Npl
s. m. inv. Sigla dell’ingl. Non performing loan, Credito deteriorato.
• lo stesso schema potrebbe essere facilmente impiegato per «smaltire» almeno una parte dell’enorme fardello di crediti dubbi (Npl) che pesa sulle nostre banche (350 miliardi). L’idea è semplice: utilizzando la garanzia statale si possono impacchettare crediti che incorporano anche una quota marginale di Npl e li si conferisce a una bad bank che, a sua volta, trova nel Qe uno sfogo naturale per le sue emissioni di Abs. (Marcello Minenna, Corriere della sera, 12 ottobre 2015, p. 9, Primo piano) • «Sono tante le combinazioni possibili. L’importante ‒ non per Mps, ma per tutti, ribadisco ‒ è creare un mercato di Npl, che ancora non c’è, attraverso una partecipazione più ampia possibile di tutti gli attori privati interessati» (Filippo Taddei intervistato da Luca Mazza, Avvenire, 12 luglio 2016, p. 6, Primo piano) • Nonostante questo, «l’incertezza sulla qualità degli asset bancari continua a condizionare sia l’interesse degli investitori per il capitale delle banche sia la loro capacità di sostenere l’economia attraverso il canale del credito». In una situazione del genere non sono sufficienti nemmeno i 20 miliardi preparati dal governo con il decreto salva-banche: una misura definita da Dbrs «un buon inizio» che però non toglie tutta l’incertezza e soprattutto non permetterà di ridurre in modo significativo l’alto livello di non performing loans (Npl). (Luca Cifoni, Messaggero, 14 gennaio 2017, p. 5, Primo Piano).
- Già attestato nell’Unità del 2 giugno 2004, p. 15, Economia e lavoro.
> credito deteriorato, credito non performante, non-performing loan.