NÚÑEZ de ARCE, Gaspar
Poeta e uomo politico spagnolo, nato a Valladolid il 4 agosto 1832, morto a Madrid il 9 giugno 1903. Lasciò la famiglia per vivere del proprio lavoro a Madrid, dove entrò nel giornalismo. Dapprima progressista, il partito della Unión liberal lo portò deputato (1865) e governatore di Logroño; durante la rivoluzione di settembre, per la quale aveva combattuto, fu governatore di Barcellona (1868); chiamato dal governo provvisorio, il N. redasse i principali manifesti politici, compreso quello che riconosceva l'idea monarchica e la legittimità di Alfonso XII. Disciolto il partito liberale, passò al partito costituzionale del Sagasta (1871); con il governo della restaurazione ebbe diverse cariche importanti, da quella di consigliere di stato (1871-1874) a ministro delle Colonie (1883). Pur nell'evoluzione delle ideologie e delle vicende politiche, il N. tenne fede a una sostanziale libertà nel concepire le forme del vivere civile; ma più che nella condotta politica, non sempre fortunata né docile alle sue schiette esigenze spirituali, forse nella poesia il N. poté tradurre con maggiore consonanza il suo temperamento, fatto di integrità morale e di un sentimentale pessimismo.
Il dramma storico, El haz de leña (1872), che riprende ancora una volta la tragica vicenda di don Carlos, il figlio di Filippo II, è forse la migliore opera del teatro storico dell'Ottocento spagnolo; ma più che nella tecnica drammatica, il contenuto umano del N. si rivela nel tono lirico con cui è concepita l'azione. Ed essenzialmente lirico rimase il N., anche se acceso da una nobile oratoria che spesso acquistava quasi un senso religioso per la serietà con cui era sentita, soprattutto nella raccolta dei Gritos del combate (1875), modello di alta ed elegante eloquenza, in cui è palese la traccia di J. Quintana. Già in essa il N. cantava il suo disincanto per la politica, la rivoluzione, la libertà, gl'ideali cioè della sua fervida giovinezza che non resistevano alla dura prova della realtà. Questo suo atteggiamento, scisso tra una volontà di fede e una commossa e trepida incertezza, tanto che gli valse l'appellativo di "poeta del dubbio", si riflette in altre opere, come, per es., Raimundo Lulio (1875), composto nel metro della terzina dantesca, dove è simbolicamente investito il problema razionale; La última lamentación de lord Byron (1879), poemetto in ottave, in cui il dubbio è squisitamente sentimentale e riecheggia l'esperienza ideale e politica del poeta stesso; La selva obscura (1879), d'imitazione dantesca, in cui Beatrice è il simbolo della speranza risorgente: in esse il N. ha tentato con assiduo travaglio diverse vie, tra sentimentali e filosofiche, senza però riuscire alla robusta lucidità della prima raccolta lirica, dove meglio si traducevano i suoi interessi etico-politici.
Bibl.: C. De Lollis, N. de A., in Nuova Antologia, 1898, pp. 630-48; J. del Castillo, N. de A., apuntes para su biografía, Madrid 1904.