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numerali [prontuario]

di Patrizia Petricola - Enciclopedia dell'Italiano (2011)
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numerali [prontuario]

Patrizia Petricola

Cardinali

I ➔ numerali cardinali sono quasi tutti aggettivi, plurali e invariabili, compreso zero: sei bicchieri, ventiquattro ore, zero gradi. L’unico cardinale singolare è uno, che segue le regole morfosintattiche dell’➔articolo indeterminativo omofono e ammette il femminile una: uno zaino, un libro, un amico, una penna, un’amica; il plurale uni è usato solo come correlativo di altri: gli uni e gli altri.

I primi dieci ordinali sono: uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci. Nella seconda decina distinguiamo gli ordinali in -dici finale (tutti pronunciati sdruccioli): undici, dodici, tredici, quattordici, quindici, sedici, da quelli in dici- iniziale: diciassette, diciotto, diciannove. Da ventuno a novantanove gli ordinali sono composti dalla decina (venti, trenta, e poi le decine in -anta: quaranta, cinquanta, sessanta, sessanta, settanta, ottanta, novanta) più l’unità, con caduta della vocale finale della decina seguita da uno e otto e pronuncia tronca (più relativo uso dell’accento grafico) dei composti con tre, ad es. ventuno, trentadue, quarantatré, cinquantaquattro, sessantacinque, settantasei, ottantotto, novantanove.

Le centinaia sono espresse da cento preceduto dall’unità: duecento, trecento, ecc., sicché avremo, ad es. 123 / centoventitré, 905 / novecentocinque, con grafia unita (si consideri anche la particolare pronuncia sette e trenta, sette e quaranta, per i modelli fiscali 730 e 740); dugento e secento, usati talvolta per indicare i secoli, sono forme toscaneggianti e arcaizzanti per duecento e seicento (un po’ più vitali nei derivati dugentesco e secentesco).

Il migliaio si esprime con mille, ma le migliaia si indicano con mila preceduto da un cardinale da 2 a 999: duemila, tremila, ecc., 654.321 / seicentocinquantaquattromilatrecentoventuno. Le migliaia seguite dalle sole centinaia possono anche essere pronunciate come, ad es., 1600 / mille e sei, purché il contesto permetta di distinguere chiaramente 1600 da 1006; indicando un anno, si possono omettere migliaia e centinaia, in particolare quando l’anno è storicamente rilevante (nella scrittura si indicherà l’omissione con un ► apostrofo): il ’48, il ’68.

Milione e miliardo sono nomi: hanno la forma plurale, sono preceduti da un altro cardinale che svolge il ruolo sintattico di attributo e, quando la cifra non è tonda al milione / miliardo, sono seguiti da un altro cardinale separato dalla congiunzione e: un milione, due milioni, ecc.; un miliardo, due miliardi, ecc.; 2.100.000 / due milioni e centomila; la cifra tonda al milione / miliardo richiede il partitivo, ad es. un milione di abitanti, due miliardi di euro.

Lo zero si può trovare scritto al posto delle decine, ma non va pronunciato, nelle date: 09/09/1974; va invece pronunciato quando è a destra della virgola nei decimali: 2,05 / due virgola zero cinque / due e zero cinque; ma, qualora la cifra esprima un prezzo, si dirà piuttosto due (euro, dollari, ecc.) e cinque centesimi.

I numerali cardinali si scrivono alfabeticamente in testi comuni o negli appositi spazi di moduli bancari, postali, ecc.; si adottano invece le cifre arabe con i numeri lunghi, con i numeri decimali, nelle ► date e in testi tecnici (ad es., matematici, scientifici o economici). Sono possibili anche scritture miste, per es. un milione 500 mila. Di norma i cardinali precedono il nome, ma possono anche seguirlo in usi burocratici: donna di anni cinquanta (➔ burocratese).

Nell’indicazione di prezzi, nell’uso popolare, anche se il numerale indica migliaia, vengono lette solo le cifre rilevanti e non gli zeri: quindi 5.400 può essere letto «cinque e quattro»; del pari, può esser letto «cinque e quattro» anche 5.400.000.

Ordinali

I numerali ordinali sono tutti aggettivi declinabili per genere e numero: primo, prima, primi, prime. I primi dieci ordinali sono: primo, secondo, terzo, quarto, quinto, sesto, settimo, ottavo, nono, decimo. Da undicesimo in poi, gli ordinali sono composti dal cardinale più il suffisso -èsimo con caduta della vocale finale del cardinale e accentuazione proparossitona: undicesimo, dodicesimo, centoventesimo, milionesimo. Quando il cardinale di base esce in -tré la vocale finale si mantiene: ventitreesimo; quando invece il cardinale di base esce in -sei, si ha la doppia forma: trentaseesimo / trentaseiesimo, anche se l’unica effettivamente usata è questa seconda.

I numerali ordinali possono essere scritti: (a) alfabeticamente: trentunesimo; (b) con le cifre romane: XXXI; (c) con le cifre arabe seguite da una lettera minuscola, in genere in apice, che ne esplicita genere e numero: 31°; (d) con il cardinale in cifre arabe seguito dal suffisso -esimo (scritto senza trattino; soluzione molto rara): 25esima. L’uso delle cifre romane è l’unico per scrivere i secoli (► secoli, nomi dei) e i nomi di re e papi. Gli ordinali, di norma, precedono il nome, ma lo seguono nei nomi di re e papi (Federico II, Pio X) e nell’indicazione di atti e scene in testi teatrali (atto primo, scena prima). Secondo un uso meno frequente e più ricercato, gli ordinali usati per i secoli e per i nomi di re e papi possono adottare la forma del tipo decimo primo, ovvero composta da doppio ordinale per le decine e le unità: in questo caso l’ordinale seguirà sempre, anche con i secoli, il nome e si potrà trovare l’arcaizzante vigesimo per ventesimo: Giovanni XXIII / Giovanni vigesimo terzo.

Frazioni

Negli ordinali frazionali il numeratore è sempre espresso da un cardinale e il denominatore, di norma, da un ordinale maschile, singolare quando il numeratore è uno, plurale quando il numeratore è superiore a uno: ¼ e un quarto, ¾ e tre quarti. Quando il denominatore è due non si ha secondo, bensì mezzo, ad es.: ½ e un mezzo; quando è un numero alto, viene espresso preferibilmente con un cardinale preceduto da su o da fratto, es.: 10/431 si esprime dieci su quattrocentotrentuno / dieci fratto quattrocentotrentuno.

Le serie dei numerali moltiplicativi non sono complete; si hanno infatti solamente i nomi: doppio, triplo, quadruplo (molto rari quintuplo, sestuplo, settuplo, ottuplo, nonuplo, decuplo, centuplo) e gli aggettivi duplice, triplice, quadruplice (rarissimi e desueti quintuplice, sestuplice, settemplice, ottuplice, centuplice).

Vedi anche
aggettivo Parte del discorso, che esprime gli attributi di qualità, quantità ecc. della persona o della cosa indicata dal sostantivo a cui è riferito. L’a. è passibile di determinazione morfologica o sintattica comparativa. Nelle lingue indoeuropee, di norma, si accorda con il sostantivo a cui si riferisce in ... proparossitono Nella terminologia grammaticale greca, si dice di parola che ha l’accento acuto sulla terzultima sillaba (es., ἄνϑρωπος). Per estensione, con riferimento ad altre lingue, di parola che ha l’accento tonico sulla terzultima sillaba, cioè sdrucciola (es., ànima). plurale In linguistica e grammatica, un aspetto della categoria grammaticale del numero che, contrapposto al singolare (e, dove esiste, al duale, triale e quattrale), indica che le persone o le cose sono più di una (e rispettivamente più di due, tre, quattro). Mentre nelle lingue indoeuropee il p. è distinto ... virgola Segno di punteggiatura (,) che indica pausa debole all’interno del periodo. informatica In informatica e nei sistemi di codificazione numerica, la rappresentazione in v. mobile (floating point) è un metodo di rappresentazione dei numeri decimali nel quale un numero n risulta individuato da due gruppi ...
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  • NUMERO: PRIMO
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Vocabolario
prontüàrio
prontuario prontüàrio s. m. [uso fig. del lat. tardo promptuarium «credenza, dispensa, magazzino», dall’agg. promptuarius «in cui conservare qualcosa», der. di promptus: v. pronto]. – 1. Libretto o manuale in cui sono esposte brevemente...
numerale
numerale agg. [dal lat. tardo numeralis, der. di numĕrus «numero»]. – Di numero, dei numeri, che ha rapporto con i numeri: sistema n., o di numerazione (v. numerazione); in musica, notazione n., eseguita per mezzo di numeri che corrispondono...
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