NUMANA
Antico centro piceno sorto dal villaggio neolitico sulle alture di Montecolombo e sceso nell'Età del Ferro a ridosso del porticciolo naturale ricavato in uno sperone digradante del Monte Conero. N. fu centro d'eccezionale importanza per l'intero periodo della civiltà picena. Le sue necropoli preromane - quantunque più depredate che esplorate - hanno restituito una serie ricchissima di oggetti, dai quali è possibile avere un'idea delle varie correnti culturali, artistiche e commerciali che fecero capo all'emporio di N., specialmente nel periodo "orientalizzante". Tra il materiale raccolto (ora nel museo di Ancona), accanto ai bronzi, che giungevano attraverso Fabriano dall'Etruria, e ai prodotti orientali e greci, dei quali N. fu il principale centro di scambi e d'irradiazione nel Piceno, figurano quelli di un'arte primitiva, ma originale, indigena. In particolare il commercio greco è testimoniato da un frammento di lamina di bronzo, del VII sec, a. C., con la raffigurazione di una capra selvatica che bruca, da attribuirsi ad arte industriale del repertorio rodiota. Dall'Ellade provennero, tra l'altro, insigni prodotti ceramici del sec. V a. C., tra cui il grandioso cratere attico a rotelle a figure rosse del Pittore di Borea con scena di divinità che escono dall'Olimpo, e la pisside dipinta su fondo bianco del Pittore di Pentesilea, con la scena della nascita di Venere. Alla Grecia si sostituì più tardi (IV sec. a. C.) l'Apulia.
Dell'arte picena costituisce rara affermazione una grande testa di guerriero in pietra calcarea, del sec. VI a. C., ricuperata sulla spiaggia di S. Andrea, sottostante forse all'abitato dell'Età del Ferro.
Le ultime attestazioni di vita intensa non sorpassano il sec. IV a. C.; ché la crescente importanza di Ancona e la conquista romana ridussero il vetusto centro a modesta cittadina di provincia, della quale terremoti, frane e distruzioni cancellarono quasi le vestigia. Notevole peraltro la stele funeraria di Chelidò, prodotto della scultura locale in età augustea.
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