NOVIUS BLESAMUS
Scultore, non altrimenti noto, ricordato nella sua iscrizione funeraria, in bei distici latini, incisa su un'ara marmorea che fu rinvenuta in Campo Marzio, in Roma, ai piedi di un altare del IV secolo. Dall'ultimo verso esametrico: hic olim statuis urbem decoravit et orbem si ricava che N. B. adornò delle sue opere Roma e molte altre città (se non si tratta di una mera iperbole letteraria) in un momento imprecisato dell'età imperiale.
Quanto alla sua nazionalità, un indizio è dato dal nome: Novius è forma tipicamente celtica per novus (Lippold); inoltre il monumento che reca impressa l'iscrizione è adorno da un lato da una patera, mentre reca sull'altro un urceus, cioè una forma di anfora peculiare della Gallia, che potrebbe suffragare l'ipotesi di un'origine celtica di Novius Blesamus.
Bibl.: J. Gruter, Inscriptiones antiquae totius Orbis Romani, I, 2, Amsterdam 1707, p. CCCLXXVI, n. 2; C. I. L., VI, 3, Berlino 1886, n. 23083; H. Brunn, Geschichte der griechischen Künstler, I, Stoccarda 1889, p. 428, par. 614; G. Lippold, in Pauly-Wissowa, XVII, 1936, c. 1216, s. v. Novius, n. 6; J. M. C. Toynbee, Some Notes on Artists in the Roman World, in Latomus, VI, Bruxelles 1951, pp. 27-8.