NUMANA (per un certo periodo anche Umana; A. T., 24-25-26 bis)
Cittadina delle Marche in provincia di Ancona, situata alle falde meridionali del Conero, 4 km. dalla riva sinistra del Musone; il centro attuale (1058 ab.) si stende da 56 m. fino al livello del mare ai due lati della strada che termina nel porto, difeso a NE. da un piccolo molo. Al comune di Numana è stato recentemente aggregato il comune di Sirolo, il cui territorio si stendeva a NO. di Numana comprendendo la parte orientale del Conero. Il territorio comunale (27,28 kmq.) è coltivato a cereali e a vite nel 1931 contava una popolazione di 4453 abitanti. Un servizio automobilistico unisce Numana alla stazione di Osimo (km. 11) sulla Ancona-Foggia.
Storia. - La vita vi ha inizio con un villaggio piceno arcaico, presso Monte Colombo, di cui si ritrovarono fondi di capanne circolari; in seguito la sede si trasferì nella vallata, con un abitato piceno, presso cui s'installò e sviluppò l'emporio commerciale ellenico, da cui si diffondevano nel Piceno centrale bronzi greci e ceramiche; di queste opere molte si trovarono nella stessa Numana, a Belmonte e in vari siti delle valli del Chienti e del Tenna; l'abitato ellenico è documentato, più che dalle ipotetiche mura, dalla necropoli, ricca soprattutto nel sec. V a. C. L'espansione ellenica iniziata nel sec. VII, perdurò fino al IV, sostituita da quella apula; inoltre pervennero a Numana, attraverso Fabriano, bronzi etruschi, e vi si affermò anche un'arte locale con carattere rudimentale, ma originale. Attraverso la ricca collezione di ceramiche e di bronzi conservata nel Museo nazionale di Ancona, si può conoscere la civiltà e l'importanza a cui era pervenuto l'emporio numanate nel periodo greco. Del periodo romano rimangono epigrafi che, confermando il nome di Numana, la chiamano municipio; in seguito fu forse ascritta alla tribù Velina. La città decadde peraltro continuamente; vi contribuirono le frane, i terremoti, ma più ancora il riconoscimento da parte di Roma del maggior valore d'Ancona come porto e centro di scambî.
La storia medievale della città si riassume in una decadenza continua dovuta in parte a disastri tellurici e in parte all'espansione dei confinanti. La leggenda che Numana sia sommersa nel mare trova conferma nella poca profondità delle acque marine nelle immediate vicinanze. Storicamente si ha memoria d'un terremoto che nel 558 travolse gran parte dell'abitato. La possedettero dapprima i Goti, poi i Longobardi e i Bizantini e infine, nominalmente, la Chiesa per la donazione di Pipino e Carlomagno. Nel frattempo va perdendo la propria autonomia per la incomoda vicinanza di Osimo e di Ancona: alla prima comincia a cedere parte dei proprî redditi nel 1126 e nel 1142. Tuttavia la vediamo ancora in alleanze con altri luoghi nel 1215 e nel 1223 e colpita dalle citazioni della Chiesa per l'adesione a Manfredi nel 1265. Nel 1298 un altro terremoto ne determinò la rovina quasi totale, cui si aggiunsero le condanne spirituali e materiali della Chiesa per la sua adesione alle terre ribelli. Agl'inizî del sec. XIV fu occupata dagli Anconetani per gelosia degli Osimani e ne furono distrutte le mura e cacciati gli abitanti. Ancona dal 1378 vi manda, per podestà, suoi cittadini, finché il papa nel 1404 intervenne a sanzionare questa presa di possesso e Martino V nel 1422 ne soppresse la diocesi unendola a quella di Ancona, togliendo a Numana anche quest'ultima sopravvivenza di autonomia che di fatto era già scomparsa. Da allora in poi non ha più storia propria.
Bibl.: G. Speciali, Notizie storiche dei SS. Protettori della città di Ancona, Venezia 1756; G. Colucci, Antichità Picene, X, Fermo 1791; Lettera di Papa Benedetto XIV a Mons. Nicola Manciforte circa il dover riassumere e ritenere il titolo di vescovo di Ancona e di Umana, Ancona 1856; C. Romiti, Guida di Numana, 1927; O. Spadolini, L'antica Numana negli scrittori Piceni, in Studia Picena, IX, Fano 1933.