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novenario

Enciclopedia Dantesca (1970)
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novenario


Il n. è dei versi imparisillabi l'unico duramente condannato da D. in VE II V 6 Neasillabum vero, quia triplicatum trisillabum videbatur, vel nunquam in honore fuit, vel propter fastidium absolevit. D. ha adoperato il n. soltanto nei versi della fronte della ballata giovanile Per una ghirlandetta.

Anche per questo particolare tale ballata è assai diversa dalle forme di quelle adottate e diffuse dal Cavalcanti a Firenze, e si situa nel momento in cui D: operava tentativi, poi del tutto abbandonati, quali il sonetto doppio o la stanza isolata: si ricordi la massiccia presenza di n. (o ottonari-n.) nelle ballate dei Memoriali bolognesi e non si dimentichino i n. delle laudi-ballate di Guittone o delle canzoni di Iacopo da Lentini e dello stesso Guittone (v. BALLATA).

Il v. 12 (e forse i vv. 5 e 6) Fioretta mia bella e gentile (o bella a sentire, secondo la congettura del Barbi) può essere visto come un triplicatum trisillabum; negli altri si hanno ritmi vari.

Vocabolario
novenàrio
novenario novenàrio agg. e s. m. [dal lat. novenarius «che consta di nove» (der. di novenus: v. novena)]. – Composto di nove parti: quasi esclusivam. nella locuz. verso n. (o assol. il n.), verso di nove sillabe (o, più propriam., di nove...
enneasìllabo
enneasillabo enneasìllabo agg. [dal lat. tardo enneasyllăbus, gr. ἐννεασύλλαβος, comp. di ἐννέα «nove» e συλλαβή «sillaba»]. – Verso di nove sillabe (o, più propriam., di nove «posizioni metriche»: v. endecasillabo), più spesso detto, con...
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