NORTHIA
Nome latinizzato di una divinità etrusca particolarmente venerata a Volsinii, da dove provengono numerose iscrizioni dedicatorie. Dalle fonti letterarie (Liv., vii, 13; Iuven., x, 74) si può dedurre che N. era una divinità della sorte, avvicinata e assimilata in seguito alla Fortuna romana nei suoi varî aspetti. Tale carattere trova la sua conferma nell'usanza (testimoniataci da un passo di Cincio in Livio (vii, 3) di conficcare ogni anno sulla parete del suo tempio un chiodo, che serviva a contare gli anni e stava a significare in certo modo il rapido ed inevitabile termine del destino. L'usanza passò poi anche a Roma, dove, alle idi di settembre, la sacra cerimonia veniva compiuta dal praetor maximus nel tempio di Giove Capitolino. Anche Orazio parla dei clavi trabales (Carm., i, 35, 17 ss.) che fanno parte degli attributi della Necessitas che precede la Fortuna.
Il Gabrici credette di riconoscere il santuario volsiniese della dea N. nel tempio messo in luce in località Pozzarello, 3 km a N di Bolsena. La costruzione originaria è in blocchi di nenfro e risale al III sec. a. C.; subì poi nel corso dell'età romana successive e radicali trasformazioni e ricostruzioni, restando sede di culto fino al III sec. d. C. Gli argomenti portati dal Gabrici per riconoscere N. Fortuna nella divinità venerata non sono abbastanza probanti e la stipe è troppo poco significativa al riguardo. In conseguenza di tale ipotesi si volle vedere l'immagine della dea N. in alcuni bronzetti facenti parte degli ex voto del tempio, che presentano un tipo comune di figura femminile con acerra e patera umbilicata. Non esiste peraltro nessuna rappresentazione figurata in cui sia lecito riconoscere, non con effettiva sicurezza, almeno con una certa probabilità, la figura di Northia.
Bibl.: F. Wagner, in Roscher, III, i, 1897-909, c. 465 ss., s. v.; E. Gabrici, Bolsena; scavi nel sacellum della dea Nortia sul Pozzarello, in Mon. Ant. Linc., XVI, 1906, c. 9 ss.; G. Q. Giglioli, La religione degli Etruschi, in Storia delle religioni, a cura di P. Tacchi Venturi, I, Torino 1944, p. 786; L. Ross Taylor, Local Cults in Etruria, in Papers and Monographs of the Amer. Acad. at Rome, II, 1923, p. 154; E. Bernert, in Pauly-Wissowa, XVII, i, 1936, c. 1048 ss., s. v.; G. Radke, in Pauly-Wissowa, IX A I°, c. 835-6, s. v. Volsinii.
(S. De Marinis)