Vedi NUBIA dell'anno: 1963 - 1973 - 1996
NUBIA (v. vol. V, p. 570 e s 1970, p. 552)
Con la fine dei lavori di sbarramento della nuova grande diga di Assuan si è in massima parte concluso il periodo di frenetica attività archeologica nella N. egiziana e per buona parte della N. sudanese. Alcune grandi imprese dovevano, comunque, ancora essere portate a termine anche nella parte allagata: prima di tutto il salvataggio di File, poi lo scavo di Qaṣr Ibrim. L'isola di File dopo la costruzione della nuova diga sarebbe rimasta immersa nell'acqua fino a metà altezza delle colonne: fra le varie proposte per ovviare a tale rovina è stata scelta quella del trasferimento sulla vicina isola di Agilkia che, di dimensioni un po' minori, è stata artificialmente ingrandita per contenere - sia pure con una piccola contrazione - tutto il complesso degli edifici monumentali. L'operazione, tecnicamente assai complessa, è stata completata nel 1980 per merito di una impresa italiana e ha concluso ufficialmente la campagna di salvataggio della N. lanciata dall'UNESCO nel 1960. La perfetta riuscita tecnica del trasferimento non annulla, ovviamente, le riserve che erano state avanzate sul piano storico circa la sua liceità, ma permette comunque un immediato contatto degli spettatori con l'imponente e suggestivo insieme. Una situazione in certo modo analoga, ma assai più pesante, è rappresentata dal trasferimento - avvenuto al termine della campagna nubiana - di interi edifici templari nelle città di Europa e di America in riconoscimento e compenso della collaborazione offerta dai governi dei varî paesi: così il tempio rupestre di Ellesīya è stato ricostruito a Torino, quello di Tafa a Leida, quello di Debod a Madrid, quello di Dendur a New York, il portale di Kalabša a Berlino.
Diverso è il caso per Qaṣr Ibrim, dove lavora la Egypt Exploration Society. Si tratta in questo caso dell'ultima località che si è salvata dall'inondazione, situata com'è sul più alto picco che domina il lago Nasser. Per la sua posizione ha avuto a lungo e più volte funzione di posto militare, e le guarnigioni che vi si son succedute hanno lasciato una documentazione che vi si è sedimentata nei millenni fino all'età ottomana.
Da qui sono venuti documenti preziosi e del tutto inconsueti: testi meroitici su papiro, lettere di regole locali, documenti militari latini e - non senza ragione - le elegie di Cornelio Gallo (Qaṣr Ibrim-Primis fu occupato proprio in età augustea per alcuni anni, come ritorsione all'attacco meroitico alla Tebaide), i documenti originali di consacrazione di un vescovo, una lettera del sultano d'Egitto che richiama il re di N. al rispetto dei patti sono alcuni dei singolari trovamenti che da qui provengono. Tutto sommato, assai meno ricchi sono i risultati in ambito storico-artistico, anche se si son potuti datare con più precisione i resti di chiese e di templi che sorgevano nella piazzaforte: è piuttosto l’instrumentum domesticum, raccolto con molto scrupolo fino agli strati superficiali, che ha permesso interessanti constatazioni specie riguardo ai tessuti, oggetto di particolari cure.
Il lago Nasser si stende oltre i confini egiziani nella N. settentrionale sudanese, e per quella regione la situazione è analoga a quella che si è venuta determinando in Egitto; ma fra la II e la III Cateratta l'inondazione non è arrivata, e si è così continuata la normale attività archeologica. Le missioni che hanno lavorato qui in questi ultimi anni sono state meno numerose che non quelle del periodo del salvataggio, ma hanno avuto uno sviluppo nel tempo e una precisione di confini territoriali molto maggiore: gli stessi cantieri sono restati attivi per anni, talvolta con interruzioni nello scavo per permettere uno studio dei risultati. Fra questi alcuni hanno avuto particolare importanza: p.es. quello del museo ginevrino, prima nell'isola di Argo (più propriamente a Tabo), poi a Kerma nella regione della III Cateratta. Nella prima delle due località è stato riportato alla luce un tempio di pianta egiziana che risale alla XXV dinastia; nel primo cortile fu costruito in età meroitica un chiosco processionale e davanti al pilone furono collocate due statue colossali in granito, da tempo note ai viaggiatori e agli archeologi. Dal 1973 esse sono conservate al museo di Khartum. Il più significativo ritrovamento proveniente da questo complesso, che è uno dei più grandi templi sudanesi, è costituito da una statua regale di bronzo, la maggiore, per dimensioni (c.a 50 cm), finora trovata nel paese. Essa era stata volontariamente nascosta in una buca del pavimento, e il suo recupero è stato occasione per un accurato studio tecnologico che potrà essere utile anche per eventuali futuri trovamenti analoghi. Il pezzo è stato datato alla seconda metà del III sec. a.C. e testimonia un preciso gusto meroitico nella ricchezza dei particolari, nella doratura (mantenuta solo in parte), nelle proporzioni della figura.
Il secondo cantiere svizzero è stato impiantato a Kerma, cioè nel cuore di una località da cui prende nome una delle più significative culture nubiane, e oggi considerato come il centro di una struttura politica fiorita in cospetto di quella egiziana fra la fine dell'Antico Regno e la XVIII dinastia. I cimiteri a tumulo, con caratteristiche e bellissime ceramiche, si trovano per tutta la N.: ne sono stati recentemente esplorati ad Abri, a Sai e, sulla base di questi ultimi, la Gratien ha avviato la costituzione di una preziosa tipologia cronologica e una valutazione complessiva di questa civiltà (1978). Gli scavi a Kerma, condotti con particolare minuzia, hanno permesso di rilevare varî momenti della vita della città e soprattutto hanno chiarito in gran parte la natura e la storia di uno dei tipici ed enigmatici monumenti del centro, la c.d. Deffufa: un edificio maestoso e grandioso in mattoni crudi, che sembra ormai certo debba essere considerato come tempio. Risultati interessanti di questi scavi son quelli relativi all'urbanistica della città, che appare circondata da bastioni e fossati, riempiti successivamente dagli scarichi e dalle esigenze dell'ingrandirsi della città, in cui le case vanno crescendo di dimensioni nell'evolversi dei tempi e comportano magazzini e stalle. Per quanto riguarda i cantieri francesi, si è già detto di quello di Sai, che, oltre alla necropoli di tipo Kerma, ha recuperato da un forte ottomano numerosi blocchi di un tempio del Nuovo Regno (da Amenophis III a Seti I) nonché una necropoli anch'essa egiziana risalente allo stesso periodo. Un'altra missione francese, che prosegue quella pisana della Schiff Giorgini a Soleb e Sedeinga, ne continua l'opera in questa seconda località dove ha messo in luce un cimitero meroitico a piramidi e una piccola chiesa del periodo cristiano «classico».
Non lontano da là, nel Gebel Gargud, la missione ha trovato un impressionante campo di graffiti (più di 1.200) che vanno dalla civiltà dei cacciatori fino a quella del cammello con una notevole ricchezza di documenti che si aggiungono al materiale già varie volte studiato in questo campo.
Da segnalare infine, ancora in Nubia, la missione polacca a Dongola Antica: una delle più attive non solo nello scavare i monumenti ma nel renderne documentariamente e criticamente conto.
L'attività a Dongola succede a quella della missione a Faras, ed è stata voluta in questo centro in quanto esso ha avuto funzione di capitale della N. cristiana a partire dal VII sec. fino al momento della caduta del regno. L'esplorazione si profila perciò come un lavoro di assai larga portata: in questi ultimi anni si è vista una parte della città con edifici di abitazione, e soprattutto alcune strutture chiesastiche, di cui la più importante è una chiesa a pianta cruciforme.
Di singolare natura è un edificio che, per la presenza di vasche e di bacini, deve essere interpretato come un bagno, sulle cui pareti sono resti di numerose pitture di carattere religioso.
Accanto a queste attività più propriamente di scavo, altre ce ne sono state di prospezione e di pubblicazione. Fra le prime una particolare menzione va fatta di un attentissimo controllo di tutte le potenzialità archeologiche della regione e di una descrizione e valutazione delle stesse da parte di una commissione di studio franco-sudanese, che proprio alla N. ha dedicato la sua attenzione e il cui risultato (incompleto purtroppo, e - sembra - per il momento non continuabile) è consegnato in quindici fascicoli di esemplare precisione, ricchezza e facilità di impiego.
Altre pubblicazioni hanno dato, in questi anni, conto di imprese avvenute durante il precedente periodo del «salvataggio»: un elenco completo se ne trova, fino al 1977, in un apposito strumento bibliografico curato dall'UNESCO.
Fra queste opere che raccolgono in modo metodico i risultati degli scavi più antichi sono da ricordare i dieci splendidi volumi della Joint Scandinavian Expedition, ognuno dedicato a un particolare tema (dalle antichità pre-ceramiche alle cristiane) e che, nascendo entro una comune cornice, ha anche inconsueta organicità. Frutto di una somma di esperienze e di ricerche è l'opera monumentale sulle ceramiche nubiane di età cristiana dell'Adams.
Fra le pubblicazioni va anche ricordato il nascere di due riviste particolarmente dedicate alla N., Nubia Christiana in Polonia, Nubia et Oriens Christianus in Germania; va infine menzionata un'opera che ha raccolto in una visione unitaria una larga esperienza archeologica ed etnografica, quella dell'Adams, che rappresenta una somma delle conoscenze che abbiamo oggi sull'argomento.
Dell'autonomia che sono venuti prendendo gli studi nubiani in questi ultimi anni è, infine, testimonianza la fondazione ad Assuan di uno specifico museo, dedicato alla storia della N. e alla raccolta del materiale nubiano, che suggellerà l'opera di salvataggio archeologico di questa terra.
Bibl.: In generale: S. Curto, Il Tempio di Ellesija (Quaderni del Museo Egizio di Torino, 6), Torino 1970; W. Adams, Nubia, Corridor to Africa, Londra 1977; Africa in Antiquity. The Arts of Ancient Nubia and the Sudan, I-II, Brooklyn 1978; H. D. Schneider, Tafeh. Rond de wederepbouw van een Nubische Tempel, L'Aia 1979; G. Vantini, Il Cristianesimo nella Nubia antica, Verona 1985. - L'Associazione Internazionale degli Studi Nubiani ha tenuto i suoi congressi ogni quattro anni: J. Leclant (ed.), Etudes Nubiennes. Colloque de Chantilly 1975, Il Cairo 1978; J. M. Plumley (ed.), Nubian Studies. Proceedings of the Symposium for Nubian Studies, Cambridge 1978, Warminster 1982; P. van Moorsel (ed.), New Discoveries in Nubia. Proceedings of the Colloquium on Nubian Studies, The Hague 1979, Leida 1982; M. Kraus (ed.), Nubische Studien. Tagungsakten der 5. Internationalen Konferenz der International Society for Nubian Studies, Heidelberg 1982, Magonza 1986; AA.VV., Nubian Culture. Past and Present. Main Papers Presented at the Sixth International Conference for Nubian Studies, Uppsala 1986, Stoccolma 1987; Ch. Bonnet (ed.), Seventh International Conference for Nubian Studies. Pre-publication of Main Papers, Ginevra 1990.
In particolare: File: A. Giammarusti, A. Roccati, File. Storia e vita di un santuario egizio, Roma 1980; G. Haeny, A Short Architectural History of Philae, in BIFAO, LXXXV, 1985, p. 197 s. - Qaṣr Ibrim: Le relazioni annuali, a cura prima di J. M. Plumley e poi di W. Adams, sono pubblicate in JEA dal XLIX, 1963, in poi; M. Bietak, M. Schwarz, Nag'el-Scheima, eine befestige christliche Siedlung und andere christliche Denkmäler in Sayala-Nubien, I, Vienna 1987. - Kerma: B. Gratien, Les cultures Kerma. Essai de classification, Lilla 1978; Ch. Bonnet, Kerma. Territoire et métropole. Quatre leçons au Collège de France, Parigi 1986. - Dongola Vecchia: W. Godlewski, Le Baptistère de la Vieille Eglise à Dongola, in EtTrav, X, 1978, p. 363 s.; P. Gartikewicz, The Cathedral in Old Dongola and Its Antecedents, Varsavia 1990. - Statua bronzea di Argo: Ch. Maystre, Tabo, I. Statue en bronze d'un roi méroitique, Ginevra 1986.
Un aggiornamento sulle attività archeologiche in Nubia è dato annualmente da J. Leclant in Orientalia dal 1962. Per l'attività che in Nubia è stata patrocinata dall'UNESCO durante la campagna di salvataggio si veda: L. A. Christophe, Campagne Internationale de l'UNESCO pour la sauvegarde des sites et monuments de Nubia-Bibliographie, Parigi 1977. Informazioni puntuali sono pubblicate in Nubian Letters dal 1983 e in Nubica dal 1989.