nostro
Dell'aggettivo possessivo n., limitato nelle occorrenze (16 nella Vita Nuova, 18 nelle Rime, ma 190 nel Convivio e 169 nella Commedia), la distribuzione è incentrata nel femminile singolare (10 Vita Nuova, 10 Rime, 113 Convivio, 67 Commedia) e in parti singole di opere: ‛ nostra ' ritorna 85 volte nel trattato IV del Convivio, ove anche ‛ nostro ' ricorre in 22 attestazioni sulle 47 complessive del maschile singolare nel Convivio stesso; nella Commedia, ‛ nostra ' è più frequente nel Paradiso (29 attestazioni) che nell'Inferno (16) e nel Purgatorio (22).
1.1. Criteri contestuali-semantici presiedono a questa distribuzione di n. che, dov'è più frequente, è quasi esclusivamente attributo di sostantivi astratti. Significativi sono, a questo proposito, due passi del Convivio: I I 1 acciò che la scienza è ultima perfezione de la nostra anima, ne la quale sia la nostra ultima felicitade, tutti naturalmente al suo desiderio remo subietti; III XIII 5 la umana intelligenza ciò fare non può; però che l'umana natura... abbisogna di molte cose a suo sustentamento; per che la nostra sapienza è talvolta abituale solamente, e non attuale. Da questi passi, specialmente considerando che natura ha come attributo n. in altri 8 luoghi (III VI 10 e 13, XII 19, XV 10, IV XXIV 5 e 8, XVII 2, III Amor che ne la mente 29; in nessun luogo, invece, n. è attributo di intelligenza, mentre lo è di conoscenza, mente, ragione; v. oltre) e per l'intercambiabilità degli attributi, si ricava che n. vale " umano ", " tipico o proprio dell'umanità in genere ". Questo significato ha n. nell'assoluta maggioranza delle sue attestazioni, come attributo, nella Vita Nuova, di ‛ mente ', ‛ intelletto '; nelle Rime, di ‛ natura ', ‛ salute ', ‛ mente ', ‛ creatore '; nel Convivio, di ‛ anima ' (l'uso più frequente, con 17 attestazioni), ‛ vita ', ‛ natura ', ‛ speranza ', ‛ mmortalitade ', ‛ fede ', ‛ essenza ', ‛ beatitudine ', ‛ etade ', ‛ corpo ', ‛ intelletto ', ‛ Salvatore ', ‛ Signore ', ‛ animo e ingegno ', ‛ intendimento ', ‛ occhi ', ‛ membra '; nella Commedia, di ‛ vita ', e ragione ', ‛ virtù ', ‛ lingua ', ‛ favella ', e ‛ mente ', ‛ natura ', ‛ nobiltà ' (Pd XVI 1 O poca nostra nobiltà di sangue; Cv IV XVI 10, XIX 7 Di questa nobilitade nostra... s'accorse lo Salmista... Veramente... convenevole comparazione fu del cielo a l'umana nobilitade), ‛ conoscenza ', ‛ persona ', ‛ effige ', ‛ salma ', ‛ intelletto ', ‛ Segnore ', sensi ', ‛ visi ', ecc. L'aggettivo si riferisce, invece, alla comunità degli " Italiani " quando è attributo di ‛ volgare ' (Cv I X 6, XI 5, 11 e 15, XII 13, IV VIII 2) e di ‛ latino ' (IV XXVIII 8), analogamente all'uso del latino noster, che indicava anche sia " umano " in genere sia " latino ", " romano " in particolare. Con questo uso collettivo di n., che da " mio + tuo ", " mio + suo " passa a indicare " mio + vostro + loro ", attraverso fasi di progressiva generalizzazione, si allude, come con ‛ noi ' (v.), a una collettività nella quale chi parla si sente presente, a parità assoluta di condizioni: lo dimostra il discorso dell'aquila, così introdotto da D.: io vidi e anche udi' parlar lo rostro, / e sonar ne la voce e ‛ io ' e ‛ mio ', / quand'era nel concetto e ‛ noi ' e ‛ nostro ' (Pd XIX 12): il valore collettivo è garantito dal paragone dei vv. 19-21 Così un sol calor di molte brage / si fa sentir, come di molti amori / usciva solo un suon di quella image, oltre che dall'uso dei pronomi, di I singol. (v. 14 son io qui esaltato a quella gloria) nelle parole dell'aquila, di II plur. nella successiva replica-invocazione di D. (vv. 22-24 0 perpetui fiori / ... che pur uno / parer mi fate tutti vostri odori). Come nel Convivio da un trattato all'altro l'orizzonte spazia verso temi più generali (dai problemi del ‛ volgare ' a quelli della ' vita ', i cui sintagmi con n. sono rispettivamente attestati 5 volte e una volta nel I trattato, una volta e 16 nel IV), così nella Commedia dalla nostra via (If IV 67), dalla sinistra nostra (VII 39) e dal nostro passo (VIII 104), riferiti al cammino dei due poeti, si passa alla nostra città (Pd XXX 130), alla nostra regina (XXXII 104), ai nostri scanni (XXX 131), al ben nostro (XX 137) riferiti al regno dei beati, al sangue nostro (XXVII 58; cfr. v. 41 del sangue mio, di Lin, di quel di Cleto) nel discorso di Pietro. E la nostra donna di Vn XXII 9 5 e 13 2, XXIII 26 64, di Rime LX 4, LXXI 9, LXXII 14 (in tutte queste attestazioni, n. non è preceduto da articolo) e la donna nostra di Cv IV Le dolci rime 143 (unica attestazione del sintagma nel Convivio) diviene in Pd XXI 123 Nostra Donna in sul lito adriano. Dell'ampliarsi e generalizzarsi di n. nel sintagma con ‛ donna ', le tappe sono Vn XXII 9 5 Vedeste voi nostra donna gentile / bagnar nel viso suo di pianto Amore?, e 13 2 Se' tu colui c'hai trattato sovente / di nostra donna...?, ove n. ha valore di plurale enfatico; quindi, XXIII 26 64 diceva Amor: " ... vieni a veder nostra donna che giace " (per cui cfr. XII 6 cominciai... con lui [Amore] a ragionare de la salute... onde... da lui mi fue risposto: " Quella nostra Beatrice [cioè, " mia " creatura, " a te " cara, in un'accezione che tende più verso " tua " che esclusivamente verso " mia "] udio... ", ecc.), e Rime LX 4 ragioniamo insieme... Amore / ... e... / trattiam di nostra donna omai, signore; LXXII 14 eo li [ad Amore] dissi: " Che hai...? " / Ed el rispose: " Eo ho guai e pensero, / ché nostra donna mor, dolce fratello ", ove n. indica che la donna è " signora " per il poeta e per Amore. In Cv IV Le dolci rime 143 la donna è " signora " del poeta e della canzone contrali-erranti mia, e n. si riferisce a due sole persone, con uso esclusivo e non inclusivo, anche in Rime CXIV 2 Io mi credea del tutto esser partito / da queste nostre rime, messer Cino; XCVI 13 Oh, messer Cin, come 'l tempo è rivolto / a danno nostro e de li nostri diri; mentre si riferisce a un soggetto collettivo, ma limitato nel numero, in Rime LXXXV 4 O dolci rime... / a voi verrà... / un che direte: " Questi è nostro frate ", e 12 Madonna, la venuta nostra / è per raccomandarvi un che si dole. Infine, il trapasso dal particolare al generale è chiaro in Vn XLI 6 lo mio pensero sale... in grado che lo mio intelletto no lo puote comprendere; con ciò sia cosa che lo nostro intelletto s'abbia a quelle benedette anime sì come l'occhio debole a lo sole.
2. Di fronte a n. l'articolo determinativo è assente nella Commedia, 41 volte su 67 con ‛ nostra ', 7 su 20 con ‛ nostre ', ma 2 su 24 con ‛ nostri ' e 8 su 56 con ‛ nostro ' (tra cui, nostro intelletto in inizio di verso in If X 104, Pd I 8 e IV 125).
Quest'uso, più intenso nella Commedia che in altre parti in poesia dell'opera di D., è prevalente di fronte a sostantivi astratti (ciò dà ragione della maggiore frequenza di ‛ nostra ' rispetto alle altre forme), ma nelle altre opere si trova anche con sostantivi concreti; cfr. Vn XXII 9 5 e 13 2, XXIII 26 64 (con donna, v. 1.1.) e XIX 8 22 (con parte); Rime LX 4, LXXI 9, LXXII 14 (con donna; oltre a influssi occitanici e siciliani, si tenga presente il valore altamente definito di donna, quasi un nome proprio), LXIX 13 (con salute), CIV 33 (con natura), XCI 97 (con terra), LXVII 14 (con lume) e LXXXV 4 (con frate). In XCVI 13, con danno, il sintagma ha valore indefinito, ed è normale l'assenza dell'articolo (v. 1.1.).
La forma scorciata nostr' è accolta dagli editori in Pd I 54 nostr'uso, e IX 116 nostr'ordine.
3. Nella simbologia del Fiore, n. si riferisce o a un solo soggetto che, in effetti, s'identifica in una categoria (LXXXVII 3 tutti i nostri amici [di Amore] avanzerai; CXXIII 12 Tanto facciam con nostro [di Falsembiante] tradimento; CXL 6, CLXXII 4 nostr'arte [della Vecchia] sì nol vuoi né nol comanda) o a due persone soltanto, il soggetto e un'altra (XIV 9 Or avem detto tutto nostr'affare, riferito a Pietà e Franchezza; cfr. anche il v. 14; XXV 14 per ben guardar questa nostra chiusura, cioè di Schifo e Paura; LXXX 10 tra noi due ci governiamo, / e nostra vita dimeniam gioiosa, e 12).
Per lo più n. non è preceduto da articolo. Non così in Fiore CXXXVII 8, ove n. è pronome: Madonna, san difesa / potete prender quanto il nostro vale. Nell'unica attestazione del Detto (v. 132) n. indica il rapporto tra poeta e Amore: Ragione, / i' ho salda ragione / con Amor, e d'accordo / siam ben del nostro accordo (v. 1.1.).