NOVARA (XXIV, p. 988)
Nel quadriennio 1934-1937 numerose e cospicue opere pubbliche sono state realizzate dall'amministrazione comunale. Oltre a importanti opere stradali, idrauliche, di migliorie edilizie, ecc., sono state effettuate opere di importanza artistica, come la sistemazione del Colle della Vittoria col sacrario dei caduti fascisti della provincia (l'antica chiesa di S. Nazaro), il completo rimodernamento del civico teatro Faraggiana, la costruzione di una piscina, delle scuole elementari Ugo Ferrandi e relative palestre e di un asilo di S. Lorenzo. L'8 ottobre 1934 hanno avuto inizio i lavori per l'attuazione del piano regolatore, ormai in atto, con le demolizioni e ricostruzioni del Corso Cavour.
La nuzialità conserva la tendenza alla diminuzione rilevata nei precedenti anni 1931-32 e 1933-35. Nel 1936 il quoziente di nuzialità era di 5,70‰, quasi uguale cioè a quello del precedente anno (1935, quoziente 5,45). La natalità è in lieve diminuzione nei confronti degli anni precedenti (nel 1936 si ebbero 972 nati vivi, pari a 14,25‰, contro 15,65 nel 1935, 14,59 nel 1934 e 13,63 nel 1933). Il quoziente di natalità, che, come si è già detto, è di poco più basso del quoziente degli anni 1935-34, rimane pressoché eguale al quoziente di natalità dell'ultimo triennio 1933-35. Ciò porta a considerare la diminuzione della natalità verificatasi nel 1936 come un fatto accidentale. Il quoziente di natimortalità segna nel 1936 un lieve aumento nei confronti degli anni precedenti (4,21 nati morti per mille, contro 3,36 nel 1935 e 3,87 nel 1934). I morti nel 1936 sono stati 992 pari cioè al 4,85‰. Si ha così un quoziente di mortalità inferiore a quello degli ultimi dieci anni (1926-35). Considerando il quoziente di mortalità nella popolazione residente, questo si presenta di circa un terzo inferiore di quello della mortalità totale (nel 1936 si ebbero nella popolazione residente 748 morti, pari a 11,45‰). Questa circostanza è dovuta al fatto che Novara è un centro ospedaliero importantissimo e apprezzatissimo. Ora la numerosa popolazione ricoverata nei varî istituti di cura esistenti nel comune (ospedale maggiore, tubercolosario, ospedale psichiatrico) proveniente dai comuni della provincia e delle provincie limitrofe, è inevitabilmente a mortalità elevata.
Il numero degli esercizî del comune è salito a 7681 (347 industriali e 7334 commerciali) con 15.232 addetti (13.172 per l'industria e 2060 per il commercio).
Novara fin dal 1891 si provvide di acqua potabile a mezzo di un acquedotto con opere di presa a Carpignano Sesia e Fara, distanti 22 km. dal centro. Essendo la popolazione salita da 39 mila ab. (1891) a 55.650 (1921) la dotazione idrica apparve insufficiente. Opere di ripotenziamento e riordinamento dell'acquedotto furono condotte a termine entro il 1931. Nel 1932 la dotazione era tale che, calcolando a 50 mila la popolazione servita dall'acquedotto e a 12-18 ore giornaliere il funzionamento dei pozzi, essa risultava per persona di circa litri 175 al giorno.
Monumenti. - La chiesa di S. Nazaro della Costa fu costruita, su una primitiva cappella del sec. XI, dalle clarisse nel sec. XIII; di questa chiesa restano tratti di muratura. S. Bernardino scelse il luogo abbandonato dalle suore per i suoi frati. La chiesa venne ampliata; il chiostro ricostruito. I minori osservanti abbellirono la chiesa e il convento di affreschi. A quest'epoca (sec. XV-XVI) risalgono le pitture del coro, dei pilastri, del refettorio e altre, le terrecotte a mezzodì della chiesa. Il convento fu soppresso da Napoleone e trasformato in cascinale; la chiesa divenne fienile. Convento e chiesa furono restaurati recentemente.
La Deposizione in una cappelletta appartata è opera d'ispirazione giottesca, del sec. XIV.
Ricordiamo la Galleria d'arte moderna P. e A. Giannoni, donata da A. Giannoni, ricca di più di 600 opere di pittura, scultura, disegni e che possiede quadri di tutte le scuole italiane e pregevoli bronzi dell'Ottocento e del primo Novecento.
Biblioteche, archivi, musei. - La Biblioteca capitolare del duomo di Novara è tra le più ricche del Piemonte per codici ed incunabuli, che attestano il fiorire della scuola fondata fin dai primordî della chiesa novarese, ed illustrata nel sec. X dal grammatico Gonzone, autore di una lettera a Ottone II vescovo di Vercelli. Vi ebbe la sua prima istruzione Pier Lombardo e nel sec. XIV vi fioriva lo studio della teologia. I codici più antichi rimontano ai secoli VIII e IX; la più antica carta dell'Archivio capitolare, annesso alla biblioteca, rimonta al 730. L'archivio fu ordinato dal can. Frasconi, che nel 1801 seppe sottrarre i codici e le carte più preziose alla spogliazione francese.
Ricchi di documenti antichi son pure gli archivî della basilica di S. Gaudenzio, dell'Ospedale Maggiore e del Museo civico.
Nel 1906, sotto il nome di Biblioteca Civica Negroni, venivano riunite due importanti biblioteche: la Civica, aperta al pubblico fin dal 1852, e quella che il senatore Carlo Negroni aveva legato al municipio nel 1890. Alle preziose collezioni preesistenti (dantesca, dei classici italiani e latini, ciceroniana, ecc.) se ne aggiunsero poi altre cospicue, quali il fondo Caccia e la raccolta dell'esploratore novarese Ferrandi. Complessivamente le due biblioteche annoverano circa 135.000 volumi. Nella stessa sede fu di recente ordinato l'Archivio storico del comune.
Nel Broletto hanno sede il Museo civico, fondato nel 1874, che ha copioso materiale archeologico preromano (civiltà di Golasecca), romano e barbarico, nonché pregevoli opere pittoriche; e la già ricordata Galleria d'arte moderna.
La provincia (p. 992). - Gli esercizî industriali della provincia sono aumentati di 31 unità nel triennio 1935-37; il numero dei lavoratori occupati complessivamente nelle industrie della provincia è di 69.580.
Bibl.: V. Fedeli, Le cappelle musicali di Novara dal sec. XVI ai primordi dell'Ottocento, in Istituzioni e mon. dell'arte musicale ital., III, Milano 1933.
Per le biblioteche: I cataloghi delle biblioteche Civica, del Seminario capitolare del duomo sono pubblicati da N. Colombo, nel vol. VI degli Inventari dei manoscritti delle biblioteche d'Italia del Mazzatinti, Forlì 1896.
Si vedano inoltre le pubblicazioni di F. Gabotto, A. Lizier, A. Leone, G. B. Morandi e O. Scarzello, Le carte dell'Archivio Capitolare di S. Maria di Novara, in Biblioteca della Società storica subalpina, LXXVIII-LXXX, Pinerolo 1913, 1914, 1924; F. Curlo, L'Archivio di S. Gaudenzio di Novara, in Bollettino storico bibliografico subalpino, XIII, Torino 1909; C. Salsotto, Le più antiche carte dell'archivio di S. Gaudenzio di Novara, in Biblioteca, cit., LXXVII, i, Torino 1937; G. B. Morandi, Le carte del Museo Civico di Novara, ibid., LXXVII, ii, Pinerolo 1913; A. Poncelet, Catalogus codicum hagiographicorum latinorum Bibliothecae Capitularis Novariensis, in Analecta Bollandiana, XLIII, Bruxelles 1925; Lettera dell'abate Giacomo Morelli sopra alcuni codici delle Biblioteche Capitolari di Novara e di Vercelli, Parma 1802; A. Viglio, Le biblioteche Negroni e Civica di Novara (notizie storiche, i donatori, gli incunaboli), Novara 1922; G. Bustico, La biblioteca Negroni e Civica di Novara, nella rivista All'insegna del libro, Ferrara 1928; R. Beltrami, Incunabuli di biblioteche e di archivi novaresi, in Bollettino della Sezione di Novara della R. Deputazione subalpina di storia patria, XXXI, ii-iv, Novara aprile-dicembre 1937.