Vedi NUBIA dell'anno: 1963 - 1973 - 1996
NUBIA (v. vol. v, p. 571 ss.)
Per la definizione geografica, l'inquadramento storico, l'elenco e la definizione stilistica dei principali monumenti si rimanda alla voce già pubblicata.
La nostra conoscenza archeologica della N. era basata essenzialinente sulla serie di esplorazioni eseguite in occasione della costruzione della prima diga di Assuan (1899-1902; la diga fu rialzata una prima volta tra il 1907 e il 1912 e una seconda volta tra il 1929 e il 1934). La progettazione di una nuova diga pochi km a S di Assuan, il Sadd el Ali, che doveva portare il livello dell'acqua a 180 m sul livello del mare, ha creato lungo il Nilo un lago di 500 km dall'Egitto fino al Sudan, con la conseguente, definitiva scomparsa del patrimonio archeologico e di qualsiasi testimonianza di vita lungo tutto il percorso. Questo fatto ha riproposto con urgenza la necessità di una revisione dei risultati raggiunti dalle precedenti spedizioni, nel tentativo di arricchire con rilevamenti il più possibile completi il quadro storico e culturale della regione. Quasi tutte le località già note per resti archeologici notevoli, (fortezze, templi del Medio Regno, del Nuovo Regno, ed ellenistico-romani, graffiti rupestri e necropoli) sono stati rivisitati e la maggior parte dei templi rupestri è stata smontata e trasportata altrove mediante una gigantesca organizzazione, compiuta con la collaborazione di missioni archeologiche di tutte le nazioni, sotto il patrocinio dell'UNESCO. Dal 1968 tutta la Bassa N. è sommersa, mentre i lavori continuano nell'Alta N. (Sudan) dove il livello dell'acqua crescerà nei prossimi anni.
Numerosissime nuove località sono state identificate e scavate, tuttavia, più che dare un elenco dei ritrovamenti nuovi e dei nuovi stanziamenti venuti in luce, parzialmente ancora in via di scavo o in corso di studio, si è pensato fosse utile esporre i risultati di questa ripresa degli studî sulla N., che ha portato a una revisione e a un chiarimento di alcuni capitoli della sua incerta e per certi aspetti ancora lacunosa storia.
Il panorama storico tradizionale, che faceva coincidere ogni cambiamento culturale positivo riscontrabile nella regione con una invasione di popoli nuovi, apportatori di una più progredita civiltà, è stato parzialmente modificato a favore di una visione più storicamente articolata, che prevede mutamenti per evoluzione interna e influenze esterne di un continuum culturale cui partecipa sempre la stessa popolazione.
L'industria paleolitica è rappresentata in N. dal Chelleano, Acheuliano e Musteriano, come in Europa, Africa e Asia, mentre il tardo paleolitico è rappresentato da una industria locale, il Sebiliano, con numerose fasi di sviluppo. A queste conclusioni si sono aggiunte osservazioni sul tardo paleolitico, il quale, come in Europa, presenta caratteristiche locali e differenze regionali che hanno preso il nome da villaggi situati nelle vicinanze di Wādi Halfa (Khormus, Halfa, Argin, Qadan).
Di età neolitica erano prima conosciuti due stanziamenti, Abka, nella regione della seconda cateratta, e es-Shaheinab, presso Khartum, ma lo stesso materiale ceramico è stato riconosciuto in numerose altre località della N.: la prima delle due industrie sembra la più antica e può essere discesa direttamente dall'industria mesolitica di Qadan; la seconda si innesta direttamente nella cultura di età storica del cosiddetto "Gruppo A". (Fin dalle prime esplorazioni i varî orizzonti culturali furono designati con lettere dell'alfabeto, rimanendo sconosciuta l'entità etnica; tuttavia il termine "Gruppo" che li identificava indicò sempre una differenziazione etnica).
Tra le culture di età storica, già identificate, la cosiddetta cultura di "Gruppo A", che presenta un neolitico evoluto, con ceramica fatta a mano rossa esternamente e nera internamente e molte importazioni di rame e di alabastro dall'Egitto, è stata meglio illuminata dalle recenti investigazioni, (sono state portate alla luce anche case di abitazione), che ne hanno chiarito i rapporti con le culture precedenti e successive, senza bisogno di postulare un apporto razziale nuovo.
La povera cultura attribuita al "Gruppo B", considerata frutto dell'immissione di elementi negroidi, si è invece rivelata solo un impoverimento del "Gruppo A", senza alcuna altra possibilità di differenziazione. È stata quindi abolita come cultura autonoma, aumentando in tal modo lo iato cronologico (già intravisto) tra il "Gruppo A" e il successivo "Gruppo C". Quest'ultimo, che identifica la più ricca e interessante cultura nubiana era già stato spiegato come un apporto di nuove genti venute dal deserto. In realtà si tratta di una cultura più influenzata da esperienze egiziane, che appare verso la fine dell'Antico Regno, persiste attraverso il primo Periodo Intermediario, il Medio Regno, il secondo Periodo Intermediario e, dopo l'annessione della N. all'Egitto con la XVIII dinastia (Nuovo Regno), costituisce il sottofondo indigeno costante a tutte le sovrapposizioni di elementi egiziani (2200-1000 a. C.). In tutti questi secoli appaiono pochi cambiamenti e la maggiore o minore antichità del materiale è garantita dalle associazioni con materiale egiziano. Va riveduta anche la supposizione che la XVIII dinastia avrebbe distrutto la cultura del "Gruppo C", in quanto si sono trovate testimonianze di convivenza per tutto il Nuovo Regno. Resta aperto il problema del rapporto con la cultura del "Gruppo A". È certo che quasi tutti gli stanziamenti del "Gruppo A" furono rioccupati dal "Gruppo C", le cui necropoli sono il più delle volte sistemate solo più in alto rispetto alle rive del fiume (Faras Ovest, Serra Ovest, Gezira Dabarosa, Saras Ovest). I due stanziamenti non sono però mai stati trovati in successione stratigrafica; perciò, se il passaggio graduale tra il "Gruppo A" e il "Gruppo C" c'è stato, non deve essere avvenuto nella zona della Bassa N. finora controllata. Incerta resta anche la fine di questa lunghissima cultura, probabilmente assimilata dalla occupazione egiziana durante il Nuovo Regno. È accertato però che sia le testimonianze della cultura di "Gruppo C" che quelle della Nuova Dinastia, vanno scomparendo gradualmente dalla N. e all'incirca verso la XX Dinastia tutta la regione della Bassa N. fu abbandonata e lo restò per circa un millennio (dal 1000 al I sec. a. C. circa). Geograficamente inoltre, si era stabilito che la cultura del "Gruppo C" si fosse fermata a Faras (presso l'odierno confine egiziano), mentre la zona più meridionale sarebbe stata occupata dalla "cultura di Kerma" (località presso la III cateratta). Le recenti ricerche hanno invece provato che essa scende almeno fino a Semnah (II cateratta), mentre il materiale tipo Kerma, che nell'Alta N. si rinviene senza commistioni, è stato trovato anche a N di Semnah misto a materiale di "Gruppo C". Il materiale tipo Kerma poi va inquadrato nel generale panorama culturale di "Gruppo C", ma sembra rappresentare la produzione di un singolo impero, che non può essere datato prima della XVII dinastia e che potrebbe aver fornito mercenarî all'esercito egiziano.
Quanto ai rapporti dell'Egitto con la N., essi erano già noti attraverso testi geroglifici (cfr. vol. v) e si condensano particolarmente in due momenti, nel Medio Regno e nel Nuovo Regno. Nel Medio Regno vi fu una spedizione militare intrapresa per difendere i confini meridionali e le vie commerciali; il paese fu fortificato fino a Semnah, a S della II cateratta, ma non colonizzato e la popolazione di "Gruppo C" restò indisturbata. Di nuovo sotto Tuthmosis I (Nuovo Regno) la N. fu invasa fino alla IV cateratta e fu annessa e amministrata come una provincia egiziana. I Faraoni, specialmente Ramesses II, commemorarono il loro dominio sulla regione con innumerevoli monumenti (cfr. vol. v). Comunque è proprio il quadro della N. del Nuovo Regno che risulta leggermente modificato dai recenti scavi, in quanto l'impressione è più di una colonizzazione pacifica che di una serie di campagne militari vittoriose; tuttavia l'elemento egiziano resta sempre distinto e non fuso con le due culture di "Gruppo C" e di Kerma.
Le nostre conoscenze si sono approfondite per quel che riguarda le fortezze del Medio Regno, sulla base, soprattutto, delle ricerche a Buhen, a S di Wādi Halfa, dove è stata riconosciuta un'industria del bronzo fuso durante la IV dinastia, prima cioè che il luogo divenisse la fortezza del Medio Regno. Quest'ultima ha poi rivelato di essere, dal punto di vista architettonico, la più raffinata e completa fortezza del Medio Regno e di aver mantenuto uno stretto rapporto di dispacci con l'Egitto, per la quantità di papiri e di sigilli trovati. Una nuova fortezza del Medio Regno è stata identificata ad Askut, su di un'isola rocciosa a metà strada fra Buhen e Semnah, che sembra aver avuto molta importanza per il traffico di oro e fu dotata anche di laboratorî e magazzini. L'impianto del Medio Regno risulta riusato e ampliato nel Nuovo Regno con la costruzione di un tempio. Sono qui state rinvenute due terrecotte del Medio Regno riproducenti caricature del Faraone, interessanti precedenti ai grotteschi di età alessandrina.
Mirgissa, già nota come fortezza, si è rivelata come il più grosso stanziamento egiziano in N.; le fortezze maggiori sono poi risultate collegate con numerosi piccoli posti di frontiera scaglionati lungo la riva. I templi rupestri di Beit el Wali, Gerf Ḥusein, Wādi es-Sebūa, Derr e Abu Simbel (v.) sono stati smontati e ricostruiti al di sopra del nuovo livello dell'acqua; il tempio di Ḥashepsowe, all'interno della fortezza di Buhen, è stato smontato e ricostruito al museo di Khartum.
Come si è detto la dominazione egiziana si conclude con la XX dinastia e coincide con un totale abbandono della Bassa Nubia.
Nell'ultimo millennio a. C. (intorno al 750) si creò in N. il regno di Napata (v. vol. v), che estese il suo dominio anche sull'Egitto fino all'Eufrate e, dopo la sua cacciata dall'Egitto nel VII sec., mantenne un impero nell'Alta N., mentre la Bassa N. continuò a rimanere disabitata. Gli ultimi scavi hanno fornito solo documentazione di alcuni cippi viarî, con il nome del faraone egiziano Taharqa, confermando la scarsità di vita per questo periodo, in questa regione: ciò è probabilmente da mettersi in connessione con un calo eccessivo del livello del fiume (come risulta anche dal livello del tempio del Nuovo Regno nella fortezza di Askut), e con la impossibilità di attingere acqua, dato che le rive sono alte. È significativo che le tracce di una nuova occupazione si abbiano intorno al I sec. a. C. insieme all'uso della saqìa, uno speciale strumento per sollevare l'acqua, di nuova invenzione e ancora oggi in uso.
Il meroitico (v. vol. v) si sviluppa nell'Alta N. intorno alla corte di Meroe, non senza legami (che tuttavia restano non chiariti) con la cultura di Napata, e solo nella sua fase matura (I sec. a. C.) si espande nella Bassa N., ponendo fine al lungo periodo di abbandono della regione. Le nuove investigazioni non hanno aumentato le conoscenze che già ci avevano fornito le necropoli di Faras e di Karanog, si è solo precisato che i tardi stanziamenti meroitici della Bassa N. sono influenzati dagli stanziamenti tolemaici e poi romani della frontiera. Sia il dominio dei monarchi ellenistici che quello dei Romani si spinse infatti a S di File, fino a Hierasykaminos (odierna Maharraqa) in quella regione di circa dodici miglia (è chiamata infatti dalle fonti Dodekaschoìnos) che costitul un specie di zona franca, nella quale le due potenze venivano in contatto.
I monumenti testimoniano un equilibrio instabile e in continua tensione. A Dakka, 56 km a S di Assuan, un tempio di Ergamene, sovrano meroitico del 200 circa a. C. fu arricchito da Tolemeo IV; a File, Ergamene stesso completò un tempio costruito da Tolemeo IV; a Debod, 15 km a S di Assuan la cappella di un personaggio meroitico fu arricchita da Tolemeo VI nel 160 a. C.
Anche i Romani costruirono una serie di fortezze lungo il fiume, a difesa di una strada militare che correva parallela al fiume stesso; ogni fortezza ebbe anche edifici templari, spesso amplificazioni di precedenti costruzioni, e i culti locali vennero potenziati. La serie dei templi meroitici e romani (Tafa, Debod, Qertassi, Dakka, Dendur, Maharraqa) è stata smontata dal governo della RAU e ricostruita sopra la linea del lago artificiale. Il più importante tempio di età augustea, smontato dalla missione della Repubblica Federale Tedesca e rimontato presso Assuan, è quello di Kalābsha.
La cultura meroitica verso il IV sec. d. C. non finisce, ma confluisce in quella che è stata chiamata la "cultura del Gruppo X". Questa tarda e improvvisa civiltà, identificata attraverso gli spettacolari ritrovamenti delle tombe reali di Ballana e di Qustul sarebbe stata portata da popolazioni provenienti dal deserto orientale (semitici o arabi o negroidi). I tesori delle tombe di Ballana e Qustul hanno attratto l'attenzione degli studiosi talmente che essi hanno perso di vista che il medesimo orizzonte culturale, anche se più povero, si ritrova diffuso fino alla IV cateratta.
Effettivamente i cimiteri del "Gruppo X" si differenziano da quelli del periodo meroitico e dalla loro prima identificazione nel 1934 si discute se si tratti di un popolo invasore nuovo. Non si può dire che i recenti lavori abbiano portato chiarimenti determinanti, anche se sono riusciti a sottolineare più le affinità che le differenze tra le due culture. Le tombe sono costruzioni a vòlta, di mattoni crudi, con più stanze, con una rampa di accesso, il tutto coperto da un tumulo talora anche di 50 m di diametro. Nella stanza maggiore in genere giace il re, circondato dalle sue armi, con argenti e gioielli. Nelle altre stanze giacevano i servi, forse sacrificati alla morte del sovrano; nella rampa di accesso erano seppelliti anche i suoi cavalli. Le stanze secondarie costituivano veri e proprî magazzini, con gran quantità di ceramiche, di argenti, legni e avorî lavorati, corone di tipo meroitico. Prima di tutto vanno tenute distinte le suppellettili di Ballana e Qustul, che potrebbero appartenere a gruppi sociali distinti, probabilmente all'elemento politicamente dominante. Per quel che riguarda gli altri stanziamenti, Meinarti, per esempio e Kasr Ibrim, resta dimostrata la continuità nel tempo e nello spazio dal meroitico al "Gruppo X", ed è inoltre evidente nei materiali rinvenuti l'elemento di ascendenza meroitica misto al romano e al bizantino. Kasr Ibrim, già conosciuta come avamposto di una guarnigione romana nel 23 a. C. (Primis), ci ha dato un livello di tombe meroitiche, due stele iscritte e una cospicua serie di tumuli del "Gruppo X", i quali (già saccheggiati) anche se non gareggiano con Ballana, tuttavia ci hanno fornito interessantissimo materiale, vetri romani, cofanetti di legno incrostati in avorio, vasi di bronzo di disegno bizantino e una gran massa di ceramica locale. Secondo le notizie storiche (Strabo, xvii, 816) dopo che Augusto ebbe ritirato la guarnigione di Primis ristabilendo la frontiera più a N, a Ierasykaminos, la località fu occupata dai Blemmi, popoli barbari. Nel 261 questi stessi popoli invasero l'Egitto, costringendo Diocleziano nel 297 a ritirare la frontiera romana ad Assuan (Syene). Diocleziano stesso avrebbe invitato un altro popolo barbaro, i Nobadi, ad occupare le guarnigioni romane abbandonate. Ambedue le tribù ebbero comunque accesso al tempio di Iside a File, finché nel 390 Teodosio chiuse il tempio causando ostilità fra i pagani. Nel frattempo il regno meroitico era caduto, per opera dei Noba Neri: il re di Axum, Ezana, nel 350 d. C. porta il titolo di re di Kush. Marciano e Massimino riaprirono il tempio di File e ottennero un armistizio di 100 anni con le popolazioni del confine. L'armistizio dovette durare fino al 540 circa, quando i Nobadi si convertirono al cristianesimo e il loro re Silko, come dice una iscrizione nel tempio di Kalabsha, sconfisse i Blemmi.
Il confronto tra le notizie storiche e le testimonianze archeologiche consente solamente di concludere che una popolazione indifferenziata rispetto ai meroitici e influenzata dai Romani era sotto il dominio di una piccola classe di immigrati (Adams). D'altra parte la controversia se i re di Ballana fossero Blemnii o Nobadi, perde significato, per il fatto che essi comunque non poterono governare su tutta la N., la quale in questo periodo non era un impero, ma viveva in una organizzazione tribale, composta da numerosi gruppi politicamente autonomi, che presentano pero una comune tradizione culturale. Per cui il "Gruppo X" potrebbe essere identificato con i Nobadi, i Blemmi, i Noba Neri ed altri gruppi ancora, di cui la tradizione non ci ha conservato il nome, e che si erano organizzati sull'antico territorio meroitico.
In un paese così articolato si inserisce la cristianizzazione che, iniziata secondo le fonti nel 540 da Giustiniano, era completa solo quarant'anni più tardi. Inizialmente di indirizzo melchita, divenne poi monofisita, dipendendo da Alessandria. Le località cristiane sono molte e molte ne sono state scavate, portando la documentazione di una nuova e finora sconosciuta provincia artistica, con una architettura basilicale in mattoni crudi, coperta di pitture a tempera e iscrizioni. Lo stanziamento di Faras e quello dell'isola di Meinarti, che ci ha conservato venti livelli di occupazione per l'intero periodo cristiano, hanno permesso una periodizzazione e numerose osservazioni storiche.
Per riassumere, le nuove investigazioni e il nuovo modo di organizzare i dati archeologici, hanno portato a dimostrare la confluenza del Paleolitico nel Neolitico, di questo nel cosiddetto "Gruppo A" e di quest'ultimo nel cosiddetto "Gruppo C". La diffusione culturale ha giocato un forte ruolo provenendo essenzialmente dall'Egitto. Nelle sequenze archeologiche sono rimasti dei vuoti di testimonianze tra il "Gruppo A" e il "Gruppo C", tra il Nuovo Regno e il regno di Napata, ed è rimasto poco chiaro il rapporto tra Kerma e Napata e tra Napata e il Meroitico. È probabile, però, che questi vuoti siano solamente geografici; gli scavi in corso nell'Alta N. (Dongola e Soleb) potrebbero. colmarli.
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