 raggiunse la nuova sponda nel golfo che chiamò di San Miguel: presenti 67 Spagnoli, fra i quali Francesco Pizarro, più tardi famoso. Entrò nelle acque fino al ginocchío con spada e bandiera, proclamando il re di Spagna signore del nuovo oceano (da lui detto Mar del Sur) "dal Polo boreale fino all'australe". Al Balboa n0n fu concesso altro compenso per la scoperta fatta che il titolo di governatore delle provincie del Mare del Sud, sotto la giurisdizione del nuovo governatore del Darien, de Ávila; né molto andò che costui, impedita per gelosia ogni iniziativa onde il Balboa non riuscisse a stabilire una rapida comunicazione continuativa attraverso l'istmo, colse un futile pretesto per farlo arrestare e condannare a morte (1517). Ardito e tenace, il suo governo lasciò pur nome di saviezza e prudenza; crudele verso gl'indigeni, parve tuttavia mite in confronto del de Ávila e d'altri efferatissimi; appassionato e violento, fu però, tra gli altri rudissimi conquistadores, uomo non privo di cultura.
Bibl.: v. in B. Sánchez Alonso, Fuentes de la historia española y hispano-americana, 2ª ed., Madrid 1927, nn. 3548-3558; specialmente J. T. Medina, El descubrimiento del Océano Pacifico, voll. 2, Santiago del Chile 1913-14; e A. de Altolaguirre y Duvale, V. N. de Balboa, Madrid 1914.