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nottilucente

Dizionario delle Scienze Fisiche (1996)
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nottilucente


nottilucènte (o noctilucènte) [agg. Der. del lat. noctilucens -entis, comp. di nox noctis "notte" e del part. pres. lucens -entis di lucere "splendere" e quindi "che riluce di notte"] [GFS] Nubi n.: fenomeno ottico dell'alta atmosfera terrestre, consistente in apparenze simili a nubi debolmente fosforescenti sullo sfondo scuro del cielo notturno senza Luna che s'osservano quasi esclusivam. alle alte latitudini al crepuscolo, e precis. quando il Sole è tra 5° e 10° sotto l'orizzonte. L'altezza di tali nubi, valutata per la prima volta nel 1896 e in seguito confermata con metodi fotogrammetrici, varia tra 65 e 95 km; si tratta quindi di un fenomeno della mesosfera. Le nubi n. presentano una struttura simile a quella dei cirri, formando talvolta serie di ondulazioni, con creste regolarmente distanziate di 9÷10 km l'una dall'altra e sono soggette a cambiamenti interni piuttosto rapidi che si sovrappongono a movimenti traslatori dovuti ai venti mesosferici. Di colore argenteo in prossimità dello zenit, tendono al giallo via via che la loro altezza angolare diminuisce, per finire all'arancione in prossimità dell'orizzonte. Sembra accertato che la loro preferenza per le alte latitudini sia reale, e non soltanto un risultato del fatto che a tali latitudini si hanno le migliori condizioni di osservazione (maggiore numero di ore in cui il Sole si trova fra 5° e 10° sotto l'orizzonte); non altrettanto sicuro, anche se abbastanza probabile, è un loro andamento diurno, con un massimo di frequenza di osservazione attorno alla mezzanotte locale. Non vi sono invece dubbi sull'andamento annuale: esse sono presenti solo nel periodo estivo (nell'emisfero boreale fra maggio e settembre, con un massimo nella seconda metà di luglio). L'ipotesi più probabile sulla costituzione e l'origine delle nubi n. è che esse siano formate di pulviscolo meteoritico portato, da moti convettivi della mesosfera, a concentrazioni tali da renderne possibile l'osservazione; di tali moti essi evidenziano le caratteristiche dinamiche, in partic. quelle ondose.

Vedi anche
estate La seconda delle quattro stagioni dell’anno (➔ stagione). eterosfera La parte esterna dell’atmosfera terrestre, da circa 80 km di quota in su, in cui la composizione varia con la quota a causa di processi fisico-chimici (dissociazione in ioni, fotoionizzazione, ricombinazione ionica ecc.). crepuscolo Luminosità del cielo a oriente prima del sorgere del Sole e a occidente dopo il tramonto. Il crepuscolo mattutino prende propriamente il nome di alba o aurora. Alla luminosità sono congiunti cambiamenti di colore nel cielo, di varia entità e forma, prodotti dalla diffusione e dalla diffrazione dei ... mesosfera Regione dell’atmosfera terrestre compresa fra la stratopausa (quota di 50 km ca.) e la mesopausa (quota attorno a 85 km), caratterizzata da una progressiva diminuzione di temperatura con un gradiente medio di circa −2,5 °C/km. ● In geologia, nell’ambito delle suddivisioni reologiche interne della Terra, ...
Categorie
  • GEOFISICA in Fisica
Vocabolario
nottilucènte
nottilucente nottilucènte (o noctilucènte) agg. [comp. di notte (o del lat. nox noctis «notte») e lucente]. – Propriam., che riluce di notte. In geofisica, nubi n., nubi molto sottili, a forma di cirri e costituite da polvere derivante...
nube
nube s. f. [dal lat. nūbes]. – 1. Ammasso di goccioline d’acqua o di minuscoli cristalli di ghiaccio in sospensione nell’aria, di spessore e densità tali da impedire più o meno la vista del cielo, che si forma negli strati alti dell’atmosfera...
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